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martedì 12 settembre 2017

CONTRO OGNI REGOLA (No rules - Vol.1) di Anna Genchi


Quando hai già perso tutto, non hai più nulla da perdere. Questo è ciò che accade a David Tremblay. Dietro di lui, vita. Davanti a lui, un buco nero. Ogni cosa è giusta nel suo disordine di oggi. Oltrepassare ogni limite immaginabile, vivere in modo squilibrato sul filo del rasoio. La fine per lui non esiste, perché l’ha già vissuta. È già morto e rinato dalle sue stesse ceneri. I suoi demoni lo inchiodano alla sua esistenza attuale, tenendo a freno il suo io passato. Charlotte Leclerc ha qualsiasi cosa le serva, o almeno crede. Non ha mai sentito le farfalle nello stomaco, per nessuno. La sua vita è uno schema ben preciso, un algoritmo che ha un unico risultato: raggiungere i suoi obiettivi. Per questo motivo, alla facoltà di Design e Cultura della moda dove studia, è considerata La Fredda, quella impassibile, incapace di provare niente che non sia l’egocentrismo verso sé stessa. Almeno fino a quando la sua vita non si ritroverà alla periferia di Vancouver, precisamente allo Sweet Hollow, la società per la quale anche David lavora. Charlotte accetterà il suo ruolo a scatola chiusa. Sa, ma non sa davvero. Lui proverà a proteggerla, ma chi proteggerà entrambi dai segreti intorno a loro?
L’inferno è la sofferenza

di non poter più amare.
Fëdor Dostoevskij

Ho ventiquattro anni, una casa in bella vista al centro di Vancouver che i miei hanno comprato per me, e una delle medie più alte nel mio corso di studi, la facoltà di Design e Cultura della Moda.
Lavorare nel campo della moda è quello che ho sempre desiderato fare. Fin da piccola indossavo i tacchi di mia madre e sfilavo sul parquet del salotto, o tagliavo pezzi di stoffa tra i vari vestiti delle Barbie, cercando la composizione più adatta.
Un carattere determinato e l’ambizione di arrivare fino in fondo ha definitivamente convinto i miei genitori.
Voglio disegnare, sfilare, organizzare, comporre. Voglio essere la guida di altre ragazze, voglio che mi vedano come un’icona, come una presenza fondamentale.

Charlotte è una ragazza come tante. Un’infanzia felice, tanti sogni nel cassetto, il desiderio di essere l’artefice del proprio futuro. Nonostante ciò che leggiamo sopra, il suo rapporto con la famiglia non è propriamente idilliaco. Il padre ha lasciato la moglie per sposare la segretaria e da quel momento la madre si è trasformata in una persona assillante e ipocondriaca, trasmettendo a Charlotte le sue ansie e il suo odio per l’altro sesso. Per sfuggire a quest’oppressione la ragazza ha ridotto al minimo indispensabile il tempo che trascorre con la mamma, si è buttata nello studio e nel perseguire i propri obbiettivi. Charlotte è una ragazza determinata, forse fin troppo, non permette a nessuno di interferire con i suoi progetti, è abituata a fare sempre e solo quello che vuole. Questo e, come si scopre durante la lettura del romanzo, una lingua tagliente usata per mascherare le emozioni, le hanno procurato l’appellativo  “La Fredda”, negli ambienti universitari.

Sono nata in una famiglia agiata, è vero, ma non per questo non mi sono guadagnata tutto quello che ho. Nessuno è mai stato in grado di dirmi cosa dovevo o non dovevo fare. Anche quando ero piccola, non erano in grado di impartirmi ordini. Le regole, okay, ma infrangerle era molto più esaltante.L’aiuto dei miei genitori mi è servito solo per arrivare esattamente dove sono ora. Gli sono grata, ma non vedo l’ora di prendere la mia strada.

Nella vita di Charlotte non c’è mai stato posto per l’amore. Non prima del divorzio dei genitori e men che meno dopo. Tuttavia non è una che si faccia mancare i piaceri della vita. Durante un’uscita con alcune compagne di studi, una serata di follia alcolica per festeggiare l’imminente scadenza del suo esame più importante, s’imbatte casualmente nell’uomo che le cambierà per sempre la vita.

