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lunedì 30 gennaio 2017

HAI CAMBIATO LA MIA VITA di Amy Harmon



TITOLO: Mi hai cambiato la vita.
AUTORE: AmyHarmon.
GENERE: New Adult.
AMBIENTAZIONE: Levan, Utah, Stati Uniti.
DATA DI USCITA: 26/01/2017

Lo trovarono nel cesto della biancheria di una lavanderia a gettoni: aveva solo un paio di ore di vita. Lo chiamarono Moses. Quando dettero la notizia al telegiornale dissero che era il figlio di una tossicodipendente e che avrebbe avuto problemi di salute. Ho sempre immaginato quel “figlio del crack” con una gigantesca crepa che gli correva lungo il corpicino, come se si fosse rotto mentre nasceva. Sapevo che il crack si riferiva a ben altro, ma quell’immagine si cristallizzò nella mia mente. Forse fu questo ad attrarmi fin dall’inizio. È successo tutto prima che io nascessi, e quando incontrai Moses e mia madre mi raccontò la sua storia, era diventata una notizia vecchia e nessuno voleva avere a che fare con lui. La gente ama i bambini, anche i bambini malati. Anche i figli del crack. Ma i bambini poi crescono e diventano ragazzini e poi adolescenti. Nessuno vuole intorno a sé un adolescente incasinato. E Moses era molto incasinato. Ma era anche affascinante, e molto, molto bello. Stare con lui avrebbe cambiato la mia vita in un modo che non potevo immaginare. Forse sarei dovuta rimanere a distanza di sicurezza. Ma non ci sono riuscita. Così è cominciata una storia fatta di dolore e belle promesse, angoscia e guarigione, vita e morte. La nostra storia, una vera storia d’amore.

Le prime parole di una storia sono sempre le più difficili da scrivere. Come se tirarle fuori, metterle per iscritto, ti costringesse ad andare fino in fondo. Come se, una volta iniziato, dovessi finire per forza. E come fai ad arrivare in fondo, se certe storie non finiscono mai?
Le parole che aprono questo incredibile capolavoro, preparano già a qualcosa di grande. Amy Harmon, per quanto mi riguarda, è sempre stata garanzia di emozioni e ottima lettura e sono contenta di non essere stata delusa da questo suo lavoro. “Mi hai cambiato la vita” è la storia di due ragazzi, Georgia e Moses, che non potrebbero essere più diversi, ma che si incontrano e si scontrano perché è così che vuole il destino. Le loro vite resteranno sempre legate e l’impressione che si ha, leggendo il libro, è quella di non voler mai smettere la lettura; di voler entrare nelle loro giornate, stare insieme fino alla fine dei tempi per non dover mai dire loro “addio”.

Georgia Sheperd ha 17 anni ed è una cow girl. Bionda, alta, snella e con occhi castani, sprizza energia da tutti i pori e sa esattamente, nel momento in cui posa gli occhi su Moses, che la sua vita sta per cambiare. Moses Wright è un figlio del crack. Così viene chiamato, sin da quando lo trovarono abbandonato in una cesta, in una lavanderia a gettoni della West Valley City. Ha occhi incredibili, giallo-verdi, come quelli di un gatto ed è di colore. Alto, con spalle larghe e un fisico snello, dopo essere passato da un membro della sua famiglia Wright all’altro, si trova a Levan, con la bisnonna Bibi. Lunatico, irascibile, sempre con la testa da un’altra parte, vede molto più degli altri e ciò lo porta a dipingere su qualsiasi superficie si trovi davanti. La pittura, per lui, è fondamentale: espressione di ciò che vede, di ciò che gli fanno vedere. È così che incontra Georgia.

