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venerdì 2 settembre 2016

Segnalazione : A MODO MIO di Viola Raffei


Julie è una bellissima ragazza di 25 anni che sta per laurearsi in agraria, quando incontra Leonardo, uno splendido e affascinante giovane che le sconvolge letteralmente la vita e soprattutto i sensi: sa fare l’amore come nessuno prima di lui! Le cose, però, non vanno come lei sperava e la comparsa di un nuovo ragazzo, Gabriele, mescolerà le carte rendendo tutto assai complicato e difficile.Si ritroverà in mezzo a due fuochi senza sapere che direzione prendere. Riuscirà l’amore a indicarle la strada giusta? Tra amori, lacrime, baci, sesso, Julie capirà con chi vorrà vivere il resto della sua vita.



Era impossibile non notarlo, con addosso solo jeans e maglioncino, riusciva comunque a catturare lo sguardo di tutte le donne presenti nel locale e ne era consapevole, si capiva bene dalla fierezza dei suoi movimenti e dal suo sguardo.
“Ciao Julie.”
“Leonardo…”
“Prima che tu possa dire qualcosa devo scusarmi con te, sono stato un cafone, non ti ho più chiamata, ho avuto parecchie cose da sbrigare.”
Nel dire quelle parole le sfiorò la mano e come per magia tutto dentro di lei si risvegliò, doveva essere lucida per dirgliene quattro, quindi con una scusa gliela tolse da sotto la sua.
“Senti Leonardo, sei tu che devi ascoltare me e cerca di non interrompermi per favore. Penserai che io sia una ragazzina che adora gli uomini stronzi come te, ma ti sbagli! È vero, mi sono lasciata scopare senza sapere chi fossi, ma credimi l’ho fatto in un momento particolare, di debolezza, perché mi andava, anche noi donne possiamo ragionare da uomini a volte, ma non sono una facile, prima d’ora non mi ero mai comportata così. Odio chi mi dice che mi chiamerà e non lo fa, trovo abbastanza patetica la cosa, soprattutto perché se non ci fossimo incontrati di nuovo per caso, come del resto è sempre stato da quando ci conosciamo, col cavolo che avresti queste tue pseudo scuse da pormi. Quindi risparmiami patetiche bugie per favore, perché di cazzate, credimi, ne ho già sentite parecchie da quelli come te.”
Leonardo la guardava con fare divertito come se gli stesse raccontando una barzelletta e questo la fece arrabbiare ancora di più.
“Sei veramente bellissima, questa è la pura verità e sono convinto che te lo sei sentita dire molte volte nella tua vita. Hai ragione quando dici che ci siamo sempre rincontrati per puro caso e ringrazio la mia buona stella per questo, ma tutte le volte sono stato molto felice, credimi.”
“Leonardo, ripeto che non ho voglia di essere presa in giro, in fondo il mio numero ce l’avevi e non è che chiedo una storia d’amore alla Romeo e Giulietta, solamente pensavo che qualche sera ci potevamo divertire insieme.”
Improvvisamente un guizzo di lussuria balenò negli occhi di lui come se fosse proprio quello che voleva sentirsi dire.
“Oh mia bella Julie, è incredibile, sei veramente una sorpresa, sono abituato a capire a colpo d’occhio cosa voglia una donna da me, ma questa volta devo riconoscere che ho sbagliato e anche di parecchio.”
“E quale sarebbe l’idea di che ti sei fatto su di me, se posso chiedere visto che pensi di essere così perspicace?”
“Beh sai, la prima volta che ci siamo incontrati ho subito notato il tuo seno e i tuoi occhi, ho pensato fossi molto bella ma anche molto impacciata sul come rapportarti con un uomo, in fondo ti è bastato un bel faccino per offuscarti la mente, così ho preferito non approfittare della situazione.”
“Approfittare della situazione?”
Chiese Julie, incredula e anche un po’ offesa.
“Sì tesoro, se solo avessi voluto ti avrei scopata quella sera stessa.”
Un brivido le percorse la schiena, sapeva bene che aveva ragione ma come si permetteva di parlarle così e soprattutto, perché glielo permetteva?
