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giovedì 22 settembre 2016

TUTTO IN OTTO GIORNI di Sadie Jane Baldwin



Quando nella tua vita le cose più importanti sono una bomboletta di spray anti aggressione e una calibro 38. Quando il tuo unico intento è quello di scappare da chi ti ha tolto tutto, da chi ti ha distrutto la vita, è difficile cedere alla passione, complicato capire se l’uomo che hai appena conosciuto sia quello che ti salverà o colui che ti rovinerà. Ma a Eva, giovane interprete londinese, la vita cambierà in soli otto giorni.
Otto giorni nei quali scoprirà cosa sia l'amore...

Questo è uno di quei libri che, prima di poter esprimere un giudizio oggettivo, devi chiudere, mettere sul comodino e schiarirti le idee. Durante la lettura ho cambiato spesso il mio pensiero: per alcuni versi mi è piaciuto tantissimo, per altri un po’ meno. Eva è una ragazza di ventiquattro anni, vive a Londra, parla quattro lingue, frequenta poche persone, non ama nessuno. Sì, perché Eva ha vissuto il trauma più grande che una donna possa subire: è stata stuprata da uno sconosciuto all’età di 14 anni. Ha perso i genitori in modo crudele, ha vissuto in un orfanotrofio e, inevitabilmente, è morta dentro un po’ anche lei. Finché non conosce il bello e possente avvocato Americano, caro amico di famiglia del suo papà adottivo, durante un incontro di lavoro. Perché, ogni tanto, un incontro casuale può cambiarti la vita in meglio e farti tornare la voglia di vivere… e ci possono volere solo otto giorni. Il libro è scritto in prima persona dal punto di vista di quattro personaggi diversi: Eva, la protagonista; Mathew il bell’avvocato; Fred, papà adottivo di Eva e capo della polizia; Sam, psicopatico-killer- stalker-ossessivo- figlio-di- una-buona- donna che ha stuprato Eva quando era ancora una ragazzina e che è tornato per finire il lavoro.

“Ma non mi scapperà ancora. Adesso lei tornerà da me, sono dieci anni che aspetto questo momento, esattamente dieci anni. È giunta l’ora di finire quello che ho iniziato”

Ho trovato la storia originale, così come la scelta di narrarla attraverso quattro diversi POV.
Il tema, molto delicato, viene trattato con i guanti: l’autrice è stata bravissima a non cadere nel melodrammatico senza risultare, però, mai superficiale. Ha saputo trovare un giusto equilibrio fra la gravità dei fatti raccontati e le parole usate per parlarne.

I POV di Sam sono stati sconvolgenti e quelli che ho apprezzato di più: pieni di suspense, capaci di far venire i brividi. Sembrava veramente di trovarsi nella testa malata di questo folle uomo accecato da un morboso attaccamento per questa ragazza.
Eva, nonostante abbia il sacrosanto diritto di essere una donna fragile e spaventata, è invece forte e combattiva, ho apprezzato molto questo personaggio femminile. Si merita un amore genuino, un uomo che la protegga. È successo tutto troppo velocemente? Insomma questa donna vive nel terrore da dieci anni, non si è mai più fatta sfiorare da nessuno e poi, in otto giorni, stravolge la sua vita? Perché no! Non oso immaginare cosa si possa provare a vivere un’esperienza del genere, probabilmente non ci si riprende più, ma mi piace pensare che ci sia una speranza, che arrivi il “principe azzurro” e con un colpo di spugna cancelli il dolore per lasciare spazio solo all’amore.

“Mi vuole avere? Ebbene ci provi, io sarò ponta. E quando mi avrà trovata, vedremo chi se ne pentirà. Non sono più la bambina spaventata di quattordici anni, che implorava di lasciarla andare mentre versava tutte le lacrime di una vota, che desiderava di morire come i suoi genitori. Adesso sono diversa, e quello che desidererà morire sarà solo lui”

Come dicevo, però, se il romanzo mi ha convinto molto per certi aspetti (molto bello anche il colpo di scena quando si scopre chi è realmente Sam) per altri mi ha lasciata un po’ perplessa.
Primo fra tutti è la sensazione che sia stato scritto da due persone diverse. Mi spiego meglio: riesco quasi a vedere l’autrice battere furiosamente sui tasti della sua tastiera descrivendo di getto i protagonisti e approfondendo le scene salienti e poi, sempre l’autrice, che taglia, accorcia, riassume parti di testo come se non ci fosse un domani, dando come risultato alcune scene troppo lunghe e altre decisamente troppo corte. Alcuni passaggi scorrono velocemente perché ben descritti, altri vengono narrati in modo così frettoloso che non si capisce cosa stia succedendo.
Il protagonista maschile è interessante ma non mi è arrivato al cuore. I suoi POV sono a volte scontati e alcune frasi sembrano messe lì un po’ a caso, un po’ ripetitive e, a mio modesto parere, non adatte ai pensieri di un avvocato di successo di trent’anni.

Tutto sommato è una bella lettura, scorrevole (soprattutto dalla metà in poi) e l’autrice sa il fatto suo, non c’è dubbio. In futuro vorrò sicuramente leggere altro di suo.
Se state cercando un romanzo a base di suspense e con una bella storia d’amore a farne da cornice questo libro potrebbe fare al caso vostro!



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