È l’estate del 2007, la scuola non è ancora iniziata e la bisnonna Bibi gli trova lavoretti di ogni sorta, pur di tenerlo a bada. Il loro primo incontro ravvicinato si conclude con un bernoccolo in testa per la povera Georgia, ma sarà un evento molto più traumatico ad unirli, nonostante la reticenza di Moses a legarsi alle persone.
Qualunque sia stata la ragione, quando Moses arrivò a Levan per me fu come trovare altra acqua: fredda, profonda, imprevedibile e, come la pozza del canyon, pericolosa, perché non sai mai cosa nasconde sotto la superficie. E, come facevo da sempre, mi buttai.
Si registrava, in quei tempi, una serie anomala di sparizioni: ragazze che, da un momento all’altro, sfuggivano alla vista e al controllo dei genitori o dei fidanzati, per non tornare mai più. Durante il Rodeo UteStampete, cui Georgia partecipa, la ragazza subisce un’aggressione, scongiurata solo dall’arrivo di Moses. Per qualche motivo, lui era lì.

Moses ama dipingere. Su ogni cosa. I suoi dipinti, però, sono strani, a tratti inquietanti. E, soprattutto, non sono frutto di una personale ispirazione. Nonostante i suoi continui “no”, i tentativi di allontanamento e quasi la violenza con cui scaccia Georgia, i due si trovano a condividere molto più di una semplice amicizia.

«Non voglio la tua testa, Moses. Ho solo pensato che avessi bisogno di un’amica».

«Non ti permetterò di entrare nella mia testa, Georgia. È meglio che tu non veda cosa c’è dentro, fidati».

Ma, il comportamento di Moses genera pettegolezzi. Le sue stranezze, i suoi dipinti, originano una serie di domande e quesiti a cui è difficile dare risposta. Non si possono giustificare quei disegni. Non è possibile capire perché faccia ciò che fa, senza pensare sia personalmente coinvolto. E, alla fine, è un gigantesco murale sulla facciata di un cavalcavia a scatenare la diffidenza e il sospetto.
La sua onestà era disarmante. Niente trucchi. Anche quando tentava di nascondere i propri sentimenti, glieli leggevo in faccia. Era come vetro – pura, limpida e semplice come il giorno. E come vetro, la sua sincerità mi feriva.
Ma quella sera, col dubbio che aleggia tra i due, il viso di una donna bionda, l’attrazione diventa troppo evidente, quasi palpabile, al punto che è quasi impossibile ignorarla. E quando i loro corpi si uniscono, così come avevano fatto le loro anime prima del tempo, per quanto Moses cercasse di fuggire da quell’amore, di rinnegarlo quasi, il destino aveva già dipinto per loro la sua tela. Una tela fatta di dolore, cambiamento, trasformazione, crescita.
Mi infastidiva il fatto che il mio cuore avesse iniziato a battere più forte e che avessi i palmi sudati. Mi infastidiva che, non appena avevo sentito il suo nome, avevo rivisto immediatamente un’esplosione di colori dietro ai miei occhi, che mi aveva ricordato il caleidoscopio che i baci di Georgia avevano sempre scatenato nella mia testa.

Alla morte della bisnonna Bibi, il mondo dei due giovani viene ribaltato. In questo periodo particolarmente delicato, incontra Tag, che diventerà la sua àncora di salvezza.
«[…] Io sono Moses e tu sei Tag. Questo non cambia. Quindi, o ci facciamo i conti qui, o ci facciamo i conti là. In tutti i casi, lo dobbiamo affrontare. E la morte non cambia niente».
Passeranno 7 anni prima che i due si vedano di nuovo. Moses accetta la proposta di Tag di girare il mondo e si fa un nome come pittore. Ha ricacciato via i ricordi della sua adolescenza a Levan, relegandoli in un cassetto della memoria, convinto che Georgia sarebbe stata meglio senza lui. Ma una serie di circostanze lo costringono a tornare.

Non volevo tornare a Levan, da Georgia, o agli anni precedenti. Non ero mai voluto tornare, e negli anni avevo sepolto il suo ricordo sotto una pila di sassi, l’avevo sotterrata in fondo al mare.

