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venerdì 17 novembre 2017

IL LEONE DI ROMA di Adele Vieri Castellano


Roma, 50 d.C. Massimo Valerio Messalla è nobile di nascita, colto per educazione e guerriero per scelta, ma la sua libertà sta per finire: il padre gli impone di sposarsi, per garantire una discendenza alla stirpe dei Valeri.

Ottavia Lenate è una giovane inquieta e curiosa, appassionata di scienza e astronomia, che desidera la conoscenza, non un marito, specie non uno ruvido e affascinante come Messalla, l’uomo a cui scopre di essere destinata.

Massimo e Ottavia si trovano così forzati in un’unione decisa da altri, finché il Fato non li porterà ad Alessandria d’Egitto. In quella terra arida, sterile come l’anima di Messalla e ricca di tesori nascosti come lo spirito di Ottavia, una terribile minaccia in arrivo dal passato metterà a rischio tutto ciò che Massimo, il leone di Roma, ama e vuole proteggere…

Massimo Valerio Messalla è un personaggio affascinante dall’animo tormentato. Lo abbiamo conosciuto anni fa quando, da giovane amava vivere fuori dagli schemi che il suo rango gli imponeva, prediligendo a questi la bella vita e le allegre compagnie. Pur essendo figlio del senatore Gaio Valerio Messalla, non si è mai interessato di politica né ha mai pensato a trovarsi una moglie. Il dolore per la morte dell’amica d’infanzia Domizia, l’unico amore della sua vita, è ancora troppo vivo e insopportabile e può essere domato solo con l’abbrutimento quotidiano. Crescendo, però, Massimo comprende la preoccupazione del padre, e capisce che non può comportarsi da irresponsabile per sempre. Assieme al suo fraterno amico Raganhar viene mandato in Egitto a capo di un distaccamento della III legione Cyrenaica.

Quando torna a Roma è un uomo diverso e responsabile. Il duro addestramento, la battaglia contro i ribelli e la prigionia hanno temprato il suo carattere già forte, rendendolo ferreo. La maturità, però, non ha modificato il suo modo di pensare e il suo comportamento costringe il padre, ora malato, a ricordargli ancora una volta le sue responsabilità.
«Se fossi davvero interessato alla mia salute, invece di gironzolare di notte per le strade di Roma ti daresti da fare per darmi un erede.»
Messalla si ritrova, suo malgrado ad assecondare il desiderio del genitore. La donna scelta per diventare sua moglie è la giovane Ottavia Lenate, anche lei di nobili origini, forse non proprio bella ma di sicuro molto intelligente. Al pari di Massimo, anche lei non ha alcun interesse nel matrimonio, il suo desiderio è quello di imparare, leggere e studiare. Il loro primo incontro non ha nulla di romantico e il rapporto inizia in sordina. Entrambi sono consapevoli che non sia l’amore a unirli, ma solo una profonda stima e il desiderio di voler accontentare l’anziano genitore mettendo al mondo un erede. Massimo è attratto dall’intelligenza della giovane moglie mentre Ottavia, pur ritenendolo arrogante, è affascinata dal carattere indomito del marito.
Un volto dai tratti decisi, il naso aquilino, la mascella squadrata e una bocca grande, sicura di sé. Niente di aggraziato, né di affettato. Solo pura mascolinità che sprigionava innegabile fascino.
Guardarlo le provocò una strana sensazione in un punto preciso del petto, molto simile a quando risolveva un’equazione o un problema di idraulica.

Il loro amore cresce e si sviluppa lentamente; vivendo insieme Ottavia e Massimo superano a poco a poco le difficoltà iniziali ed imparano ad apprezzarsi. Forti di ciò che provano l’uno per l’altra, affrontano il pericolo a testa alta. Se il destino ha deciso che devono stare insieme, nessuno potrà separarli.

Passiamo agli altri personaggi. Non si può parlare di Messalla senza pensare a Raganhar, i due formano la coppia dei sogni, belli, forti, impavidi, incoscienti e tanto, tanto sensuali. Basta evocare i loro nomi e subito ci ritorna in mente (e qui mi rivolgo alle lettrici della serie) quella splendida scena con Calpurnia, (ROMA 42 D.C. Cuore nemico). La loro presenza suscita brividi lussuriosi, Raganhar e Messalla, infatti, trasudano erotismo a ogni passo e il rapporto del germano con Giulia, anche se solo accennato, è un esempio davvero eccitante.

«Ho rispettato il tuo desiderio» le sussurrò Raganhar, e li spalancò gli occhi incredula.«Quale?» gli chiese, ma sapeva già la risposta.«Volevi che ti stessi lontano.» Dietro di lei, emise un sospiro lungo e sofferto. «Concedimi qualcosa, Giulia Urgulania, una briciola di te, che possa conservare per tutti quei giorni in cui non ti avrò e sognerò di poterti toccare.»
Le descrizioni, le azioni, gli sguardi, persino i silenzi sono testimonianze dell’ardore dei due personaggi. Con loro le pagine diventano incandescenti tanto che si può tranquillamente considerare questo come il romanzo più voluttuoso della serie. 

Un altro personaggio degno di nota è Lupo, il giovane legionario. La sua dedizione alla sicurezza di Ottavia e il suo senso del dovere lo rendono l’eroe della storia.

Come i precedenti romanzi della serie anche IL LEONE DI ROMA rappresenta un saggio della competenza storica dell’autrice. La Castellano stavolta ci fa conoscere un’altra realtà portandoci in Egitto. Dalla sua abile penna vengono fuori immagini e descrizioni così reali e vive che, come è accaduto in passato con Roma, hanno la forza di portarci indietro nel tempo. E l’illusione è così tangibile che sembra quasi di respirare la polvere delle strade di Alessandria o l’odore delle pergamene racchiuse nella biblioteca. Difficile non rimanere colpiti dalla precisione delle nozioni storiche, mai pesanti peraltro, che si fondono alla perfezione con l’evoluzione della storia, arricchendola.

Insomma, è tutto perfetto e non poteva essere diversamente avendo come protagonista Messalla. C’è solo un piccolo appunto da parte mia e mi riferisco alla scena finale contro Tenecratis. Il fatto che non sia stato il romano a concludere la storia soddisfacendo così la sua sete di vendetta, non gli ha reso giustizia, ma gli ha impedito di raggiungere la piena completezza, precludendogli la possibilità di raggiungere Rufo in vetta alla classifica della serie, il quale resta a tutti gli effetti in numero uno incontrastato. Paragoni a parte, IL LEONE DI ROMA è un romanzo da non perdere.

Consigliato!



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