Quando mi volto, però, lo faccio senza la piena consapevolezza di cosa possa trovarmi di fronte. E quello che mi sconvolge di più è lo sguardo assassino che quest’uomo si porta dietro. Un addome tonico è teso sotto la camicia nascosta nei pantaloni che aderiscono alla perfezione sulle cosce. La barba è ben visibile sul suo mento, e quella carica elettrica che ha in un paio di occhi dalle sfumature cineree, mi fa vacillare. È fiero, imponente e, soprattutto, attraente. No, non lo è. Non è per niente attraente. Non è bello da fare male.
Non guardarlo, non guardarlo. Continuo a rivolgergli occhiate assassine in attesa che liberi il passaggio. Non mi servono principi salvatori.

David è bellissimo e maledetto. La vita non è stata generosa con lui, sono molte le cose che ha perso e una tra queste è la propria anima. Quando vendi l’anima al diavolo, non importa per quale motivo lo fai, le conseguenze ti rimangono appiccicate addosso come una seconda pelle, soprattutto se il diavolo si chiama Jason Blumas e gestisce un bordello d’alto bordo. Quelli che lavorano per Jason, siano essi una prostituta, un preparatore o lo scagnozzo di turno, rinunciano totalmente alla propria libertà entrando a vivere in una casa che non potranno lasciare mai più, pena la morte. David vive lì, nel bordello travestito da complesso residenziale di Jason. Tanti appartamenti in uno stesso stabile. Ogni appartamento uno schiavo o una schiava. Il suo lavoro è quello del preparatore: deflora le vergini, inizia le ragazze al mestiere, si strafà di droga per dimenticare chi era e chi è diventato. Solo per poche ore a settimana sveste i panni che Jason lo costringe ad indossare per andare a trovare l’unico piccolo pezzo della vita passata che gli è rimasto. L’incontro con Charlotte è per lui come un pugno nello stomaco, nonostante un primo impatto che gli suscita pensieri non troppo lusinghieri, la ragazza risveglia in David la parte di sé sepolta sotto i fiumi di alcool e la cocaina che si spara ogni giorno.  

Avrà avuto venticinque anni circa. Abbastanza giovane, ma non per uno come me. I miei target qui allo Sweet Hollow possono essere anche più bassi.
Bella era bella ma, dopo tre secondi di fastidioso parlottare, mi aveva già frantumato le palle.  I capelli le cadevano sulle spalle, coprendomi la visione della sua schiena. Le gambe magre la facevano sembrare più slanciata di quello che la sua altezza le permetteva. Le sue labbra erano un mare che avrei voluto navigare.
Era carina, molto. Se solo avesse fatto silenzio, sarebbe stata la scopata perfetta per la serata.

Quello fra David e Charlotte sembra un incontro destinato ad essere soltanto un fatto isolato nella vita sia di una che dell’altro quindi potete bene immaginare lo stupore di David, quando la ragazza viene scelta, tra un gruppo di studentesse, per essere la new entry nel gruppo di escort d’alto bordo gestito da Jason.
Lei crede di partecipare ad uno stage universitario e senza troppo riflettere, né sulla stranezza del luogo dove si trova né sull’assurdità delle regole che le vengono imposte, firma il contratto che la vincola inesorabilmente ad un destino beffardo. Lui deve iniziarla al mestiere ma quello che veramente sente è solo l’istinto prepotente di proteggerla. Un istinto che cerca di soffocare in ogni modo possibile e immaginabile, complice anche il caratterino pepato di Charlotte.

«Faccio quello che è necessario». «Ed è necessario stare qua dentro adesso?». Ha ritrovato la sua verve tipica. Fa per spingermi di lato e uscire, ma la mia forza non le permette di fare più di un passo in avanti. «Lasciami!».
«Charlotte!». La sua furia si arresta appena in tempo per udire le voci di Jason e degli altri due passare davanti a noi.Pericolo scampato. «Avresti potuto mettere entrambi nei guai!».
«Mi piace essere nei guai». «Non sai ciò che dici».
«Insegnamelo allora».

Devo dire, purtroppo, che questo romanzo non mi ha entusiasmata. La situazione che porta Charlotte all’interno del bordello è piuttosto inverosimile e, anche se nella letteratura romantica d’intrattenimento tutto è possibile, il personaggio di Charlotte appare alquanto improbabile. Da brillante studentessa quale è non si pone neppure una domanda sul posto in cui praticamente viene segregata per settimane senza che le venga neppure spiegato in cosa consista il lavoro che dovrebbe svolgere, le sembra soltanto un tantino strano. Irriverente ed ostinata, nonostante i suoi ventiquattro anni, si muove come una tredicenne alla prima cotta, passando da una contraddizione all’altra, sia nel comportamento che nell’analisi e nell’esternazione dei propri pensieri e dei sentimenti.

