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martedì 5 maggio 2015

THE PROGRAM – SUZANNE YOUNG

Sloane sa perfettamente che nessuno deve vederla piangere. La minima debolezza, o il più piccolo scatto di nervi, potrebbero costarle la vita. In un attimo si ritroverebbe internata nel Programma, la cura ideata dal governo per prevenire l’epidemia di suicidi che sta dilagando fra gli adolescenti di tutto il mondo. E una volta dentro, Sloane dovrebbe dire addio ai propri ricordi… Perché è questo che fa il Programma: ti guarisce dalla depressione, resettandoti la memoria. Annullandoti. Così, Sloane ha imparato a seppellire dentro di sé tutte le emozioni. Non vuole farsi notare, non ora che suo fratello è morto e lei è considerata un soggetto a rischio. L’unica persona che la conosce davvero è James, il ragazzo che ama più di se stessa. È stato lui ad aiutarla nei momenti difficili, lui a farle credere che ci fosse ancora speranza. Ma, quando anche James si ammala, Sloane capisce di non poter più sfuggire al Programma. E si prepara a lottare. Per difendere i propri ricordi, a qualunque costo. Una grande storia d’amore in un’inquietante cornice distopica: il primo, indimenticabile capitolo di una nuova serie bestseller del «New York Times».



Il genere distopico non rientrava tra i miei preferiti, almeno fino ad oggi. L’ho rivalutato.
Qui si parla di Sloane, una ragazza di diciassette anni, che vive in una realtà dove la depressione è vista come un’infezione, un’epidemia che si diffonde per contagio, per cui il Programma è l’unica cura, una terapia che fa tabula rasa di tutti i ricordi dolorosi e non, ridandoti un’occasione per ripartire da zero, con un corpo apparentemente sano, ma senza passato, senza ricordi, senza nulla …. vuoto.
Sloane è un’adolescente che va a scuola, ha degli amici, un ragazzo intrigante, James. Conserva il ricordo del fratello Brady, che si è suicidato qualche mese prima. La cosa importante per non farsi prendere dal Programma è di non mostrare mai le emozioni in pubblico: dolore, rabbia, tristezza …
Sembra che Sloane riesca a indossare la maschera e recitare la sua parte, per salvaguardare  i propri ricordi e  la propria vita, finché gli eventi precipitano e James mostra i primi sintomi di depressione. Tutto il suo mondo si sgretola, va in mille pezzi e anche lai verrà curata dal Programma, ma  Sloane lotta per quello in cui crede, per sé e per James.


“ Non è vero: tutti proviamo solitudine e ci sentiamo travolti dagli eventi. A volte penso di non essere in grado di provare altro. Ma so come funziona il sistema, so cosa succede se do la risposta sbagliata.”


James è il grande amore di Sloane, un amore sincero, profondo e protettivo, che anche solo a leggerlo fa venire i brividi per quanto è intenso. Un genere di amore in cui l’uno trae forza e conforto dall’altro, prendendosene cura.
I temi trattati in questo romanzo sono molto delicati e mi hanno toccata nel profondo.
La depressione, in giovane età e non solo, che colpisce un numero sempre maggiore di persone, persone fragili, che sono andate in pezzi per milioni di motivi diversi, che a fatica riescono a trovare la via del ritorno, e che spesso decidono di porre fine alla propria vita in preda alla disperazione.

La necessità di non mostrare le emozioni in pubblico: quante volte vi è capitato di farlo? indossare una maschera, recitare la vostra parte, sfoggiare un sorriso dicendo “va tutto bene” quando in realtà non va bene niente. Per non destare preoccupazione, per rassicurare gli altri. Dimenticandoci spesso che le uniche persone di cui dobbiamo preoccuparci per prime siamo NOI. Quindi ridiamo se ne abbiamo voglia, piangiamo se ne sentiamo il bisogno, sentiamoci liberi di esprimere le nostre emozioni, infondo sono quelle che ci fanno sentire vivi! 


“ Non sono completa. Mi manca un grosso pezzo di cuore, ricordi di cose che devo aver detto e fatto, cose che non posso riavere indietro. Le voglio, le voglio tutte. Voglio essere d nuovo me stessa”

E infine il senso di perdita, il dolore, la sofferenza del trovarsi soli e vuoti dopo la dipartita di una persona cara, senza riuscire a spiegarsi il motivo e non poterne elaborare il lutto.
Penso che ognuno di noi, nella vita, abbia avuto almeno un momento doloroso. Chi non avrebbe desiderato, almeno una volta, che quell'evento o anche solo il suo ricordo, potesse essere cancellato per smettere per sempre di farci soffrire ? Se una cosa non la ricordi, semplicemente non può più farti del male. Ma che cosa saremmo senza i nostri ricordi? Essi costituiscono il nostro passato, che a sua volta definisce chi siamo oggi e quello che saremo domani. Non si può  vivere di soli ricordi, ma non si può nemmeno vivere senza. Personalmente non vorrei mai dimenticare le persone che ho amato e che non ci sono più, o tutte le volte che sono caduta e mi sono rialzata. Finché siamo capaci di provare emozioni, ci manteniamo in vita.
“ … le cose vere sono destinate a ripetersi.”


Leggendo il libro, che ho letteralmente divorato, mi sono ritrovata spesso nei panni della protagonista, complice anche la narrazione in prima persona, provando il suo stesso dolore e il suo sconforto, sentendo il suo senso d’impotenza e rabbia contro un sistema che non ti permette di essere libero di essere te stesso. Una storia d’amore travolgente e intensa, che è molto di più, mostra come a volte un sentimento può essere talmente forte, da risultare indistruttibile, incancellabile.
Se anche la mente dimentica … il cuore no.



Suzanne Young vive in Arizona e insegna inglese nelle scuole superiori. Quando non è impegnata a scrivere romanzi, colleziona ricordi da cui trarre ispirazione per le sue storie. The Program è il suo primo romanzo pubblicato in Italia.


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