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giovedì 24 marzo 2016

LA PRIMA DELUSIONE di Brad Tanner


Castor è un giovane gay che arriva nella City per frequentare l’Università e finalmente può cominciare ad avere le sue prime esperienze amorose. A fargli compagnia a Londra ci saranno Tim, il suo compagno di stanza etero, esuberante, chiassoso, ma non per questo insensibile e Violet, la custode del dormitorio, una persona vitale e amichevole, che saprà come fare per questa prima delusione.
In effetti si tratta proprio di una delusione, non solo quella subita da Carter, ma anche nel leggere di lui. Questo romanzo breve, solamente una trentina di pagine, affronta quella fase delicata della vita di ognuno di noi: la prima cotta, la prima volta. Il racconto dell’autore è, a mio parere, quasi “asettico”, manca lo spessore psicologico dei personaggi e il tutto sembra essere raccontato solo come un susseguirsi di eventi, quasi senza emozioni. Una lettura piuttosto piatta i cui pregi sono di essere breve e ben scritta.
Carter arriva a Londra e spera di poter vivere finalmente la sua vita e trovare l’amore, ma ovviamente si “innamora” di Mike che lo tradisce. 
Metto il termine innamorarsi tra virgolette perché, a mio parere, il protagonista trova nel partener solamente il primo ragazzo ad essersi interessato a lui e ad avergli fatto provare determinate sensazioni. Il fatto stesso che avesse stilato una lista dei ragazzi carini del campus per capire se fossero disponibili, prima di decidersi di chiedere a Mike di uscire, fanno capire che non dovesse essere proprio una cosa serissima. Con questo non metto in dubbio che la loro frequentazione non avesse lasciato intendere un maggiore coinvolgimento che porta poi alla grande delusione di Carter ed alla sua conseguente depressione.
Nella sua semplicità questa storia avrebbe avuto un gran bel potenziale, peccato che non sia stato adeguatamente sfruttato dall’autore.


Non ho mai pensato che avrei discusso di questioni così intime con qualcuno. Ma in fin dei conti è Violet.
Lei lo rende così facile. Non giudica, ma incoraggia. Magari potrebbe adottarmi. Non dovrei fare coming out, con lei.
Penso ai miei genitori, e immagino che forse glielo dirò dopo la laurea. 
È per una ragione pratica. Se papà dà fuori di matto e mi taglia i fondi o smette di pagare le mie tasse universitarie, avrò bisogno di un lavoro e... ciao ciao studi.

«E se lui chiama?» dico, realizzando che penso che non sia ancora finita. Non abbiamo ancora parlato. E se lui potesse spiegare?
Violet sospira, probabilmente per l'esasperazione e mi preparo per un'altra predica.
«Ricordati che hai solo diciannove anni,» dice. «Esplora, non aggrapparti al primo tronco che passa. Se Mike è quello giusto per te, tornerà. Se non lo è, ti sta facendo un favore.»

Brad Tanner ha avuto il cuore spezzato e riparato parecchie volte (due volte, in realtà). Ora, nei suoi racconti, si riflette il suo passato.
È cresciuto come una persona timida e studiosa. Non ha capito di essere gay finché non è stato vicino alla trentina. Forse, prima di quel momento, aveva solo baciato gli uomini sbagliati.
Non esclude di poter essere un alieno venuto da Venere o la reincarnazione di Leonardo. Dev’essere per forza qualcuno di grande e gay e in anticipo sui tempi, ovviamente.
Quando non è al lavoro e non sta scrivendo, Brad ama accoccolarsi con un buon libro e un uomo, non necessariamente in quest’ordine. Vive a Londra, Regno Unito.


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