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lunedì 20 luglio 2015

Blog tour Harlequin Mondadori : Effetto domino di Edy Tassi



TUTTE LE TAPPE DEL BLOG TOUR

Scopriamo insieme tutti i personaggi di questa nuova esaltante pubblicazione edita Harlequin Mondadori

17 luglio Tappa 1 http://ilcoloredeilibri.blogspot.it/ Gloria Montanari
20 luglio Tappa 2 http://fidibooksblog.blogspot.it Marco Galbiati
22 luglio Tappa 3 http://stellenelliperuranio.blogspot.it/  Stefano Montanari
24 luglio Tappa 4 http://bookmarksarereadersbestfriends.blogspot.it Francesco Sironi
26 luglio Tappa 5 Karin Locci  http://lettriciimpertinenti.blogspot.it/ Giulio Galbiati


MARCO GALBIATI

Un brivido. I muscoli si contrassero prima dell’esplosione. Marco serrò le natiche nell’affondo e sollevò la testa, fissando il viso bellissimo della donna sotto di lui. Inspirò il suo profumo fiorito, stranamente delicato per una creatura tanto sensuale, e poi un nuovo colpo di reni. Quello definitivo.
         Sì!
         Sentì la pelle vibrare, percorsa da una corrente ad alto voltaggio. L’eccitazione arrivò al suo limite massimo e lo lasciò lì, sospeso, per qualche istante. Gli sembrò di perdere il contatto con la realtà, un blackout di pochi millesimi di secondo, e poi la scossa dell’orgasmo lo fece sussultare, mandando in tilt i sensi.
         La carne che lo stringeva era calda, umida, perfetta. Serrò fra le dita quei fianchi snelli e femminili, mentre gli sembrava di precipitare in uno stato di incoscienza, dove l’unica sensazione era il piacere che si stava dilatando dentro di lui e lo impregnava come liquido rovente.
         Strinse i denti, spinse in avanti il pube per cogliere ogni minima sensazione.
         Le pulsazioni si susseguirono violente. Dalle labbra gli sfuggì un suono roco, che si trasformò in un mugolio indistinto quando nascose la testa nella spalla della donna. Il cuore sembrava rimbalzare contro la cassa toracica a ogni contrazione.
         Poi il piacere si diluì. Le contrazioni si dissolsero e arrivò la quiete.
         Aveva il fiatone. Sentiva il petto sollevarsi e abbassarsi contro quel seno vellutato, sodo. Lei lo teneva ancora stretto, le cosce avvinghiate ai fianchi.
         Marco si sollevò su un gomito e alzò la testa.
         Aveva la schiena umida, l’aria fresca che filtrava attraverso le tende leggere gli accarezzava le reni.
         «Resta ancora qui» lo invitò lei.
         Marco si scostò i capelli dalla fronte. «Purtroppo non posso. Fra poche ore ho il mio volo.»
         La donna gli sfiorò il bicipite con un’unghia corta, rosea. «Scommetto che se arrivi in ritardo, ti aspetteranno.»
         «Dici?»
         «Be’, l’aereo non può decollare se l’equipaggio non è al completo. Non credi?» I suoi occhi neri scintillarono maliziosi e languidi. «Soprattutto in cabina di comando.»
         Marco si staccò da lei e le accarezzò un capezzolo color cioccolato, ancora inturgidito. «Hai ragione. Questo potrebbe essere uno dei vantaggi di andare a letto con una donna pilota.»
         «Indubbiamente» convenne lei con un sospiro, allungando la mano fino alle natiche di Marco e seguendone l'arco compatto. «Quindi direi che c’è tutto il tempo per concederci un altro momento fantastico.» Si inarcò contro di lui, invitante. «E poi, è meglio che il comandante sia rilassato e soddisfatto, quando si siede dietro la cloche.»
         «Vuoi dire che se non ti soddisfo di nuovo e ci inabissiamo nell’Oceano Pacifico la colpa potrebbe essere mia?»
         «Se fossi in te, non rischierei di scoprirlo.»
         La mano di Marco scese verso l’inguine della donna e le sfiorò la peluria scura. Poi proseguì lungo la coscia color ambra. Quella bellezza esotica aveva il fuoco dentro. La sua pelle era rovente.
         Lei si contorse, mugolando. Si premette a lui e cercò di attirarlo sopra di sé.
         Marco però aveva altri programmi.
         «Un ricatto a cui è difficile resistere. Purtroppo ho paura che dovrò rischiare» disse, staccandosi. Le depose un bacio sulla spalla e aggiunse: «Portami sano e salvo a destinazione e saprò ricompensarti». Poi rotolò su un fianco e si sedette sul bordo del letto, sfuggendo alle braccia della donna che cercava comunque di trattenerlo.
         «Adesso chi è che ricatta chi?» si lamentò lei, mettendo il broncio.
         «Tesoro, sono sicuro che non sentirai la mia mancanza. Tempo un paio di voli e avrai trovato un degno sostituto.» Le fece l’occhiolino e si alzò.
         Nudo, si avvicinò all’ingresso della palafitta sospesa sulle acque turchesi del Kia Ora Village. Era a Rangiroa da cinque giorni e da cinque giorni la bella pilota polinesiana allietava la sua meritata vacanza. Lei accompagnava i turisti lì e li riportava a Bora Bora su uno dei velivoli azzurri con la grande margherita sulla coda della Air Tahiti, quindi l’ipotesi che nel giro di poco trovasse qualcun altro con cui andare a letto non era così improbabile. Anzi, era praticamente una certezza.

         Il che gli andava benissimo, visto che non sapeva quando sarebbe tornato lì, né se sarebbe tornato.
         Osservò il lungo pontile che si protendeva verso il mare, le acque placide e limpide che si facevano quasi abbaglianti verso la riva, dove il fondale di sabbia bianca rifletteva la luce del sole.
         Nel giro di poco si sarebbe ritrovato a fissare un altro tipo di acqua. Più immobile, più cupa, più familiare.
         Socchiuse gli occhi e si passò una mano fra i capelli. L’aria leggera gli aveva asciugato il sudore addosso, ma prima di partire doveva farsi una doccia.
         Subito.
         Invece rimase lì, a seguire con lo sguardo le linee semplici eppure incredibilmente suggestive di quel panorama.
         Perché dedicarsi ai preparativi per la partenza avrebbe significato accettare la richiesta che gli aveva fatto suo padre al telefono il giorno prima.
         Quando aveva visto il suo nome sul display aveva pensato a un errore. Poi aveva risposto e si era reso conto che non c’era nessun errore.
         E ancora non aveva deciso se quello, per lui, fosse un bene o un male.

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