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lunedì 16 marzo 2015

Legato di L.A. Witt & Marie Sexton



Graham ed il suo partener hanno dominato la scena del rodeo per dieci anni consecutivi, ma ultimamente il cuore di Graham non è più coinvolto. È stanco dei lividi, della mentalità dei cowboy e degli attivisti per i diritti degli animali che fanno picchetto ad ogni evento. E poi c’è Jackson. Graham e Jackson sono amici da quando sono ragazzini. Ma dopo un incontro sessuale dovuto a una sbornia avvenuto un anno prima, le cose tra loro sono diventate impacciate. Graham ha accettato di poter essere gay, ma non importa quanto possa sentirsi attratto da un uomo, nel momento in cui i vestiti iniziano a cadere si fa sempre prendere dal panico e scappa. Poi Graham conosce uno degli attivisti e tutto cambia. Kaz è giovane, idealista e sexy da morire. E Kaz ha un’idea su come far sì che Graham superi le sue paure. Tutto ciò di cui hanno bisogno è un po’ di corda.



Si tratta di un romanzo breve, solo 127 pagine, scritto a quattro mani da due bravissime autrici quali la Sexton e la Witt. 

Le vicende sono narrate in prima persona da Graham e tutte le sue paure sono delineate pian piano e molto accuratamente, ma ciò non toglie spessore ai personaggi di Jackson e Kaz. 
Dapprincipio ci si fa di Jackson l’idea del classico cowboy che non vuole ammettere di essere gay anche se vorrebbe scoparsi il suo compagno di rodei durante una sbronza, più volte lo si legge dichiarare “io non sono gay”. 

Lì ti viene da guardarlo con un sorrisino di derisione, annuendo come per dire “sì, certo che ti credo” ed è anche ciò a cui poi lo mette di fronte Graham. Il nostro protagonista sa invece benissimo di essere gay, ma non ha mai avuto il coraggio di andare fino in fondo ed esplorare il piacere con gli uomini. 

Quando l’intimità sale lui si fa prendere dall'ansia di non saper come agire, cosa fare, come muoversi e così scappa a gambe levate ed è proprio questo che accade quando l’amico tenta di sedurlo con la scusa dell’aver bevuto troppo. Qui entra allora in scena Kaz, animalista convinto, vegano e assolutamente a suo agio con la sua sessualità. Che poi, detto tra noi, gli animalisti possono picchettare quanto vogliono, ma ai rodei chi si fa più male sono i cowboys. 

Comunque nonostante gli antipodi su cui si trovano, tra Graham e Kaz scatta la scintilla ed il nostro cowboy si ritrova a raccontare a questo sconosciuto le sue paure ed i problemi con Jackson. Qui Kaz gli propone di legarlo e Graham, contro ogni logica, decide di affidarsi completamente a questo sconosciuto scoprendo finalmente cosa si era perso fino a quel momento. L’essere legato rappresenta per Graham una liberazione, lui non deve pensare a nulla, fare nulla, se non ciò che gli viene ordinato. Le corde che gli impediscono la fuga sono così il mezzo per potersi prendere il piacere così a lungo desiderato. Ovviamente le differenze tra Graham e Kaz rischiano di essere insormontabili, ma si sa che se lo si desidera abbastanza una soluzione la si trova per tutto.

Una lettura scorrevole e piccante per trascorrere qualche ora evadendo dalla realtà per ritrovarsi nel mondo dei cowboys.




Se avessi dovuto, forse. Ma al momento essere sciolto era l’ultima cosa che desideravo. Essere sciolto non significava essere libero. Significava essere vittima delle mie paure e insicurezze. Non mi ero mai sentito tanto al sicuro come in quel momento, legato al letto e bloccato sotto il suo corpo snello.


Ma il piacere andava oltre quello che mi stava facendo fisicamente. Era radicato nel sapere che non potevo andare da nessuna parte. Nessuna possibilità di scappare. Nessun posto dove nascondermi. Che ero suo in ogni modo, almeno per il momento. Ero schiavo della mia passione, e della sua. Non potevo fare altro che stare steso lì e ricevere qualsiasi tipo di piacere scegliesse di darmi. Dargli qualsiasi tipo di piacere scegliesse di prendere. Ed era la cosa più perfetta e squisita che avessi mai conosciuto.


Lo attirai tra le mie braccia e gli affondai il volto nei capelli. Perché sembrava che non ci vedessimo da anni? Non mi ero mosso per tutto il giorno e sembrava invece che avessimo percorso entrambi migliaia di chilometri e fatto un milione di cose dall’ultima volta che ci eravamo toccati. Non aveva alcun senso, ma d’altro canto cosa ce l’aveva nella nostra storia? In quel momento sapevo soltanto che lui era l’unica cosa di cui avevo bisogno. Lo tenni stretto, quasi tremavo per il sollievo di avere i miei pensieri messi a fuoco per la prima volta in quel giorno.


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