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mercoledì 12 aprile 2017

LA MUSICA DEL DESTINO di Paloma Sanchez-Garnica



Madrid, anni '40. 
Amori, intrighi familiari e segreti continuano in una saga spagnola magica e coinvolgente. 
Marta Ribas aveva tutto per essere felice: amore, amici, prestigio. Ma un giorno, per lei e per la sua famiglia - il marito Antonio, la figlia Elena -, tutto cambia, inaspettatamente e per sempre. Un'amicizia profonda ma sbagliata, quella con il notaio Figueroa, e una lealtà mal riposta precipitano l'intera famiglia nella disgrazia, e sarà Marta a cercare, come la fenice, di risorgere dalle proprie ceneri. In una società ancora antiquata, rappresentata a perfezione dalla moglie del notaio, doña Virtudes, Marta dovrà trovarsi un lavoro, esporsi alle maldicenze, e continuare la sua lotta per la libertà e l'affermazione di sé. Aiutata da una sola, forte passione: quella per la musica. La passione che la salverà, e la aiuterà a trovare, nonostante tutto, il suo posto nel mondo. 
Ma questa non è solo la storia di Marta. È la storia di due famiglie, i Montejano e i Figueroa, e dei loro destini intrecciati. È l'affresco di un momento della storia spagnola in cui molti cambiamenti si stanno preparando. 
Ed è soprattutto una saga emozionante, già cominciata con Sulle ali del silenzio, in cui, sullo sfondo di una Madrid magica e atmosferica, si muovono straordinari personaggi, legati dal destino e dalla Storia.


Una Madrid franchista fa da sfondo al dramma di una donna che lotta per la sua indipendenza. Il processo non è per nulla facile se si pensa che ci troviamo negli anni successivi al secondo conflitto mondiale in una società, quella spagnola, chiusa, conservatrice e profondamente cattolica. A soffrire sono essenzialmente le donne, costrette a vivere all’ombra del padre prima e del marito poi, relegate ad occuparsi essenzialmente dell’andamento della casa e dell’educazione dei figli. E se si pensa che per la maggior parte di loro era giusto mettere da parte aspettative e sogni pur di compiacere l’uomo, comprendiamo meglio quanto sia stata dura la lotta per la parità dei sessi, fino ad arrivare ai giorni nostri.


Non crediate però che non ci fossero, anche allora, donne caparbie disposte a lottare, nonostante tutto: Marta, la protagonista, è proprio una di queste. Tutto sommato lei è forse tra le più fortunate, si è sposata, infatti, per amore con Antonio Montajano, un uomo che, non solo le ha permesso una vita agiata ma ha assecondato le sue passioni, pur non condividendole. Marta ha sempre amato la musica, per lei suonare il pianoforte significava dare un senso alla vita. La sua era un’innocente passione che non tutti comprendevano così come non si comprendeva il desiderio di voler lavorare fuori di casa. 

Dopo lo sgradevole incontro che avevano avuto davanti alla casa di Roberta, Rafael avrebbe potuto in qualsiasi momento rivelare ad Antonio quanto aveva scoperto. Così, per non rischiare di essere colta alla sprovvista un’altra volta, aveva preso delle precauzioni. […] Per non dare nell’occhio ed evitare fraintendimenti, si faceva accompagnare da Elena.


Costretta quindi a non alimentare pettegolezzi sulla propria condotta, Marta trova conforto suonando il pianoforte.  
Purtroppo però, come spesso accade, la vita può giocare brutti scherzi in ogni momento; un investimento azzardato o una scommessa persa sono sufficienti perché la fortuna cambi nel giro di un attimo. E così Marta si accorge che la sicurezza e la stabilità economica su cui faceva affidamento, in realtà non sono altro che mere illusioni, comete fugaci senza le quali però è difficile vivere. Per uno sbaglio Antonio perde la propria attività, (aveva un negozio di proprietà), è costretto a lasciare la sua casa e a trasferirsi in un appartamento più piccolo in cui non c’è spazio per il pianoforte. Il dramma inizia: marito e moglie non sono più gli stessi, si allontanano e si isolano trovando conforto altrove. 


