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giovedì 30 giugno 2016

DREAMOLOGY di Lucy Keating

Oggi porto alla vostra attenzione una nuova autrice, che si vocifera ormai possa trovare un nuovo porto anche in Italia. Uscita negli States grazie ad HarperTeen ad aprile di questo anno, Lucy Keating ( qui vi lascio anche il link al suo blog http://www.lucykeating.com) questo il suo nome, vive a Los Angeles, benché sia cresciuta a Boston, ed ha debuttato nelle librerie grazie ad un YA tinto di rosa, seppur con una sfumatura molto particolare, intitolato Dreamology.

Che cosa posso ancora dirvi?
Qui di seguito vi propongo la trama tradotta dalle Cosmo Girls e di seguito la mia traduzione del prologo del libro.


Da sempre, Alice sogna Max. Insieme hanno viaggiato per il mondo e si sono innamorati perdutamente, irrazionalmente. Max è il ragazzo dei suoi sogni, e solo nei suoi sogni, perché Max non esiste.

Quando Alice arriva in classe, il suo primo giorno all'interno della sua nuova scuola, vede proprio lui.
Questo Max, però, non è per niente come il Max che popola i suoi sogni.Questo ragazzo è testardo e complicato e ha tutta una vita davanti a se', una vita dove Alice non vi ha alcun posto. Cercare poi di fare la sua conoscenza non è per niente facile come Alice sperava.

Quando i sogni si mischiano pericolosamente con la loro vita, i due si rendono conto che potrebbero dover mettere fine ad una vita fatta di sogni l'uno sull'altra.

Ma quando ti innamori nei tuoi sogni, la vita reale potrà mai essere abbastanza?


Mentre ero in rete mi son imbattuta nell'estratto pubblicato dalla casa editrice americana (https://www.harpercollins.com/9780062380005/dreamology) e ne son rimasta talmente entusiasta da avervi tradotto il prologo.

Questo libro mi ha già conquistata, ma ora lascio nelle vostre mani ogni opinione.
Buona lettura!
Traduzione del prologo da parte del blog Romance and Fantasy for Cosmopolitan Girls.

28 Agosto


Sono proprio in mezzo al salone principale del Matropolitan Museum of Art, ad esattamente nemmeno un metro da dove ho vomitato al mio decimo compleanno, poco fuori dalla sala Egiziana.
Soltanto che questa volta non ci sono marsupi, nessun rumore di scarpe contro il pavimento appena lucidato. Contro i miei piedi questa volta non c'è il vomito tinta rosa brillante ( dovuto al gelato al lampone, se siete interessati) picchiettato con piccoli pezzettini di Lucky Charms ( "Solo al tuo compleanno" diceva mio padre, e non lo ha mai più detto)
Questo volta c'è un abito di quindici libbre, tempestato di cristalli, come quello che Beyoncé ha indossato ai Grammys.
Questa sera le luci son splendenti e le persone stanno bisbigliando e guardando nella mia direzione.
Questa notte, per una qualche ragione, sono qualcuno.
Bevo un sorso di champagne e mi sposto da una stanza all'altra, apprezzando le opere d'arte.
Ed è qui che mi trova Max, in piedi di fronte alle Ballerine di Degas, nella parte dedicata all'Impressionismo.

"Lo sai, posso ballare anche io" Lui fa scivolare un braccio intorno alla mia vita e tutto il mio corpo si fa immediatamente più caldo. 

"Dimostralo" dico io. Non ho bisogno di portare lo sguardo lontano dal dipinto per sentire i suoi occhi su di me, per sapere che sta sorridendo. Ho sempre la costante paura di dimenticarmi di lui.

Prende il mio braccio, facendomi poi fare una piroetta e io chiudo gli occhi. Quando li apro di nuovo ci troviamo a dondolare insieme nel giardino sul tetto. Le piante son ricoperte da lucine che brillano.

"Stai facendo una bella figura con questo completo" sussurro contro il suo collo.

