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venerdì 27 settembre 2019

Tappa Blog Tour Dark Zone: Miriam Palombi - Alberto Chieppi





Mille volte aveva osservato il volto di Dio, ma quell’unica volta aveva scorto il volto di Lucifero. Ed era stata la cosa più bella che avesse mai visto in vita sua.

Lucifero aveva avvicinato il viso amorevole così tanto, da riuscire a posare la guancia sulla sua. Una sensazione di estasi mai provata prima.

Il lieve tepore era diventato calore insopportabile, per poi trasformandosi in un dolore atroce.

La pelle si era liquefatta come cera, era letteralmente colata verso il basso, sotto l’azione della forza di gravità.

In quel preciso istante, al culmine di una dura battaglia con il maligno, Galahad aveva deciso di arrendersi. Aveva rinnegato per tre volte la sua natura, così come fece Pietro dinanzi al Cristo, pregando perché quel tormento cessasse. 






Nel giro di un paio di giorni l’immenso esercito era in marcia.Il numero dei soldati era così vasto che la carovana era lentissimae le operazioni di coordinamento di quell’accozzaglia dicreature così diverse fra loro erano complicate.
Mephisto seguiva spesso l’avanzata del suo esercito spostandosiin volo in groppa al drago nero, nonostante si fosse procurato anche una cavalcatura terrestre: un orribile cavallo scheletricoevocato dalle profondità della terra. Quando avanzavafra i suoi uomini in groppa al suo destriero d’ossa, seminavaterrore persino nei coraggiosi orchi e nei letali draconici, mentrei goblin si gettavano a terra piagnucolando dalla paura. Zuk aveva il compito di servire Mephisto e di soddisfare le sue richieste: gli portava i pasti e faceva da messaggero dei rapportiche ogni giorno i generali dovevano consegnare.
Dopo alcune settimane di marcia incessante, l’esercito siera ormai avvicinato al Lago Nero. Gli uomini di Mephistosi erano scontrati con le prime pattuglie di Sentinelle che nesorvegliavano il confine più esterno. Ogni volta, l’interventodel contingente di non-morti era sufficiente a sbaragliare leSentinelle e a eliminarle tutte. Come un avvoltoio, lo stregonesi appostava ai margini del campo di battaglia; una volta chelo scontro era terminato, ordinava ai suoi uomini di restare indisparte mentre passava in rassegna i caduti sul campo.
Con orrore dei compagni, questi andavano subito a rimpinguarela fila del contingente dei non-morti. I feriti che lostregone riteneva potessero tornare a combattere entro pochigiorni, venivano consegnati a coloro che dovevano prendersenecura, gli altri erano uccisi sul posto dallo stesso stregoneper poi essere trasformati anch’essi. Così, quando giunserosulle rive dal Lago Nero, il numero dei guerrieri non-morti eradi gran lunga raddoppiato.

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