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venerdì 11 marzo 2016

NON CHIAMARMI DI LUNEDI' di Daniela Volonté


Greta vive a Milano, Patrik a Roma. Si conoscono quando lei viene ingaggiata dalla Betapharma, la società di Patrik, per occuparsi di un ridimensionamento del personale in un periodo di crisi aziendale. E lui, giovane ingegnere con possibilità di reinserirsi nel mondo del lavoro, è tra quelli destinati a essere messi in mobilità. Quando l’ipotesi diventa una certezza, oltre al posto, Patrik deve dire addio anche alla sua storia d’amore. Greta invece non riesce a troncare un rapporto che non la porta da nessuna parte: Cris, l’uomo con cui ha una relazione, ha una moglie e pare proprio non volerla lasciare. Quando Patrik, ormai fuori dalla Betapharma, decide di concedersi una pausa e andare a trovare degli amici sul lago d’Orta, il caso vuole che incontri proprio Greta, quella che aveva ribattezzato come “la Lady di ferro”…

Greta è una “tagliatrice di teste”, come viene simpaticamente definito il suo ruolo, ovvero si occupa di ridimensionare (o ristrutturare) il personale di aziende che si trovano a navigare in cattive acque. Il suo lavoro la spinge a viaggiare in tutta Italia, e si ritrova così a Roma per il ridimensionamento del personale della Betapharma, azienda per la quale lavora Patrik e il cui posto di lavoro è in concorrenza con quello di un suo collega più anziano. Dopo qualche settimana ad aver visionato schede e già dato la notizia a parte del personale, anche Patrik si ritrova a essere messo in mobilità poiché considerato giovane e in grado di inserirsi nuovamente nel mondo del lavoro.
La notizia non viene ben presa, e l'ingegnere riversa addosso a Greta tutta la sua frustrazione e la sua rabbia, descrivendola come priva di sentimenti e essere umano morto dentro; parole che sembrano avere un grande impatto sulla nostra protagonista. Alla base del loro carattere e delle frasi dette in quel contesto si trova una situazione ben più complicata.
Greta è una donna cresciuta dai nonni e con un rapporto di odio/amore con la madre; non ha mai conosciuto suo padre, morto in un incidente d'auto prima che lei nascesse e con una vita sentimentale un po' disastrosa. A differenza della madre che continua a scegliere ragazzi più giovani, lei invece si butta su uomini più grandi e (forse) maturi. Si frequenta da tre anni con Cris, un uomo sposato che non ha ancora trovato il coraggio di lasciare la moglie per via dei figli, e, nonostante ogni volta provi a mettere un punto a questa relazione che non sembra condurla da nessuna parte, si ritrova sempre più coinvolta.

Oggi va così, con questo strano umore e il cuore più sereno, ma so già che presto tornerò a essere la solita Greta, quella che vede il bicchiere mezzo vuoto, perché così è sempre preparata al peggio. Quella che non si fida mai degli altri, perché troppe volte lo ha fatto e si è ritrovata da sola. E fa male. È un dolore che non voglio riprovare mai più.

Dall'altra parte Patrik ha una storia passata che vorrebbe dimenticare, divide l'appartamento con
Ludovica, una giornalista che sta facendo carriera soprattutto nel campo della moda, alla quale sembra interessare tutto quello che gravita intorno alla sua figura. Così possiamo dire che la mobilità lavorativa di Patrik viene vista come un modo per cambiare aria, rimettersi in gioco e voltare pagina verso un futuro migliore.
MA... perché c'è sempre un ma... la vita è veramente strana e Patrik si ritroverà a servire birra fredda a Greta mentre si trova in vacanza sul lago d'Orta, procurandole una bella sbronza e cercando di approfittare della situazione per far sentire la “Lady di Ferro” in colpa per avergli fatto perdere il lavoro... tanto che, al suo risveglio, gli farà una proposta che non potrà rifiutare...

“Perché quando ami una persona, non vuoi vederla soffrire e, a costo di stare male da morire, la lascia andare se hai la certezza che sarà più serena lontano da te.”

La storia si annoda e si snoda meravigliosamente; è ironico al punto giusto e carico di romanticismo. I POV si alternano ritmicamente facendoci conoscere due storie totalmente diverse, ma è l'epilogo che darà la botta finale al suo lettore.
Ho apprezzato la costruzione di entrambi i personaggi. Greta è una donna forte e fragile allo stesso tempo; al lavoro indossa la sua maschera, o meglio la sua armatura, facendo in modo di non farsi ferire dalle persone che le stanno intorno; cosa che però non riesce a fare con il suo amante Cris, che continua a rigirarsela tra le mani come un burattino usando la carta del romanticismo e con promesse che si porterà via il vento. È bello anche leggere del rapporto che aveva con i nonni, di quanto fosse loro legata, e la rabbia che prova nei confronti della madre per come gestisce il patrimonio ereditato; ma anche in questo caso si assisterà a un'evoluzione, e il ruolo della madre verrà ampiamente rivalutato.
Patrik... che dire di questo bell'uomo, dolce, romantico e passionale??? Lui è per metà italiano e per metà svedese; la sua è una famiglia numerosa e nonostante i genitori siano separati, tra loro continua a esserci dialogo, affetto e stima reciproca. Ha subito una perdita che lo ha profondamente segnato, ma forse la cosa che lo ha ferito è sentirsi tradito dalla persona che ha veramente amato e alla quale aveva affidato il suo cuore. Il fatto di aver perso il lavoro non lo fa restare con le mani in mano, anzi, si dà subito da fare e forse i suoi sforzi verranno ampiamente ripagati; ma alcune spine rimarranno conficcate nel suo petto e passerà del tempo prima che possano spuntare nuovi fiori.


“L'amore ha una doppia faccia. Ti porta a toccare il cielo con un dito, ma ti fa tremare forte per la paura di perdere chi ami. Eppure è meglio rischiare di essere felici che non provarci affatto.”

Questo romanzo è quello che ci vuole per staccare dalla solita routine, una lettura scorrevole, agevolata non solo dai POV alternati, ma da capitoli abbastanza brevi che ti fanno desiderare di andare avanti e continuare a leggere fino a incontrare la parole “fine”... o almeno, questo è quello che è successo a me.
Sono poco d'accordo sulla scelta del titolo, anche se il lunedì sembra rivelarsi una giornata particolare per entrambi i protagonisti; mentre per quanto riguarda la cover, avrei fatto più attenzione ai dettagli, sopratutto perché... eh no, toccherà leggere il romanzo, e forse anche voi darete ragione a questa mia piccola obiezione.
Ammetto che questo è il primo libro che leggo di questa autrice, e non posso che farle i più sentiti complimenti perché è una storia che porta a riflettere e che è in grado di rubare una lacrima anche ai cuori più duri.


Daniela Volonté è nata a Como, ha una laurea in Economia e Commercio e una in Scienze della Comunicazione, e tra l’una e l’altra ha lavorato come impiegata. Il suo sogno era diventare correttrice di bozze, per poter conciliare lavoro e famiglia. Scrive per passione, ma lo fa a tempo pieno… perché vi dedica ogni minuto libero della sua giornata. Con la Newton Compton ha pubblicato Buonanotte amore mio, diventato subito un bestseller ai primi posti delle classifiche, L’amore è uno sbaglio straordinario e Non chiamarmi di lunedì.


2 commenti:

  1. Grazie di cuore per la bellissima recensione!

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    1. Grazie a te per aver scritto una storia come quella di Patrik e Greta ^_^

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