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venerdì 23 settembre 2016

SONO SOLO UN RICORDO di C.K. Harp


La vita non è stata facile, per Tyrone Vidal. L’infanzia e l'adolescenza con un padre autoritario e violento lo hanno provato e reso insicuro, ostacolando le sue naturali inclinazioni. Solo il matrimonio con Sandy e la nascita della loro bambina Janet sembra restituirgli un po' di serenità, almeno finché non si imbatte in Richard Ford. Il giornalista freelance rivoluziona tutta la sua vita, lo riporta alla sua vera essenza e lo sprona a credere in se stesso e in ciò che è realmente. L'attrazione che Tyrone prova per lui impiega un battito di ciglia a diventare amore e neanche il richiamo del suo matrimonio sembra essere sufficiente a minare il forte sentimento che lo lega a Ford.

Ma la mente gioca brutti scherzi, e se per tutti questa è una mera constatazione, per lui diventa un futuro scritto quando arriva la notizia di una malattia che, in maniera lenta e subdola, sta iniziando a minare il suo corpo e i suoi ricordi. Eppure la realtà, come spesso accade, supera qualsiasi prospettiva e se il passato comincia a diventare sfocato, un grande amore può diventare l’unico faro da tener presente per navigare a vista. E respirare davvero come non si è mai fatto.
Oggi voglio parlarvi di questa storia di vita, che nella sua crudezza ha in sé una delicatezza fuori dal comune.

Ma forse è meglio che vi spieghi di che parlo, altrimenti penserete che stia vaneggiando!
Questo libro è un gay romance, ma oltre alle tematiche relative al genere ( amore contrastato, non accettazione della diversità da parte della società e della famiglia etc. ) affronta altre tematiche ugualmente forti e difficili. Oltretutto, lo fa raccontandoci la storia di Tyrone e Richard nel corso di un trentennio, nello specifico dal 1980, data dell'incontro tra i due, al 2010,  anno in cui in un certo qual senso i nodi vengono al pettine. La storia ce la racconta Tyrone, e ce la racconta in maniera lucida quando ancora la malattia non lo ha colpito pesantemente, in maniera confusa quando invece ormai la malattia ha preso piede.
Dopo questa premessa vi voglio riassumere la trama, in modo da farvi capire meglio.
Tyrone ha avuto un'infanzia tremenda, con un padre psicopatico e omofobo che ha abusato di lui in tali e tanti modi, da renderlo una persona segnata e insicura. L'omofobia del padre lo ha portato a negare ovviamente gran parte di sé, ad essere terrorizzato dalle sue reali inclinazioni sessuali. Dopo il matrimonio con Sandy e la nascita di Janet, sua figlia, gli sembra che la vita sia andata per lui finalmente nel giusto asse.
Ma la collisione con un paio di occhi verdissimi e profondi, che diventano lo specchio di quanto Ty abbia rinnegato se stesso e allo stesso tempo gli mostrano quanto ancora la vita abbia da donargli, se solo lui si lasciasse andare, rimette nuovamente tutto fuori fuoco. Oltre agli splendidi occhi verdi, Richard è un uomo bellissimo, con un fisico possente e Tyrone non riesce più a negare quello che prova, anche se il percorso dell'accettazione non è di sicuro privo di ostacoli. 

"Mi hai stupito, a dire il vero. Ho sentito molto bene il tuo disagio, venerdì, e nonostante tu abbia fatto anche lo spavaldo, sotto sotto si sentiva che eri combattuto. Credimi, ti capisco." gli disse Richard mettendosi comodo a guardarlo. Tyrone lo fissò, senza dire nulla, troppo preso ad osservare le rughe d'espressione ai lati degli occhi. Quei maledetti occhi verdi. Aveva due calamite, quel Ford, e le usava sapendo il fatto suo."