"Grazie. E' quello che ha indossato Beyoncé ai Grammys", afferma con un tono molto serio, e subito dopo entrambi scoppiamo a ridere. Prima che io possa riprendere fiato, la presa di Max su di me si fa più stretta, ed è in quel momento che mi bacia. facendomi piegare il busto indietro così tanto che che io perdo il senso dell'equilibrio ed ogni percezione di me stessa.
Non avevo mai realizzato che esistesse un bel modo di perdere la testa prima di questo.

"Mi sei mancata" sussurra facendomi poi fare un'altra piroetta.

Compare poi il ragazzo delle consegne della pizzeria Joe sulla 110, sembrando impaziente.

"Sei affamata?" mi chiede Max "Ho ordinato da mangiare".

All'interno del cartone della pizza, però, non c'è nessuna pizza, ma solo un grande biscotto Oreo tagliato in otto fette, proprio come una torta. Allunghiamo le nostre mani verso di essa e  ne prendiamo una grossa fetta ciascuno. Prima di portarmela alla bocca colgo un'occhiata maliziosa riflessa nello sguardo grigio di Max, e velocemente, mi spiaccica la sua fetta in faccia. All'improvviso. Così io gli lancio subito dopo la mia.

Corriamo lungo le gallerie, in parte nascosti dietro alle statue romane, eludendo imbarazzati i clienti, AS , scagliando manciate di torta Oreo su chiunque altro. Ho notato un membro della sicurezza del museo marciare verso di noi. Quando ho osservato più attentamente, ho notato che altro non era che il mio insegnante di scienze delle medie. Ho sempre odiato quell'uomo. Così, non facciamo altro che correre più velocemente.

Quando finalmente ci troviamo nel cortile della Tomba di Perneb mi fermo e guardo Max. Siamo ricoperti di dolce. Gioielli provenienti dalle mostre di tessuti europee adornano il mio collo e le mie braccia mentre Max ha un elmo medievale in testa. Assomigliamo quasi ad una coppia reale andata terribilmente a male. Un regno sotto il nostro comando avrebbe sicuramente fatto un'insurrezione.

Max pronuncia qualcosa, ma  non riesco a sentirlo se continua ad indossare quell'elmo e così lui tira su la visiera, mostrando le guance arrossate.

"Prendiamoci una pausa" dice ancora una volta. Ci sdraiamo sulla schiena nel cortile della tomba, ascoltando la sinfonia e il brusio delle voci attorno a noi. Sopra la nostra testa, dove ci dovrebbe essere il tetto del Met, c'è improvvisamente un cielo stellato.

"Sai che quando un nobile egiziano moriva, le persone che avevano amato spesso venivano seppellite con loro" dico poco dopo.

"In realtà penso fossero solo servi, perciò potevano servir loro nella vita che li attendeva." Max mi corregge, sempre tale e quale a un "so tutto io".

"Beh, se io morissi vorrei tu fossi seppellito con me." Mi giro da una parte, in modo da averlo di fronte.

"Grazie davvero piccola." esclama "Questa è senza dubbio la cosa più inquietante che tu mi abbia mai detto"

Un basso grugnito fa eco attraverso i muri di pietra, e io vedo un piccolo facocero africano accanto a Max, che lo fissa ingenuamente.

"Chi è?" Gli domando subito dopo.

"Questa è Agnes" Max fa un cenno in direzione del maialino. "Mi ha seguito dal mio volo in Oceania. Penso si sia innamorata"

"Allora mettiti in fila Agnes" dico nella sua direzione, appoggiando la mia testa sul torace di Max, respirando profondamente. Come sempre lui profuma di bucato e di bosco. Il suono del battito del suo cuore mi  culla.

"Non ti addormentare" Mi implora. "Non abbiamo avuto abbastanza tempo".

Tuttavia non sono d'accordo, questa serata è stata perfetta, tutto ciò che potessi desiderare.

"Ci vediamo presto" Mormoro, pregando che non si addormenti prima che gli senta pronunciare la stessa frase. E' una cosa tutta nostra, un'abitudine velata anche dalla superstizione, per essere certi che ci troveremo l'un l'altra ancora.

"Ci vediamo presto" ha finalmente detto con un sospiro.

I miei occhi piano si stanno chiudendo, con il rumore dei lievi sbuffi di Agnes nelle orecchie.

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