“Poi a quella festa ricordo che mi stavo annoiando a morte e gironzolando in giro per l’appartamento vidi quella porta e incuriosito entrai e quando ti vidi lì in mezzo a quei fiori, non potei credere ai miei occhi: eri splendida, quel vestito ti fasciava in una maniera peccaminosa, mi avvicinai a te per capire se anche tu sentivi lo stesso effetto e mi bastò un istante per capire che anche tu mi volevi. Lì pensai di trovarmi davanti a una donna lussuriosa che sapeva esattamente quello che voleva; poi il giorno che ti rividi in quel negozio, notai che era di una dolcezza infinita il modo con cui ti controllasti allo specchio prima di decidere se fare finta o meno di avermi visto.”
Così dicendo scoppiò in una risata e fu in quell’esatto momento che Julie s’innamorò di lui senza neppure rendersene conto.
Cercò di riprendere un minimo di controllo, lui riusciva sempre a sconvolgerla.
“Credi sempre di sapere tutto, ma ancora non mi hai detto quale è l’idea finale che ti sei fatto di me.”
“Tu sei indubbiamente bellissima e fai finta di non saperlo, in realtà sai che non è così, sei una ragazza che sa quello che vuole, magari troppo impegnata a compiacere gli altri, forse stai studiando qui a Roma, il tuo accento ti tradisce, probabilmente hai qualcuno che ti mantiene e cui rendere conto dei tuoi esami, chissà, un padre che non voleva te ne andassi lontano da lui. Come sto andando?”
Julie bevve un altro sorso di Bellini e l’unica cosa che seppe dire, fu:
“Vai avanti.”
“Hai avuto qualche storia, ma niente che ti facesse battere il cuore in maniera decisa ed è questo che vuoi: un amore travolgente, selvaggio, che sia puro istinto, che non ti permetta di ragionare, per questo ti è piaciuto da impazzire quando ti ho presa in quella serra senza darti spiegazioni. Sono sicuro tu abbia avuto molte altre fantasie, dopo quella notte, che hai cercato di saziare come meglio hai potuto, ma senza i risultati sperati…”
“Ma chi ti credi di essere? Come ti permetti?”
“Ti si legge negli occhi… Ho centrato il bersaglio, vero?”
“Leo, stammi a sentire, sarò estremamente franca con te, la nostra unica volta insieme è stata inaspettata ed estremamente eccitante, lo ammetto, ma è finita lì, non è che sono una quattordicenne alle prime armi. Fammi il favore di smettere di psicanalizzarmi, il fatto che tu ti spogli per vivere immagino ti faccia stare a contatto con parecchie donne che sbavano per te, purtroppo per te io non sono così.”
Eccome se lo era, ma il suo ego reclamava vendetta dopo essere stato così brutalmente analizzato e soprattutto… compreso.
“Il mio lavoro non è principalmente quello e comunque non ci vedo niente di male nel piacere alle donne e finché posso perché non guadagnarci in ogni senso?”
“Certamente, sei liberissimo di fare come meglio credi, non devi certo rendere conto a me.” "Rendere conto sicuramente no, non cerco una storia fissa ma se tu fossi d’accordo vorrei poterti far godere fino a impazzire.”                   D’istinto Julie chiuse le gambe, un improvviso calore le si irradiò dal basso ventre e sentì che si stava bagnando… si chiese come cazzo facesse a farle quell’effetto solo parlandole.        
“Leonardo siamo nel 2016 quindi non voglio fare la donzella che si scandalizza, ti dico che va benissimo, possiamo vederci ogni tanto e trarre piacere l’una dall’altro, tengo a precisare che anch’io non voglio una storia seria, sono troppo impegnata con gli studi.”
“Perfetto, allora che dici, da te o da me?”
“Cosa? Quando? Adesso?”
“Ma dai figurati, non fare la sorpresa, è già un po’ che non vediamo l’ora di saltarci addosso, c’è quest’alchimia fra di noi davvero eccitante.”
Doveva fargli credere che fosse veramente disinvolta come diceva, così lo invitò a casa sua. Uscirono dal bar e lui si avvicinò a una Audi TT bianca nuova di zecca e gentilmente le aprì la portiera per farla accomodare, mise in moto e partirono. Mentre percorrevano la strada, Julie rifletteva su come Leo avesse compreso facilmente ogni dettaglio della sua anima. Non riusciva proprio a capacitarsi di come riuscisse a capire così bene quello che provava; anche adesso aveva un bel sorriso beato in faccia di chi sa benissimo di piacere al resto del mondo senza fare la minima fatica.