 "Tu sei un coglione!" ribatté lui, ansimando per riprendere fiato. " E un impulsivo del cazzo. Ti rendi conto di cosa mi hai costretto a fare? Hai una vaga idea del fatto che io qui vicino ci lavoro? Se qualcuno dovesse cominciare a chiacchierare... " " Tu saresti il frocio numero due dell'azienda... O forse passeresti  da subito in pole position, chi lo sa?" commentò sprezzante Richard che già si stava voltando verso il ponte, pronto a salirvi. " Ti ho detto fermati, cazzo!" gli ordinò questa volta. E nel proprio tono di voce, Tyrone riconobbe parte di quella di suo padre, ma anche tutta la disperazione di sapersi diverso. Perché se Ford fosse andato via, in quel momento, lui non sarebbe più riuscito a guardarsi con gli occhi che lo aveva costretto a indossare dal giorno in cui si erano conosciuti. "

Anche Richard è sposato, ma a differenza di Tyrone è consapevole che il suo sia un matrimonio di facciata ed è perfettamente sereno riguardo alla sua omosessualità, per cui gli scontri tra i due, sin dall'inizio, mettono bene in risalto questa differenza. Tyrone si sente dilaniato, da una parte l'amore per la sua famiglia, dall'altra Richard per cui prova sentimenti che non aveva mai neanche immaginato potessero esistere nella sua vita.
E ritiene di non meritare l'amore che riceve, sia da Richard che da Sandy, perchè per troppo tempo si è sentito ripetere di essere un abominio, carne avariata e nient'altro.
Quando sembra che la situazione tra loro abbia raggiunto un equilibrio, ecco che una diagnosi infausta, rimette nuovamente tutto in discussione. Tyrone scopre che tutto ciò che è, tutto ciò che ha, per lui ha una data di scadenza relativamente breve, una malattia degenerativa sta cercando di portargli via quello che di più prezioso ha, non solo la sua vita, ma anche i suoi ricordi, la sua capacità di essere autonomo. Lui non ritiene di essere meritevole di ricevere nulla, e si opporrà in ogni modo a questa notizia, non condividendola con nessuno per lungo tempo. Riuscirà ad accettare che l'amore che prova per Richard, ricambiato, possa essere la luce che lo tiene al sicuro quando il buio incalza? Lo scoprirete leggendo questa storia così bella e sofferta.

" Ricordi quando alla fine sei venuto da me e mi hai detto di sì? Te lo ricordi, piccolo? Credevo di morire per la felicità!"  Una mano lo accarezzava sulla guancia. Una mano fresca, delicata eppure forte. Avrebbe potuto amare quella mano, era così simile a quella... a quella di qualcuno che aveva effettivamente amato. Tanto tempo prima. Secoli, quasi. C'era l'eco di una risata, nell'aria, e di un profumo. Un profumo che lo aveva inebriato, un profumo che gli era entrato dentro e che, nonostante le stagioni, gli si era impigliato nei polmoni. [...] "Ricordo che ero incazzato a morte con te, per tutto il casino che stavi facendo e per qualcosa che era accaduta nei giorni precedenti. Non facevamo che litigare, quel periodo, e, diamine, ero stanco. Cazzo, se ci ripenso ne rivivrei altri mille di quei litigi..." Silenzio. " E insomma, spalancai la porta e tu ti buttasti in ginocchio, quel mazzo di fiori tra le mani come un fottutissimo principe azzurro e le lacrime agli occhi. Non so da dove ti venne l'idea, ma quel sì disegnato con le rose bianche tra tante altre rose rosse fu un colpo di genio, perché ammutolii e non ci fu verso di tirar fuori qualcosa di diverso da sorrisi e lacrime da poppante... Cristo, non ho mai pianto come nel periodo che va dai miei trentacinque in poi. Per colpa tua, cazzone. Ma quel mazzo di rose... spiccava come un faro. Il mio faro."