Rivedere Moses è un trauma per Georgia. Di acqua sotto i ponti ne è passata. È una donna ormai, con un dolore grandissimo con cui convivere. Tuttavia, non è preparata al ritorno di Moses.
Non avevo voglia di scambiare due chiacchiere con un grande errore. E lui era questo. Un enorme errore. Volevo sapere perché si trovava a Levan.
È un ritorno di dolore, di segreti in fondo al cuore, di lacrime, disperazione. Un ritorno di notizie sconvolgenti, per quanto già immaginate e conosciute da Moses. È anche il ritorno del sospetto, di nuove sparizioni di giovani ragazze. Ma è l’amore, che in realtà non è mai andato via, a tornare più forte di prima. Moses, che era sempre scappato dai sentimenti, decide di restare perché quello è il suo posto. Perché accanto a Georgia la vita è più bella. Ma la dolce presenza, che aveva considerato il motivo per cui era dovuto tornare, non va via. Il motivo, sarà presto chiaro e sconvolgerà ancor di più le loro vite.
«Gli occhi di Georgia, i capelli di Georgia, la bocca di Georgia, l’amore di Georgia. E le sue lunghe, lunghe gambe».

È raro che io resti senza parole. Eppure, al cospetto di così tanta perfezione, mi trovo, mio malgrado, a riconoscere l’impossibilità di trovare parole adatte per descrivere ciò che ho appena finito di leggere. Concludendo la lettura, ho avuto l’impressione di lasciare due amici, tanto mi son fatta prendere dalla storia.

“Mi hai cambiato la vita” ti trascina dentro, completamente. Ti fa annegare in un mare di emozioni e regala momenti magici. Attimi di paura, timore che tutto possa finire da un momento all’altro. Ti fa controllare le pagine e urlare “ti prego fa che non finisca qui!”, ma quando arrivi alla fine, sei in pace. Perché sai, come loro, che il cerchio si è chiuso. E partecipi alla loro gioia, all’amore sconfinato che li lega, con la consapevolezza che, quando il destino è scritto, può capitare qualsiasi cosa, ma se due persone sono destinate a ritrovarsi allora, in qualche modo, lo faranno.

Ho amato Moses. Infinitamente. Il Moses “adolescente”, irrequieto, artista incompreso, spaventato, rotto. E il Moses “adulto”, consapevole, sicuro, dolce, uomo. Ho amato Georgia, testarda, orgogliosa, distrutta. Ma ho anche odiato e, se avrete il piacere di leggere, capirete chi. Tutti i personaggi sono perfettamente caratterizzati, tanto che si ha davvero l’impressione di conoscerli. Di sentire l’odore delle torte di Bibi, o il profumo del fieno nella fattoria. Vedi Lucky e gli altri cavalli, o i dipinti di Moses. L’acqua scura della cisterna in una calda nottata d’agosto. Tutto grazie alla scrittura perfetta e scorrevole, passa davanti ai tuoi occhi come le immagini di un film. Avendo già letto altri lavori della Harmon, ho approcciato la lettura come chi sa che sta per leggere qualcosa di unico, ma non mi aspettavo fino a questo punto.

Sono piacevolmente sorpresa, meravigliata, piena di parole da dirvi ma consapevole che nessuna potrà mai essere all’altezza. Quando parlo di questo libro come di un capolavoro, penso che definirlo tale sia l’eufemismo del secolo, perché è molto, molto di più.

“Mi hai cambiato la vita”, titolo originale The Law of Moses, arriverà in Italia il 26 gennaio 2017. Se avete letto “I cento colori del Blu” o “Sei il mio sole anche di notte” sapete perfettamente cosa voglio dirvi, se non l’avete fatto, allora, vi prego di seguire questo piccolo consiglio: non lasciatevi scappare la possibilità di farvi cambiare la vita. Non correte il rischio di non conoscere questa storia.

Amy Harmon è una giornalista, nonché famosa autrice di bestseller. Sapeva, già in tenera età, che la scrittura sarebbe stata una componente essenziale della sua vita e divide il suo tempo tra la scrittura, canzoni e le sue storie. Essendo cresciuta in mezzo a campi di grano, senza una televisione, con solo i suoi libri e i suoi fratelli, ha sviluppato un forte senso di ciò che, secondo lei, rende buona una storia. I suoi libri vengono pubblicati i in tredici lingue diverse e al momento ne ha 10 al suo attivo. Davvero un sogno che diventa realtà per una bambina di Levan, nello Utah.


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