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giovedì 14 settembre 2017

Segnalazione: Una scrittrice troppo bugiarda di Eveline Durand



Patricia ha un sogno: quello di diventare scrittrice. Ma la strada per arrivare al successo non è poi così semplice. Tutti sembrano amare le storie piccanti e lei non è capace di scrivere scene spinte. Capitano a fagiolo, quindi, i diari della zia Brie, erotici e romantici al punto giusto, da cui trarre ispirazione.
Il ritorno di Samuel Fenwick nella sua vita, però, le fa capire che l’erotismo non è soltanto una favola da mettere per iscritto sul suo blog, ma è un desiderio che arde sottopelle e che brucia dentro fino a farle fare scelte azzardate e senza logica.
Una notte ancora, solo una, con un uomo ricco che le ha rubato il cuore da ragazza. Sembra volerlo anche lui, mentre lo sguardo le accarezza il corpo e le dice che non ha dimenticato. Pat non sa cosa fare, ma una cosa è certa: un uomo come Sam non può essere soltanto un’avventura, perché per lei Samuel è ancora il ragazzo sorridente e romantico che l’ha fatta sognare al faro, non l’uomo ricco e snob della famiglia che spadroneggia in paese.

Una storia frizzante e leggera, dai toni dolci, che vi farà sospirare e sorridere insieme. Il primo romanzo autoconclusivo della serie romantica Too Much della scrittrice Eveline Durand, che inaugura con la sua penna talentuosa la collana digitale Vega della Delrai Edizioni.




«Signorina Patricia, mi permetta di presentarle l'avvocato Frances Garrison.»
«Avvocato?» compito io, prima di collegare la bocca al cervello e dotarlo di un filtro.
Cala il gelo.
I tre si lanciano occhiate cariche di parole in sospeso, ma è solo lei a sorridere apertamente.
«Piacere, signorina Clayton. Il mio cliente sta arrivando in questo momento, solo un attimo di pazienza.»
Sento odore di intrigo, ma mi limito a impugnare forte i manici della mia borsa, sentendo il sudore diventare condensa contro la camicia.
Un avvocato.
Chi sarebbe il cliente?
Alle mie spalle qualcuno bussa ed entra senza attendere risposta.
«Vi prego di scusarmi per il ritardo.»
Il suo timbro di voce all'inizio non mi rivela l'arcano, poi giro su me stessa e avvengono un'infinità di cose nello stesso momento.
La mandibola scende in basso, il sangue risale dal collo fino alle tempie, sento le pupille dilatarsi in modo da sfidare la fisica e la mia mente inizia la corsa contro il tempo per realizzare cosa stia succedendo.
«Signor Fenwick, non c'è alcun problema, si accomodi» lo accoglie il direttore.
È lui, anche se stento a riconoscerlo.
Troppo curato, pettinato come un modello, trasuda eleganza e sicurezza, e cosa più sconcertante, mi degna appena di un'occhiata.
Perché Samuel si trova in quell'ufficio?


Eveline non ama molto parlare di sé. Come autrice, tanta riservatezza è da lei stessa giustificata con l'esigenza di lasciarsi andare alla scrittura, ma in realtà la sua è solo timidezza. Grande sognatrice a occhi aperti, ha sempre con sé un quaderno per prendere appunti, veste sempre di nero e le piace andare al cinema da sola. La sua libreria occupa l'intero soggiorno. Scrivere romanzi rosa è il suo modo per esprimere al meglio una sua teoria: l'amore romantico è molto più divertente se condito con una buona dose di torbida passione.




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