Ho accantonato mia madre e la sua scottante rivelazione in un angolo per tutta la giornata. Almeno fino a domenica, non ho alcuna intenzione di pensare a lei e al fatto che ora abbia qualcuno con cui condividere le giornate, quando finora mi aveva fatto credere che il contrario fosse il giusto.
Ho provato a prendere in mano il testo che mi serve per l’esame di lunedì, ma non c’è stato niente da fare. Lei e questo presunto uomo hanno catalizzato completamente la mia attenzione focale.

David è un personaggio leggermente migliore, vincolato dai segreti del suo tragico passato, cerca sempre di proteggerla e combatte in tutti i modi contro sé stesso ed il sentimento che non vorrebbe mai far crescere dentro al cuore. Inutile dire che è una battaglia persa. Lui è stato perduto sin dal primo istante, ma impiegherà parecchio tempo prima di accettare questo dato di fatto. Il suo dolore, le sue paure e la consapevolezza che svincolarsi da Blumas porterebbe soltanto alla morte, sono condizioni imprescindibili dalle quali sa di non potersi facilmente liberare.

Charlotte è così piccola, così indifesa, nonostante la sua lingua irriverente. E io non ho pensato ad altro che ad un modo per abbattere ogni sua difesa. Sono stato dannatamente bravo. Potrei meritare l’inferno, se nel limbo oscuro non ci fossi già. Ma non le ho mentito.
È un bel pezzo che le mie labbra non si curvano più in modo spontaneo. Tranne quando c’è lei. Charlotte e la sua sottile sfacciataggine sono in grado di aprire dei solchi là dove pensavo di avere solo pelle rimarginata. Per questo devo starle alla larga.

Il romanzo si basa quasi unicamente sulle schermaglie fra Charlotte e David, con l’intervento, di tanto in tanto, dei personaggi complementari: Jason ed il pugno di ferro con cui gestisce i suoi affari; Caleb lo spacciatore psicopatico; Alicia la stronzetta di turno, Liam e Ines, inaspettati amici che con la loro dolcezza riescono ad alleviare le pene dei protagonisti principali. Sono proprio loro, Liam e Ines a lasciare il segno mostrando un coraggio ed una determinazione di cui non li avremmo mai ritenuti capaci. Anche Ryan ha il suo perché, anche se lo si comprende soltanto alla fine. Le scene di sesso sono molto esplicite, ci sono alcuni passaggi hard che riguardano David; ciò nonostante, anche se è palese che il sesso con David piaccia molto a Charlotte sin dalla prima volta, non sono riuscita a capire se lei abbia mai avuto un orgasmo, tranne che in un unico caso.



Non vedo più i suoi gesti. Sento soltanto i suoni di questo momento, il suo profumo che mi inizia a lui, godo di ogni tocco delle sue mani sulla pancia, sul seno, sull’ombelico.
Vivo il mio primo orgasmo, senza aver nemmeno fatto l’amore. Ed è strabiliante. È bello. È nostro.

La parte finale è la più interessante, anche se necessiterebbe di qualche aggiustamento per rendere più credibile il tutto. Questo è un libro che avrebbe un potenziale se venisse sottoposto ad un serio lavoro di revisione per quanto riguarda la struttura generale e di editing per eliminare alcuni refusi grammaticali e sostituire alcuni aggettivi che non sono in armonia con il resto della frase in cui sono inseriti, o sono di troppo e spezzano il ritmo della lettura. Spero non me ne voglia l’autrice per questo mio pensiero perché si tratta di un romanzo carino che potrebbe essere migliorato molto e diventare bello.
Non si tratta di una storia autoconclusiva e devo dire che il finale lascia con il fiato sospeso e con il desiderio di sapere come la vicenda andrà ad evolversi.

Anna Genchi nasce a Barletta il 24 dicembre 1989. Vive ancora lì, in questa piccola provincia pugliese, tra i caldi colori del sud. Lavora in uno studio commerciale, anche se studia lettere moderne. Le sue passioni più grandi sono leggere e scrivere, oltre alla musica che spesso la aiutano come fonte di ispirazione. E’ una romanticona, nonostante la scorza dura e testarda che ha.









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