Questa è una storia difficile e piena di contraddizioni, ci troviamo davanti amore e sofferenza, battaglie e dedizione,  perdite e rimpianti.
Mi ha toccato nel profondo, per come tutte le tematiche sono state trattate, con forza e delicatezza insieme. Ma anche con molta accuratezza. Forse perché ho avuto modo di vedere con i miei occhi quanto una malattia degenerativa come il Parkinson logori non solo chi lo vive in prima persona, ma anche come chi ama e sta vicino a chi ne è affetto risenta di questo lento stillicidio fisico ed emotivo. Per questo voglio fare i miei più sentiti complimenti all'autrice. Non era facile affrontare questo insieme di temi ed emozioni, ma credo che lei ci sia riuscita alla grande. All'inizio la scelta di strutturare il libro con i salti temporali l'ho trovata un po' difficoltosa da leggere. Ma alla fine ho capito il perché di quella scelta e l'ho apprezzata. In quel modo ritengo sia più facile capire il passaggio dal Tyrone padrone di sé e della sua vita, al Tyrone che vive in un mondo tutto suo, fatto di momenti di consapevolezza alternati all'assenza più totale.
Ho amato entrambi, Richard per il suo amore e la sua dedizione, per la sua fragilità e la sua forza; Tyrone mi ha fatto dannare con le sue indecisioni e con le sue scelte, anche se comprensibili visto il suo passato, ma è un personaggio che non puoi non amare perché con le sue fragilità e la sua testardaggine orgogliosa, è un personaggio "vero", molto realistico.
Il personaggio di Janet mi ha creato non pochi scompensi, ma anche lei all'interno della storia ha una notevole maturazione, arrivando all'accettazione e alla comprensione dei suoi errori, e al tentativo di fare ammenda per le sofferenze che ha causato.
Sandy è un bel personaggio. Nonostante i suoi errori, comunque è una persona positiva. Una donna che cerca di tenere legato a sé il marito, ma allo stesso tempo è comprensiva e generosa nei riguardi di un amore che vede con chiarezza non rivolto a lei.
I personaggi sono ben caratterizzati, realistici e in linea con il racconto.

 Consiglio questa storia a chi ama il genere Gay Romance, ma non solo. A chi adora le storie sofferte, a chi non teme di leggere e guardare attraverso la lente delle più grandi paure che segnano la vita umana: la malattia e la sofferenza, il degrado progressivo e la perdita di se stessi. A chi approccerà questo libro con mente e cuore aperti, tanto verrà donato in cambio.

Come avrete già capito la mia valutazione è quindi più che positiva.


C.K. Harp è uno pseudonimo. Di una donna? Di un uomo? Non è un segreto, se cercate bene non è affatto difficile capirlo. Eppure non è importante. Perché C.K.Harp è comunque un’identità ben definita, il lato oscuro di una persona che, arrivata sulla soglia della grande distribuzione, ha deciso di mollare tutto e ricominciare dal principio facendo ciò che ama. Senza costrizioni, limitazioni, paletti di sorta. Senza correre il rischio di essere snaturata. Scrivere è una vocazione, trovare il proprio genere d’appartenenza un lusso.
E divertirsi ed emozionarsi, poi, la chiave che consente di andare avanti senza scendere a patti con la moda o i cliché.

C.K.Harp scrive LGBT, thriller in chiave omosessuale senza distinzioni tra donne e uomini. Perché siamo persone, prima che sessi.
Se volete entrare in contatto con C.K.Harp, conoscere le novità, le uscite, gli approfondimenti e i suoi traguardi, non dovete fare altro che andare sulla sua pagina facebook: https://www.facebook.com/ckharpmm  oppure cercarlo come @ckharpmm.


1 commento:

  1. Me la sono gustata... Lenta, dolce, scendeva giù corredata di brividi. Ma grazieeee! Grazie di cuore per queste belle parole. Sono contentissima di aver emozionato e trasmesso ciò che desideravo. Davvero: grazie!

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