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giovedì 29 marzo 2018

ANDREAS E ZOYA. IL FIORE DI PIETRA di Francesca Cani

Anno Domini 1112. Zoya è convinta che non troverà mai l'amore a causa delle cicatrici che le attraversano il viso come graffi di una fiera. La sua vita è cambiata undici anni prima, quando era ancora una ragazzina innamorata, ma ora è una donna e sa cosa desidera: ricominciare a vivere in un luogo lontano dal passato. Per questo parte per la rocca di Rostock, dove spera di liberarsi dei pensieri che le avvolgono la mente e il cuore. Il castello sul fiordo di Rostock è stato assegnato a uno spietato guerriero, arrogante e violento, che tutti chiamano der Bär, l'Orso, ma il cui vero nome è Andreas. Proprio in lui Zoya riconosce il suo amico di infanzia e primo segreto amore, tornato dall'Oriente dopo aver affrontato e superato terribili prove. Lei è stata la sola donna che abbia mai toccato lo spirito di Andreas prima che si trasformasse in roccia. L'amore tra i due riemerge con forza, ma a separarli c'è un abisso di segreti che solo il sentimento più potente può colmare. L'Impero vacilla, la corona è contesa, Enrico V e il duca Lotario si affrontano in sanguinosi conflitti. Amore o guerra? La scelta spetta a un cuore di pietra.
Esistono storie che, nonostante il tempo passi indiscutibilmente, resistono alle intemperie come rocce. Possono smussarsi gli angoli, invecchiare, ma certe cose son dure da spezzare.

Così è proprio il legame tra Andreas e Zoya, qualcosa a lungo combattuto, trascurato a volte, ma che nessuno dei due è mai riuscito a dimenticare, nonostante tutto. Sotto l'egemonia di Enrico V, una storia sta per essere scritta, non solo quella dei protagonisti, ma anche quella dello stesso re e di Lotario II di Supplimburgo.


«Non fidarti mai di chi ti ha calpestato il cuore, piccola» 
le disse soffocando la voglia di piangere nei suoi capelli profumati di salsedine. 
«L’amore non esiste.»

Zoya, la sorella di Viridiana, porta sul volto i segni di una battaglia combattuta per la propria vita il giorno che il percorso della sua esistenza ha deciso di deviare.
Nel corso degli anni ha dovuto subire i commenti della gente, le occhiate malcelate, il tutto perché le sue ferite erano lì, esposte agli occhi di chiunque in un posto difficile da nascondere.
E' stato solo quando ha visto i suoi sogni infrangersi che ha deciso di riprendere fra le mani le redini della sua sorte, cercando di prendersi il proprio posto nel mondo, anche se questo l'avrebbe portata lontana dai suoi cari.

L'unica cosa che non si aspettava, tornando a casa, era che tornasse anche lui.
L'unica scelta? Partire per Rostock, come lavoratrice presso il Bär insieme alla piccola Nadia, una bambina di cui si prende cura come se fosse sua figlia.



Ma che combattesse nel deserto 
o fra i boschi di abeti delle terre del Settentrione,
 nessuno poteva arrestare l’incedere dell’Orso. Era una calamità, 
uno spirito vendicativo 
e non conosceva sconfitta. 
Il suo vero nome fu dimenticato,
 nessuno sapeva 
che dentro al feroce Bär c’era stato un uomo chiamato Andreas.




Tanti anni di lontananza, di guerre, di prigionia e di torture hanno fatto sì che dell'Andreas spensierato non esistesse più nulla, trasformandolo in quello che tutti chiamavano l'Orso. Il primo di quei tanti cambiamenti è stato soprattutto colpa sua, di Zoya, in quella maledetta giornata di tanti anni prima. L'ultimo, il più forte, è stato quello che lo ha portato ad abbracciare la via della vendetta, cercando con ogni mezzo di trovare coloro che hanno cospirato contro di lui.

Una volta tornato non si aspetta di essere incoronato Re, subentrando così al padre, meno che meno, sulla strada che lo porterà a Rostock, di incontrare di nuovo lei, la sua amica d'infanzia.
Per quanto a lungo cerchi di resisterle, di ferirla con i fatti e le parole, qualcosa lo continua a spingere verso quella ragazza.
Un chiodo fisso, una vera ossessione, la luce che poi emana da dentro sembra illuminare lo spazio che la circonda, al punto tale da farla sbocciare come un fiore. E quei segni, sotto la luce del sole, sembrano solo sottili fili d'argento quasi, un passato che sembra legarla ancora di più a lui.

A volte è difficile esporsi, soprattutto quando l'animo sembra essersi inaridito dalle vicende che lo hanno reso ciò che è, ma come poter continuare a combattere contro quello che ogni fibra del suo essere continua ad urlargli?


Con le dita aperte lui percorse le cicatrici che le attraversavano il viso. 
«Sembra il graffio di un animale, non trovi? 
Il segno della zampa di un orso» 
mormorò lei del tutto esposta. 
‘Sono tua’ gli disse con quel gesto,
 lo sono sempre stata.



Quando hai passato tutta la vita abbracciando le armi, rincorrendo una vendetta che aspetta solo di essere consumata, cercare di cambiare è complicato, ancora più quando i due piatti della bilancia sembrano in un equilibrio precario.
L'amore o il sangue? La vita o la morte combattendo contro coloro che lo hanno quasi ucciso?
Una scelta non facile, soprattutto perché per avere una cosa dovrà rinunciare all'altra, per sempre.

«Non credo sia una buona idea, una serva e il suo re non possono stare vicini.» 
«Mio è il regno, mie le regole. Ricordi?»

Era da tanto che attendevo questo libro, da quando un sovrano si innamorò di una fanciulla dai capelli rossi e con lei scrisse la sua storia, la stessa che comprendeva pure loro due, i protagonisti di questa vicenda.

Andreas e Zoya, il fiore di pietra è pura magia, qualcosa capace di conquistarti sin da subito, portandoti a vivere e a sognare una storia nei secoli passati. E così come in un romanzo che ha fatto la storia italiana, così anche Francesca Cani narra una vicenda in cui la piccola e la Grande storia si intrecciano con maestria, senza lasciare nulla al caso e non ho problemi a dire che lei è una delle poche autrici storiche che leggo con così tanto piacere, attendendo sempre con ansia ogni sua opera (attendendo sempre di scoprire cosa si celi dietro la scelta del titolo, perché non son mai casuali). La narrazione che non perde mai un colpo, lo stile fluido e scorrevole, accompagnato qua e là da qualche dettaglio storico, oltre che da qualche vero e proprio pezzo di storia fra i capitoli, sono uno dei segni che contraddistingue questa serie, rendendola una fra le mie più amate scritte direttamente da una penna italiana.

Ho detto tanto, forse troppo, ma spero che questo libro lasci anche a voi il segno, così come è stato per me.

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