Marta sopporta le rinunce in silenzio, soffre ma non si abbatte. Resta accanto al marito, come è giusto che sia ma, per quanto si sforzi, non riesce a tenere a freno la smania che le arde dentro e che solo la musica può spegnere. L’incontro fortuito con Flavio, un violinista italiano, professore al Conservatorio, le ridà la speranza.

«Non voglio nessuna audizione e non ho alcuna esibizione da fare…» Si fermò e mentre lui si allontanava gli urlò: «Senza la musica mi sento soffocare!» […]
«Cos’ha detto?» chiese ormai di fronte a lei, guardandola negli occhi per la prima volta.
«Ho bisogno di suonare il pianoforte per respirare… soffoco signor Tassoni, la musica è l’unica cosa che può aiutarmi a sopravvivere.»

Marta torna a suonare, ritrovando di nuovo se stessa. Seduta davanti al piano, mette da parte le preoccupazioni e le disillusioni, per lasciare il posto ad una passione che la condurrà verso nuove esperienze. Così come le dita volano sul pianoforte, la musica esce dalle pagine: riusciamo a sentirla, ne percepiamo l’armonia, ci lasciamo cullare e proprio come Marta ci abbandoniamo alla sua forza, nutrendocene. Ci accorgiamo subito che l’amore tra Flavio e Marta è diverso, intenso come intense sono le note che lo hanno generato. Per la prima volta lei si sente viva, desiderata, stimata e questa nuova consapevolezza di sé la porta a osare e a sfidare le convenzioni e i falsi pregiudizi. Essere donna non vuol dire rinunciare alla felicità. Bisogna combattere per raggiungere ciò che si vuole. E Marta lotta finalmente non solo per se stessa ma anche per la figlia Elena, aiutandola a seguire il suo cuore. Saremo al suo fianco quando lascierà il marito violento, sposato solo per compiacere il padre e salvarlo dallo scandalo. La sosterremo e approveremo quando  volerà a New York dove il suo unico amore, anche lui musicista, ha finalmente trovato il successo. Meravigliosa è la descrizione del loro incontro a teatro, Marta la vive attraverso le parole nella lettera della sua amica e con lei anche noi finiamo per emozionarci di fronte a tanta bellezza.

Mai in vita mia sono stata testimone di un’emozione così vivida condivisa da due persone. Percepire le sensazioni, il rapimento, l’esaltazione che quelle melodie, uscite dal violino di Hanno, provocavano in tua figlia faceva venire i brividi. E poi il ragazzo, trasformato in musica, l’uomo e il violino fusi in un solo essere. Due giovani uniti dalla bellezza di quell’armonia sublime, impossibile da spiegare a parole, vivo esempio del reale significato della musica, un sentimento che si può soltanto provare e non spiegare… È universale.

La musica e l’amore camminano, dunque, di pari passo e la felicità si avverte non solo attraverso le azioni dei personaggi ma anche nelle ambientazioni in cui è palpabile il cambiamento. Nel condominio in cui vivono le tre famiglie del romanzo l’atmosfera è tesa: qui accadono i drammi, si respira infelicità, si perpetrano tradimenti e violenza. Dall’altro lato c’è l’appartamento di Flavio, un’oasi meravigliosa in cui Marta si sente una donna libera. Purtroppo però la felicità, come spesso accade, ha un prezzo troppo alto, non accessibile a tutti.  
Leggere questo romanzo è come ascoltare una sinfonia: l’adagio iniziale lascia ben presto il posto ad un ritmo più sostenuto in cui gli archi e i fiati si alternano fino all’assolo di pianoforte, magia allo stato puro. L’intera orchestra poi riprenderà in mano la scena e ci accompagnerà verso un finale travolgente.
Consigliatissimo!

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