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giovedì 11 febbraio 2016

FIELE D'OTTOBRE di Varla Del Rio


Umberto, un quarantenne frustrato con molte ossessioni, è convinto che la sua vita stia per cambiare in meglio con l'arrivo di una promozione. Ma la mattina in cui si reca al lavoro per ricevere l'agognato riconoscimento è costretto a incassare una cocente delusione. Da quel momento in poi il veleno covato per tanto tempo entrerà in circolo, fagocitando tutte le persone che orbitano intorno alla sua esistenza.
Giulia è una ragazzina ricca di fantasia e con una grande passione per il nuoto. La sua sensibilità la porta a vedere oltre la realtà di tutti i giorni e a oltrepassare quella sottile linea di demarcazione che separa il mondo razionale dalla dimensione onirica. A metterla in contatto con tale universo sono i gatti, gli unici esseri capaci di sondare la profondità dell’inconscio.




Umberto è un uomo ordinario. Svolge un lavoro che lo soddisfa, è sposato ed ha una splendida figlia.
Come molti, possiede anche lui alcune piccole manie che gli sono utili per affrontare la giornata, come il rito della camicia. Umberto sa quanto impegno ci mette nel lavoro che fa e sente che è sempre più vicino il momento di una promozione. Carla, la moglie di Umberto, è una donna laboriosa e fa l’infermiera in un ospizio denominato “Villa delle Rose”, è felice di essere mamma e con sua figlia Giulia è più che amorevole. Giulia ha undici anni e, ad un primo sguardo, é molto dolce e spontanea, ma da sempre soffre di incubi veramente terribili, il cui protagonista spesse volte è un essere con le fattezze di un orco. 
“I sogni contengono indizi preziosi sulla vita delle persone, ma sono fragili come i bozzoli delle farfalle, svaniscono al contatto con la realtà.” 

 Vista dal di fuori sembra quasi di trovarsi davanti ad una famiglia perfetta, ma la realtà è ben diversa. Umberto è un uomo maniacale e con uno sguardo agghiacciante, sa ciò che vuole e fa di tutto per ottenerlo; Carla è una donna forte e allo stesso tempo fragile, poiché non esterna facilmente le emozioni che prova, positive o negative che siano. Si fa carico di molte, troppe cose ma mette sempre in primo piano sua figlia; Giulia nonostante la giovane età e la passione per il nuoto, si ritroverà a fare i conti con il suo subconscio non riuscendo più a distinguere il confine tra sogno e realtà, al punto che diventerà, per lei e chi le sta intorno, sempre più indefinibile. 
In parallelo alle vicende di questa famiglia si sviluppano quelle di altri personaggi che, ognuno a modo suo, si intrecciano in un finale davvero raggelante. Un ruolo importante lo giocano gli animali, in particolar modo i gatti, che sono dotati di straordinarie abilità psichiche e, grazie al loro girovagare, sono fini conoscitori del mondo.

“Ma l’abilità di un gatto funambolo risiede proprio nel saper attraversare in bilico il filo che separa la dimensione reale da quella, proteiforme, dell’immaginazione onirica. Grazie a questo dono, Rimbaud era in grado di entrare in contatto con la parte più profonda degli esseri umani, setacciare le emozioni e intercettare i segreti dell’inconscio.” 

Fiele d’Ottobre è una storia intricata a più voci. 
Questa è una storia fatta di violenza e di sogni alquanto strani e profetici.
Un’angoscia opprimente si respira fra le sue pagine. 
Infatti Varla del Rio, in pochi passi, è stata capace di mantenere viva l’attenzione del lettore sfruttando al meglio elementi tipici dell’horror con alcuni del paranormale. Chi è avvezzo a questo genere di letture scoverà facilmente la soluzione del mistero, ma il romanzo risulta ugualmente godibile. Il ritmo è serrato, lo stile di scrittura è enfatico e ben curato, l’utilizzo della molteplicità di punti di vista risulta coinvolgente ed effettivamente i momenti di tensione non mancano.
I personaggi che popolano questa storia sembrano comuni, ma dietro alla facciata ordinaria, ognuno di loro nasconde una sfaccettatura ambigua e dissimulata. 
Le sensazioni che ho provato durante la lettura sono state piuttosto contrastanti: una forte inquietudine e un insano smarrimento, che si sono diradati alla fine, quando ogni tassello è andato al posto giusto. 
Non gli ho attribuito il massimo della valutazione perché avrei preferito che il finale fosse stato elaborato in maniera più completa, ma ciononostante mi sento incline a consigliarvi di intraprendere questa lettura, così particolare ed inconsueta.



Varla Del Rio nasce a Roma alla fine degli anni Settanta. Nel 2002, dopo essersi laureata in Storia e critica del cinema comincia a scrivere recensioni per riviste indipendenti e sceneggiature per cortometraggi. Lavora attualmente come assistente al montaggio presso alcune società di postproduzione e come adattatrice. Le sue passioni sono da sempre i film horror e la letteratura gotica. Ha scritto sotto vari pseudonimi racconti cupi che lei dice essere pensati per ragazzi malinconici. Dal 2012 suona il basso nel gruppo doom Summer’s gone.
Fiele d’ottobre è il suo primo romanzo, questo va bene anche per chi non è più un ragazzo malinconico, ma che magari lo è stato.







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