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venerdì 3 luglio 2015

LOVE IS RED, L’AMORE E' ROSSO di Sophie Jaff



New York è scossa da una serie di omicidi efferati. In un solo mese tre ragazze sono state assassinate da un misterioso serial killer che incide sulla pelle delle sue vittime arcani solchi dal significato oscuro. Mentre la polizia arranca per trovare indizi sul responsabile, non c'è donna sola in città che non si ritrovi a convivere con la paura.
In questo clima di angoscia generale, Katherine incontra David, e la chimica tra i due è immediata: David non è solo bello, ma anche colto, garbato e pieno di attenzioni. Tutto il contrario di Sael, il migliore amico di Katherine, che è invece un tipo freddo, scostante, eppure capace di esercitare sugli altri un fascino magnetico.
Prima di rendersene conto, Katherine si ritrova invischiata in un doppio gioco di seduzione dove niente e nessuno è come sembra. E mentre il conto delle vittime sale e l'intera città sprofonda nella psicosi, il cerchio di un destino dalle radici antichissime si stringe attorno a Katherine e ai due uomini che le confondono il cuore. Alla fine la verità verrà a galla in tutta la sua sconcertante potenza, in un crescendo di colpi di scena dalla portata terrificante.



La trama di questo romanzo ha subito attirato la mia attenzione e devo dire che il mio istinto questa volta non ha sbagliato. Quando non potevo leggere a causa degli impegni quotidiani, sono rimasta con il pensiero fisso alla vicenda e non vedevo l’ora di potervi dedicare altro tempo per procedere nella storia, per scoprire, per sapere!

“Il terrore ha il colore dell’ombra sotto il letto, il colore del midollo osseo, il colore del gesso: ulula come una sirena, ronza come uno sciame d’api, rimbomba come un tuono; sa di sudore, di metallo, di acida bile; graffia come il cemento sulla pelle; martella come un cuore che batte.”


Siamo a New York ai giorni nostri. La metropoli è sconvolta da un serial Killer, chiamato “il mietitore” per il suo modus operandi, che adesca le giovani single, le seduce e le uccide. Ogni donna vive nella paura e il panico dilaga.
Katherine è una giovane donna che condivide l’appartamento con Andrea e suo figlio di quattro anni, Lucas. È una persona semplice, che vive la sua vita tra lavoro, amiche e fa la conoscenza di due ragazzi che l’attirano, anche se sono molto diversi tra loro: David, il classico bravo ragazzo, socievole, intelligente; Sael, suo migliore amico, scostante e riservato, freddo. Inizia così una sorta di doppia relazione tra Katherine e questi due uomini , uno ordinario e brillante, l’altro particolare.
Il grande protagonista è un uomo molto attento, un ottimo osservatore che pare avere tutti i sensi molto più sviluppati di un comune mortale,una creatura soprannaturale che sceglie le sue vittime in base al loro colore: ad ogni stato d’animo, sentimento o sensazione ne corrisponde uno, e ad ogni colore una vittima. E “il mietitore” si nutre di questo.

“L’amore è rosso. Una punta di verde, un accenno d’oro … ma l’amore, l’amore vero, l’amore supremo è rosso. Ha l’odore dell’asfalto bagnato dalla pioggia, della nuca di chi ami, del terriccio fresco. Il suo rumore è quello di un fiammifero che si accende, di un barattolo quando lo apri. È come una mano che ti si posa sulla vita, è una canzone cantata al buio.” 

Questa è a grandi linee la storia raccontata, in questo primo capitolo di una trilogia, di cui spero di poter leggere i seguiti al più presto.
Ho divorato questo libro e non mi capitava da tanto tempo. L’ho trovato originale, e vi spiego subito perché: non tanto per la trama in sé, perché quella bene o male si ripete sempre, specialmente nei thriller, c’è qualcuno che muore e bisogna scoprire chi è l’assassino; ma il modo in cui è scritto. Non è assolutamente una lettura scorrevole e lineare, anzi per niente e questo l’ho apprezzato perché ha mantenuto vivo il mio interesse e mi ha spronata ad andare avanti e cercare di capire; le vicende sono narrate da un doppio punto di vista, da una parte ci sono i pensieri contorti, ricchi di ripetizioni e descrizioni del serial killer che parla rivolgendosi direttamente al lettore come se fosse quest’ultimo a compiere le azioni descritte, una sorta di interattività che mi ha fatta sentire come se fossi io “il mietitore” , come se quelle elucubrazioni da psicopatico fossero frutto della mia mente, e poi abbiamo il punto di vista di Katherine, pensieri più “normali” ma ugualmente efficaci, soprattutto per la facilità nell'immedesimarsi nei suoi stati d’animo.

L’autrice ha saputo creare una storia apparentemente semplice, utilizzando uno  stile che coinvolge tutti e cinque i sensi, ha saputo far nascere e crescere il dubbio nel lettore, portandolo a farsi mille domande, a immaginare la mossa successiva, a interpretare gli indizi, a pensare di avere la verità in tasca e poi rendersi conto di essersi sbagliato …..più di una volta. Ha saputo creare la giusta suspense, far salire l’adrenalina, mi ha lasciato col fiato sospeso in preda all'ansia. E ciò fa di questo libro un grande thriller, il lettore è protagonista in prima persona, vive il libro su ogni centimetro della sua pelle, ne è suggestionato.
La parte paranormale di questo romanzo è stata quella che più mi ha suscitato ansia: bambini sensitivi, un serial killer inumano che incide dei segni strani sulla pelle delle sue vittime prima di ucciderle, il continuo riferimento ad antichi rituali. Insomma la cosiddetta ciliegina sulla torta che mi ha fatto impazzire.

“I tuoi Vettori non capiscono che è necessario versare del sangue, che molti colori devono essere assorbiti, e non si compiacciono, come fai tu, di ogni goccia che stilla. Non capiscono che c’è verità in ogni fluido, che c’è bellezza nel marcio; loro non si crogiolano nel sangue. Perché non conoscono la missione che ti consentono di realizzare, il tuo scopo, la ragione stessa della tua esistenza. Per loro è meglio così.”

“Le loro infinite sfumature, i loro vividi colori, ti hanno permesso di restare e cercare il Calice.”


“Forse diventare adulti è proprio questo: raggiungere l’inevitabile consapevolezza che il tempo passa, sia che tu abbia qualcosa da desiderare o da temere.”

Essendo una trilogia, ho temuto di doverne aspettare la conclusione per poter sapere chi fosse l’assassino e nel frattempo sarei morta divorata dall'ansia e dalla curiosità. Fortunatamente questo non è accaduto, perché almeno questo mistero viene risolto.  Mentre la parte paranormale viene accennata e poi lasciata in sospeso, ma verrà sicuramente ripresa e spiegata nei libri a seguire. Un’entità che ha bisogno di un Vettore che l’aiuti ad assorbire colori e vite, per restare e cercare un Calice. Quale sarà lo scopo? Da dove ha origine tutto ciò? Qual è il ruolo di Katherine? Non ci resta che aspettare.
Una storia intensa di ossessione e controllo, desiderio e destino che mi ha letteralmente conquistata.


Sophie Jaff è nata in Sudafrica. Autrice di numerose pièce teatrali di successo, vive e lavora a New York. Questo è il suo primo romanzo.

The NightSong trilogy #1





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