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venerdì 16 ottobre 2015

FIAT 1100 di Gisella Colombo e Carmelita Fioretto


Milano, anni Sessanta. Al Camparino, un bar storico del centro, Anna si trova con il fidanzato Guido.

Dalle due uscite del locale, però, si dipartono due percorsi che corrono in parallelo, in bilico tra il reale e l'immaginario. Due vite, scelte diverse, che partono entrambe da quel giorno, da quel bar. A compierle la stessa donna.
Due storie d'amore molto diverse, con snodi in comune. Come due dimensioni parallele del reale, dove i sentimenti si incrociano per dare vita a esistenze opposte, eppure così simili.
Una sola donna e due uomini completamente diversi. Uno la conduce a una vita prevalentemente milanese e rappresenta un perfetto esempio di vita borghese. L'altro la invita alla ribellione agli schemi fissi e alle convenzioni, portandola dalla Francia agli Stati Uniti, in ambienti frequentati da artisti e intellettuali.

Due vite, una donna. Due possibilità, ma forse due di un milione.
Non è semplice scrivere una recensione di un libro i cui fatti si svolgono alla Sliding Doors, ma ci proverò (senza fare troppa confusione).

Tutto inizia al Camparino, un celebre bar della Milano anni '60. Anna e Guido hanno deciso di concedersi un piccolo aperitivo prima di andare a pranzo dai genitori di lui. Il giorno delle nozze si avvicina, ma è quello che realmente Anna vuole? Dopo aver piantato i suoi occhi in quelli del barman, questi cerca di spezzare l'imbarazzo con una semplice domanda “Desidera altro, signorina?”. Ed ecco che la vita della protagonista sembra sdoppiarsi; scelte diverse che si rincorrono in un'unica persona.
Nella prima parte di trova la ragazza che esce di corsa dal bar per dirigersi verso la fermata del tram e salire sopra poco prima che le porte si richiudano, lasciando a terra un Guido sgomento. Inizia a girare per le strade milanesi fino a quando non entra in un bar, spinta dai morsi della fame, e i suoi occhi incontrano quelli di Andrè, un fotografo francese che adora girare il mondo, senza separarsi mai dalla sua macchina fotografica. Tra loro è amore a prima vista, e la passione prende fuoco nell'appartamento che lui ha affittato.

Forse amiamo una sola volta e forse soltanto così, nella luce dorata propria degli albori, quella luce che c'è solo agli inizi e poi nel corso della giornata non si ripresenta più.

Qualche ora passata insieme e quando lui le chiede di partire insieme, non ci pensa due volte a dirgli di sì. Una scappata a casa per fare la valigia sotto gli occhi di un padre curioso e preoccupato per la figlia che ha deciso di scegliere come vivere la sua vita, ma allo stesso tempo felice, perché si sa che i genitori vogliono solo la nostra felicità. Quella donna che ha scelto di lasciare la sicurezza dell'Italia si trova a girare il mondo, Nizza, Parigi, Londra, New York, arricchendo il proprio bagaglio culturale, confrontandosi con grandi artisti e imparando lei stessa l'uso della macchina fotografica, diventando quasi più brava di Andrè (si dice che l'allievo superi sempre il maestro). Si perderanno e si ritroveranno, anche quando Andrè, dopo aver provato con mano la devastazione della guerra in Vietnam, sparirà per diversi mesi senza dare notizie di sé.

E che importa se il cielo è finto e finte sono pure le stelle? Non è forse l'irrealtà la stoffa dei sogni, dell'illusione, della magia?

Cosa sarebbe successo se invece Guido fosse riuscito a raggiungere e bloccare Anna, corsa via dal Camparino? Sarebbero andati a pranzo dai suoceri come avevano stabilito, anche se la tensione sarebbe stata alta a causa dei vizi del marito della sorella di Guido, che sta dilapidando il patrimonio continuando a scommettere sui cavalli, indebitandosi così fino al collo. Tutto è pronto per il fatidico giorno; il matrimonio sarà un vero e proprio successo, e i due neo sposini si godranno la loro luna di miele in giro in alcune delle capitali d'Italia. Inoltre Anna darà alla luce due gemelli, Fabrizio e Margherita, diventando per loro la madre che aveva sempre sperato, ma totalmente diversa dalla sua. Eppure un evento sconvolgerà anche la sua vita tranquilla, mettendo a rischio il suo matrimonio con Guido.

A volte intuire è un amaro privilegio, percepire una condanna, presagire una maledizione.
Forse meglio sapere.

Non mi dilungo eccessivamente sulla trama perché è un libro che va letto e apprezzato. Non lasciatevi ingannare dalla cover o dal titolo che possono essere poco invitanti, ma concentratevi sulla storia che vi lascerà senza parole, soprattutto per il finale leggermente aperto (ammetto di esserci rimasta un pochino male). Il libro è scritto interamente in terza persona, come se qualcun altro si fosse preso la briga di mettere nero su bianco la vita al bivio di Anna, ma la scrittura è semplice e fluida. In entrambi i contesti si assiste a una crescita della stessa protagonista, da ragazzina timida qual era a Donna sotto ogni punto di vista; sopportando le scelte altrui e supportando continuamente i partner, abbracciando continuamente le loro decisioni. Ci sono rimasta male per la strafottenza (passatemi il termine) della madre, e spesso anche della cugina, che vedono con invidia le scelte (entrambe) prese da Anna. I genitori dovrebbero essere quelle persone che proteggono, appoggiano e spronano i figli nelle loro scelte, che combattono per loro con le unghie e con i denti, ma forse nell'Italia degli anni '60 le cose erano diverse. Si cercava il miglior partito per la figlia da accasare, nonostante la loro dote fosse poco più che sufficiente.
Un racconto a quattro mani ben scritto, che mi ha tenuto compagnia nei primi giorni di quest'autunno uggioso e che continua a essere presente con un'unica domanda: Cosa sarebbe successo se...??? Penso che ognuno di noi si interroghi spesso su che svolta avrebbe potuto prendere la propria vita se avessimo azzardato con le scelte dettate dal cuore.

Ci sono persone eccezionali che incontriamo nel momento sbagliato e ci sono persone che diventano eccezionali perché le incontriamo nel momento giusto.


Gisella Colombo è nata ed è sempre vissuta a Milano, città a lei molto cara, dove si è laureata in Lettere Moderne e dove da anni insegna Italiano e Latino presso un liceo scientifico.
Ama il suo lavoro, ma anche la cucina e il buon vino, che ha imparato a conoscere e apprezzare grazie al diploma di sommelier, conseguito un po' per passione, un po' per curiosità. Ha iniziato a comporre poesie in seguito alla grave malattia contratta dal figlio minore, ma, dopo i versi legati a questa fase difficile della sua vita, il gusto di narrare l'ha catturata e l'ha portata a scrivere racconti e brevi romanzi.

Carmelita Fioretto è nata a Messina dove si è laureata in Scienze Politiche. Da anni vive a Milano, sua città d'adozione, e lavora presso l'Università degli Studi. L'amore per i viaggi l'ha spinta a girare il mondo e a soggiornare per lunghi periodi in Sudamerica. Ha pubblicato due romanzi storici per la collana I romanzi edita Mondadori e collabora con la rivista Confidenze.

Fiat 1100 è la loro prima esperienza di scrittura "a quattro mani", ideata, realizzata e condivisa nel pieno rispetto del temperamento e della cifra stilistica di ciascuna delle autrici.


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