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giovedì 9 febbraio 2017

INNAMORATA DI UNO SCONOSCIUTO (Amber Series Vol. 1) di Gail McHugh


Amber Moretti non se la passa troppo bene. Si sente sola e ha il cuore a pezzi. Ma appena mette piede nella mensa del campus universitario le cose cambiano. Basta un attimo, uno sguardo. Solo che gli uomini sono due, non uno. Brock Cunningham e Ryder Ashcroft sono all’apparenza l’uno l’opposto dell’altro. Brock è tenero, sensibile, sa sempre cosa dire, è il classico “bravo ragazzo”; Ryder è più rude, misterioso. Come ci si può innamorare di entrambi? Amber non credeva fosse possibile, ma decide di non opporsi, di lasciarsi andare. Almeno fino a quando un evento inaspettato non rivoluzionerà le vite di tutti e tre…
Sapete perché ci piacciono i Romance delle autrici oltreoceano? Perché sono esagerati, irriverenti, raccontano di college americani, di uomini mai visti e sentiti (tutti super dotati, tatuati, ricchi, disdicevoli…), di super-gnocchi stra-fighi che si innamorano della protagonista di turno: una volta è dolce e indifesa, ovvero piena di problemi fino al collo, o una disgraziata, magari una vittima, una st****a colossale… ma hanno tutte un comune denominatore: quando lui mette gli occhi su di lei, deciso a farla sua (come se fosse una questione di vita e di morte) non ce n’è per nessuno. E noi? Noi in brodo di giuggiole perché questi Romance ci piacciono esattamente così.
Poi arriva Gail McHugh con il suo romanzo “Innamorata di uno sconosciuto” (primo episodio della Amber Series) e il primo pensiero razionale che ho avuto sfogliando l’ultima pagina è stato: “Cara Gail, questa è “un’americanata” troppo grossa anche per te!”

Amber Moretti inciampa – letteralmente – su Ryder Ashcroft. Bellissimo, tatuato, donnaiolo Doc, quarterback della squadra di football della Hadley University e un corpo peccaminoso rinchiuso in quasi due metri di muscoli. Un sogno. 
Lui è Ryder:

"Le tocco la guancia, sapendo che, se fosse mia, non mi farei prendere dalla confusione. non ci sarebbe spazio per i dubbi: non la dividerei mai con nessun uomo, il solo pensiero mi dà la nausea"






Ma Amber è fortunata al quadrato il suo primo giorno di college: conosce anche il migliore amico di Ryder… Mr. Brock Cunningham. Un angelo caduto dal cielo: capelli castani, ricciolino, capitano della squadra di football, apparentemente dolcissimo, premuroso e con un fisico da far venire l’acquolina in bocca.
Lui è Brock:



"Con Amber, sono di nuovo integro, un uomo che si sente completo quando ha sempre saputo di essere, un re che merita il tronosu cui la sua regina l'ha posto"






Amber ha un passato difficile alle spalle, un passato che Ryder e Brock – evidentemente veggenti – pensano di poter cancellare dalla memoria di Amber. Come? A suon di sesso sfrenato. 
Ma partiamo dal principio. Il prologo si chiude con una frase che lascia con il cuore in gola:

