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lunedì 18 gennaio 2016

SEMPER FI di Keira Andrews


    
Quando erano marines, Jim e Cal dipesero l’uno dall’altro per uscire vivi dalla carneficina e dalla disperazione nel Pacifico.
Sollevato di potersi lasciare alle spalle gli orrori della guerra, Jim è tornato al suo frutteto e alla vita tranquilla di padre di famiglia.
Consapevole che l’amico non avrebbe mai potuto ricambiare i suoi sentimenti proibiti, Cal spera che il tempo e l’oceano tra di loro attenui il desiderio che prova per lui.
Ma alla morte della moglie di Jim, Cal raggiunge l’amico per dargli una mano. Non sa nulla di mele né di bambini, ma vuole stargli vicino a tutti i costi, anche se la fiamma che lo tormenta si riaccende in  lui.
Jim gli è grato per il sostegno che gli dà mentre lotta con i sentimenti repressi e i terribili ricordi della     guerra.
Poi, quando inizia a vederlo con occhi diversi, il loro rapporto diventa intimo come mai avrebbero immaginato.
Riusciranno a costruirsi una vita insieme come una famiglia e a trovare la felicità in un mondo che li condanna?




“Semper fi” è un romanzo gradevole, ben scritto e innovativo nella struttura. Ogni capitolo è diviso in due parti, la prima ambientata nel ’42, la seconda nel ’48 e lo sviluppo della storia tra passato e presente è portato avanti in modo parallelo e ben articolato. Attraverso un linguaggio chiaro e preciso, l’autrice descrive una storia d’amicizia che nel tempo si trasforma in qualcosa di più forte tra due uomini, apparentemente diversi.

Jim e Cal si conoscono durante il periodo della seconda guerra mondiale. Insieme partecipano come marines alla battaglia di Pearl Harbour. Le atrocità del momento e il cameratismo tra soldati contribuiscono alla nascita di un forte legame d’amicizia tra loro. Jim scoprirà pian piano quanto sia forte il sentimento che lo avvicina a Cal. Lontano dalla famiglia (ha una moglie e due figli piccoli), trova nell’altro un appiglio solido cui aggrapparsi per non impazzire. La paura di morire porta entrambi a proteggersi e a prendersi cura l’uno dell’altro.

Cal è omosessuale e comprende benissimo fin dal primo incontro cosa vuole da Jim. Dato il periodo storico (fine anni quaranta), e i pregiudizi dell’epoca, però, Cal è costretto a mantenere un profilo basso e a tenere per sé l’attrazione che prova per l’amico. È talmente bravo e abituato a fingere che non fa fatica a mostrarsi per quello che non è. Pur di star vicino a Jim, accetterà di vivere giorno dopo giorno seguendo la consuetudine e soffocando la propria indole fino alla fine della guerra quando i due si saluteranno e torneranno alle rispettive vite.

Jim vive in un paese poco fuori New York, Tivoli, e ha un meleto di cui occuparsi. Cal appartiene ad una famiglia piccolo borghese europea e lavora nella banca del padre. Nonostante la distanza e il tempo trascorso non riesce a dimenticare il suo compagno d’armi. L’occasione di rivederlo arriva in seguito alla morte della moglie. Cal decide di partire per aiutare Jim ancora una volta. La vita bucolica, così diversa dagli agi della propria, non lo impensierisce, al contrario. Cal riesce ad ambientarsi facilmente e la nuova realtà ben presto lo coinvolge tanto da decidere di rimanere.

 L’amicizia tra Cal e Jim riparte da dove era stata interrotta. In poco tempo diventa sempre più profonda e sfocia in un rapporto diverso, un amore intenso che non può essere esternato. I nostri protagonisti vivranno, così, continui confronti e scontri; saranno costretti a relazionarsi con molti problemi esterni ed interni.

Le crisi di coscienza di Jim, le incomprensioni riscontrate nelle famiglie e la paura di essere giudicati dalla società, fanno da contorno ad una storia tenera, giusta, davvero bella e intima in cui i personaggi, tutti per la verità, (fantastica è la figura di Sophie, la figlia di Jim e il suo rapporto con Cal), si muovono con naturalezza. Pagina dopo pagina il lettore finisce per simpatizzare con entrambi, e con loro soffre e gioisce a seconda delle circostanze. Alla debolezza di Jim si oppone e la pazienza di Cal. Insieme combattono, soffrono, si allontanano e si ritrovano nel nome dell’amore. Non è facile, però, lo sanno bene.

Nell’America dei primi anni 50, infatti, l’omosessualità era considerata un crimine; la legge parlava chiaro così come la chiesa, e la prigione e la scomunica erano le uniche vie di salvezza. Il bigottismo di quegli anni viene riportato e spiegato al meglio nel comportamento di Jim: essendo un praticante, è tormentato dai continui sensi di colpa. Il pensiero di sporcare la memoria della moglie, la paura di essere scoperto dai figli, la curiosità dei vicini e i sermoni del parroco, sono gli elementi devastanti che lo portano a vivere la nuova relazione a intermittenza. Così facendo rischia più di una volta di rovinare tutto.

 Jim si arruffò i capelli. «È sbagliato, Cal. Malgrado quello che dici, in fondo lo sai che lo è.»
«No, non lo so.» Cal serrò la mascella. Nessun prete riuscirebbe a convincermi del contrario. Nessuno lo farà.»
«E che mi dici della polizia? Quello che abbiamo fatto è un reato. Potremmo andare in prigione. Dio mio, pensa alla vergogna che provocherebbe alle nostre famiglie.»
«Non facciamo male a nessuno. È dalla notte dei tempi che esistono uomini come noi. La legge deve mettersi al passo. E anche le persone.»

Cal, invece, lotta ed è convinto. Non c’è nulla di sbagliato in quello che è, lo sa bene, ma non può sottovalutare la pericolosità della realtà in cui vive. Pur soffrendo, perciò, accetta con remissione e intelligenza la frenata di Jim. Gli basta vivere con lui, nella stessa casa, badare ai suoi figli, aiutarlo nel lavoro quotidiano. Queste sono le uniche cose che contano e che desidera. E per averle è disposto a rinunciare a manifestare i propri sentimenti; abituato per anni a nascondersi, sa cosa vuol dire farsi da parte. La consapevolezza lo rende forte e l’amore che nutre nei confronti di Jim va oltre ogni timore.

 «Ma non succederà mai. Dovremo vivere per sempre nell’ombra.»
Cal fece un passo in avanti supplichevole. «Ma staremmo insieme. Non sarà perfetto, ma potremmo farcela.»

Tornare a casa, d’altronde, allontanandosi definitivamente dal suo compagno non migliora le cose per nessuno dei due, e neanche negare i sentimenti. Solo la pazienza e la forza dell’amore, alla lunga, ripagheranno entrambi dei continui sacrifici.
 Consigliatissimo!





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