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venerdì 24 giugno 2016

LE CESOIE DI BUSAN di Karen Waves

Quando Valentina conosce Won-ho capisce subito tre cose: la prima, che è la persona più antipatica che abbia incontrato in Corea; la seconda, che le sue labbra bellissime non possono cambiare questo fatto; e la terza, che se le chiederà di uscire gli dirà sicuramente di no. Dopotutto, non hanno niente in comune: solo un pessimo carattere, un umorismo tagliente, la profonda insofferenza per tutto ciò che non si possa fare in tuta e la passione che li consuma ogni volta che si incontrano. Ma Won-ho è tanto abile nel convincere Valentina quanto lo è a potare gli alberi di Busan e così, tra picnic al chiaro di lampione e caldi pomeriggi nei frutteti, la loro relazione cresce e l’attrazione si fa sempre più intensa.
Anche se la coinquilina di Valentina insiste che si stanno innamorando e che sono fatti l’uno per l’altra, la famiglia di Won-ho si oppone e Valentina si trova di fronte a una scelta difficile. La storia d’amore con Won-ho sopravvivrà, o lei e il suo appassionato potatore hanno i baci contati?

Ho aperto il libro e mi sono ritrovata all’improvviso in Corea. All’università di Busan, intenta a cercare un posto perfetto per pranzare all’ombra degli alberi. Sono l’unica italiana in quel paese così distante e così diverso dal mio, ma lo amo comunque alla follia, nonostante il fatto che i suoi abitanti non riescano ancora a pronunciare correttamente il mio nome.

«Sono cresciuta ai confini di una pianura… Se ti guardavi avanti non c’era nulla e dietro solo le montagne.»
Lui rise. «Suona deprimente.»
[…]«Ha i suoi difetti, ma si appartiene pur sempre al luogo in cui si è nati.»

La protagonista, Valentina, ha origini venete. Si trasferisce in Corea per completare gli studi e andarsene il più lontano possibile da Bassano del Grappa e dall’Università di Padova. Condivide l’appartamento con la sua coinquilina Yae-rim, la cui personalità è ai confini del surreale-comico-spaventoso (un po’ come Kim Jong-un! XD), e passa il suo tempo a studiare e a guardare k-drama in tv.
Fin dall’inizio, si capisce che Valentina è una ragazza con i piedi ben piantati a terra, intelligente, responsabile e sarcastica al punto giusto.
Conosce Won-ho il giorno in cui a Busan si pota, e il loro incontro non è dei più piacevoli. Il potatore, oltre ad essere incredibilmente bello, e anche piuttosto antipatico, e non dimentichiamo che ha sottratto a Valentina l’uso della sua panchina preferita.

“Cesoie in mano, giacca sbottonata (abbiamo capito, non patisci il freddo, complimenti alla tua virilità dirompente, pensò gelida Valentina […].”

La loro storia inizia decisamente col piede sbagliato, ma complice un appuntamento andato ancora peggio, i due si ritrovano ben presto a godere della compagnia altrui.

«Porti la ragazza italiana in una pizzeria di Busan?»

Won-ho è un ragazzo d’oro. Sfido chiunque a non innamorarsi di lui. Le parole di Karen lo descrivono in tutta la sua bellezza esteriore, ma è qualcosa che ha dentro che ci attrae davvero. Sembra un personaggio misterioso, sotto certi punti di vista ma, a ben vedere, credo che il suo carattere sia il frutto della naturale e tipica riservatezza orientale. Won-ho non è solo un potatore provetto, ma è anche un surfista, per la gioia degli occhi di Valentina, e della nostra immaginazione, e possiede una mente letterata.

Il sentimento che unisce i due protagonisti cresce lentamente e sotto la superficie. Entrambi sanno che hanno i giorni contati, ma si lasciano trasportare dalle onde finché c’è tempo, e alla fine si ritrovano nell’alto mare dei sentimenti. Quelli veri, quelli che fanno male, e che guariscono allo stesso tempo.
Quello che mi è piaciuto di più di questo libro, oltre alla storia non proprio d’amore, ma neanche solo di sesso, tra Valentina e Won-ho, è il modo in cui l’autrice è riuscita ad inserire abbastanza dettagli della vita dei due, da farci volere di più. Il fratello di lui, ad esempio, i suoi genitori, e i suoi studi universitari. La madre di Valentina, e il futuro che intende perseguire. “Le cesoie di Busan” è il primo libro di una serie e mi ritrovo qui che fremo per avere il secondo, letteralmente.

Se proprio vogliamo trovare dei difetti in questo libro, potrei menzionare una piccola pecca: l’uso della terza persona, invece della prima. Mi sarebbe piaciuto leggere di Valentina senza alcun filtro tra me e i suoi pensieri, ma lo stile di Karen rimane comunque eccezionale. In alcuni punti, poi, ho notato una punteggiatura un po’ assente, e in altri troppo presente. Ma niente di eccessivamente fastidioso!

Se non avete idea di dove sia la Corea, e tutto quello che sapete di coreano è “Oppa Gangnam Style”, ma siete incuriositi da questa storia, non temete! Vi invito a leggere il libro di Karen e vi sfido a non innamorarvi di questo splendido paese. Io ne conosco la storia, avendola studiata all’università, e posso assicurarvi che ancora più del Giappone, ancora più della Cina, la Corea nasconde una cultura e una tradizione davvero incantevole, unita a un progresso tecnologico costante, e a una mentalità così chiusa e rigida, quanto esterofila.

Credo che il libro di Karen sia centrato alla perfezione su questo tema, e che i due protagonisti ne siano il sunto.

Davvero complimenti!


Karen Waves è nata a Vicenza, ma vive a Padova dove studia lingue moderne all’Università. Scrivere è sempre stata la sua passione, ma Le cesoie di Busan è il primo romanzo che si è decisa a pubblicare. Come ispirazione ha avuto i suoi grandi amori: la Corea, le storie romantiche e gli alberi.


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