“Possedevano la mia mente e tutti i miei pensieri, erano la pulsione che faceva vibrare il mio corpo, ogni frammento della mia anima sbriciolata.Erano il fulmine nel mio cielo buio, l’impetuoso uragano che non vedevo mai arrivare, l’improvvisa fitta al cuore sull’orlo di un baratro pericoloso.Non potevo sapere che, prima del mio ventesimo compleanno la morte di uno dei due li avrebbe portati via entrambi dalla mia vita. L’assassino?Io…”
Ho ragione o no? Di conseguenza capirete la mia difficoltà nel proseguire la lettura. Io non voglio che uno dei due muoia, mi rifiuto! La bellezza del romanzo sta nel fatto che fino alla fine tutto è aperto, l’autrice non si sbilancia mai, non cede mai e tu non puoi far altro che leggere e sperare che non sia il tuo preferito a lasciarci le penne.
Il mio preferito? Contro ogni pronostico scelgo il quarterback tatuato stavolta… i finti bravi ragazzi non mi piacciono proprio.
471 (milioni di) pagine dopo – fatte di scene surreali e pagine, pagine, pagine, pagine di sesso esplicito interrotto costantemente da pensieri profondi e ripetitivi che smorzano il mood del momento – arriviamo alla fine. Okay ci siamo… chi muore… oddio… non lui, ti prego non lui… sta uscendo… ansia… oddio è fatta… e… e… CLIFFHANGER! 
What?!?
Il cliffhanger più inutile nella storia di tutti i cliffhanger inutili è presente in questo romanzo. Un seguito non ha alcun senso. Il libro è lungo e ripetitivo, l’autrice avrebbe fatto meglio a darci un
finale e buonanotte al secchio.
Devo, però, riconoscere a questa scrittrice il magistrale talento di dire la stessa cosa in settecentocinquantamila modi diversi. 
Il romanzo è scritto a POV alternati dal punto di vista sia di Amber, che di Ryder che di Brock. Piccolissimo dettaglio: scrivono e pensano tutti allo stesso modo.
Ripeto, sono la prima sostenitrice di questi folli amori che partono in quarta non appena gli occhi si incrociano, li adoro, vivo per questo genere di storia e bla bla bla… ma il troppo storpia. Questo romanzo è confusionario, esagerato, contraddittorio: lei dà un’immagine di sè di ragazza indurita dalla sua – orribile – esperienza di vita, con il cuore arido, che usa il sesso come via di fuga, che non ha mai amato, che non ha mai lasciato nessuno entrare nel suo cuore, nel suo mondo e che non ha mai svelato il suo crudele passato a nessuno. Poi arriva Brock, tutto (finti) cuori, arcobaleni e unicorni e lei spiattella la sua storia come se stesse raccontando di una cosa successa a un sua lontana parente. Due giorni dopo farà lo stesso con Ryder. Aggiungi al calderone la droga (tanta), le risse, litri di whiskey scolati (senza andare in coma etilico… non è questo che ammazzerà uno dei due protagonisti maschili!), sesso, pistole, scene alla Miami Vice e il quadretto è competo. 
Qualcosa non torna… siete d’accordo?
Vi lascerò scoprire da soli tutta la dinamica che c’è sotto a questo strano e insensato triangolo amoroso. Sappiate solo che dovrete patire quasi 350 pagine per un po’ di vigoroso menagè-a-trois (so cosa state pensando: “ma chi te l’ha detto che vogliamo leggere di una cosa a tre? Fidatevi, da come si evolve la storia non aspetterete altro pur di dare un po’ di senso al libro), e quando arriverà… niente, scene bollenti interrotte da pensieri di un profondo che neanche i miei nonni in cinquant’anni di matrimonio si sono mai detti (e intendo nell’arco di una vita).
Nel caso non fosse chiaro, questo romanzo non mi ha convinta affatto. È una lettura scorrevole senza ombra di dubbio, i maschietti sono davvero intriganti, ma, visti i mille romanzi presenti sul mercato, credo di poter dire che questo è uno di quelli che se anche non lo si legge non si perde nulla. La vita va avanti comunque. 
Non sono nemmeno curiosa di scoprire come andrà a finire e di sapere chi, fra i due ventitreenni “bagna-mutandine” (termine chiaramente non mio), ci lascerà le penne. E comunque spero in un’inversione di marcia da parte dell’autrice: facciamo fuori lei… sorry Amber!

Gail McHugh è sposata e madre di tre figli. È autrice di due romanzi bestseller del «New York Times», pubblicati dalla Newton Compton: Stringimi più che puoi e Perché ci sei tu.


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