“Siamo arrivati, parcheggia pure qui.”
Stavano salendo le scale ed era convinta che potesse sentire i suoi occhi sul suo culo come se lo stesse palpeggiando, forse era solo una fantasia ma tanto bastava a farla eccitare. Arrivati sul pianerottolo, si fermò un attimo per cercare le chiavi nella borsa e sentì davvero una sua mano sul culo … non era una sensazione, ma proprio la mano di un impaziente Leonardo che stringeva le sue sode chiappe, e non solo. Si strinse a lei per farle percepire chiaramente la rigidità del suo sesso. Appena chiusa la porta di casa, fu l’inizio del paradiso in terra.
Leonardo la prese in braccio con irruenza facendole cadere sia le chiavi che la borsetta, la schiacciò al muro e si assicurò che le sue gambe gli cingessero la vita per farle sentire a pieno il suo cazzo già pronto all’uso. I baci di Leo erano come un’oasi nel deserto e Julie ne aveva un disperato e violento bisogno, quella lingua si muoveva con una maestria che faceva solo immaginare quanto potesse esser piacevole farsela leccare; il solo pensarlo la eccitò ancora di più. Le dava piccoli morsi alla base del collo e con una mano stava tormentando i suoi capezzoli in una dolce agonia, era eccitata all’inverosimile e lui lo percepiva, sembrava adorasse farla arrivare al culmine per poi rallentare, questo suo modo di agire non faceva altro che prolungare l’eccitazione del momento. Leonardo la guardò con il fuoco negli occhi e improvvisamente si ritrovò a terra sul tappeto dell’ingresso con addosso mani esperte e veloci che la stava spogliando. Julie prese un po’ coscienza per ammirare il modo con cui Leonardo si spogliava, lo aveva visto anche poco prima alla festa, ma ora che lo spogliarello era solo per lei, era tutta un’altra cosa. Il corpo del suo amante era semplicemente perfetto e ammirarlo era per lei fonte di grande piacere. Il suo cazzo rispecchiava tutto il suo essere: grande, duro e pieno di promesse piccanti. Leo si assicurò che fosse pronta per lui; fece scivolare nella fessura fradicia prima un dito poi un altro, iniziando una deliziosa danza per sfiorare quel meraviglioso punto G che tanti stanno ancora cercando. Julie si stava godendo come una pazza quel dolce ditalino quando venne penetrata senza preavviso, velocemente, in maniera tale da toglierle il fiato, sentì tutto l’ardore maschile dentro di lei, fino in fondo, come se quelle spinte potenti potessero marchiarla. Lo desiderava, voleva quell’amplesso, aveva sognato più volte di essere sbattuta con forza contro il muro, una scopata selvaggia come quasi ogni donna desidera, a volte pretende dal proprio uomo e ora veniva accontentata. Leo ancora una volta si stava dimostrando un amante con i fiocchi. La scopata in piedi ancora una volta mostrava il suo fascino animalesco: lui affondava il viso ora sul collo, succhiando e mordendo (vabbè, poi ai segni penseremo domani) ora tra i seni, succhiando i capezzoli che non chiedevano altro che essere maltrattati. Restava il tempo per qualche bacio mentre il bacino si muoveva ritmicamente, il cazzo scivolava nella figa che ormai gocciolava e rigava le cosce di Julie che, presa da un’eccitazione furiosa e repressa troppo a lungo, esplose in un magnifico orgasmo prima ancora del suo uomo. “Sì, sì non ti fermare ora, sto godendo ….”


Viola Raffei è una donna di 35 anni, marchigiana, sposata madre e ora anche disoccupata. Era ormai un po’di tempo che aveva iniziato a scrivere il suo libro e con questa imprevista sterzata nella sua vita, ha deciso che era arrivato il momento di terminarlo e pubblicarlo. Viola è estremamente socievole e anticonformista, parla di tutto con tutti, non ha peli sulla lingua anche se non tutti apprezzano. Si augura che lo facciano i suoi lettori.


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