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lunedì 2 luglio 2018

ARRIVEDERCI STELLINA di Vera Demes


Titolo: Arrivederci stellina
Autrice: Vera Demes
Data di pubblicazione: 28/06/2018
Self Publishing
Genere: Contemporary romance

La vita di Penelope, giovane cameriera piena di sogni e di speranze, cambia repentinamente una mattina di gennaio, quando il bellissimo Braxton Ward, immobiliarista americano a Venezia per motivi di lavoro, le rivolge la parola in modo fortuito.
Da quel momento tutto cambia. E non solo in meglio.
Attrazione, dubbio, repulsione, e poi ancora attrazione. Penelope entra in un frullatore di emozioni contrastanti che la portano a sbagliare, forse irreparabilmente. 
Ora Penelope ha un problema da risolvere, molti dubbi da chiarire, un cuore spezzato da curare, innumerevoli ferite da rimarginare.
Partita per un viaggio nell'ignoto, forse senza ritorno, Penelope crede davvero di aver perduto tutto. E poi, nella sua travagliata solitudine irrompe Jamie, giovane front man di una band indie-rock, spavaldo e passionale. Lui è amicizia e sostegno ma anche mistero, tormento e introversione struggente.
Tra Venezia e San Francisco, il percorso di Penelope sarà impervio e doloroso e tuttavia meravigliosamente appassionante. E, alla fine del viaggio, forse lei ritroverà sé stessa e qualcuno da amare davvero.
"Mi manchi.
Mi manchi e non posso, non voglio dirti addio.
Perché, nel profondo di me stesso, spero che ci rivedremo.
Già.
Non posso dirti addio.
Posso solo dirti arrivederci.
Arrivederci, stellina.”

Poche righe che introducono il romanzo di Arrivederci stellina e per me è stato subito un colpo di fulmine, la premessa fulminante e lampante che avrei adorato questa storia e soprattutto il personaggio da cui sono uscite queste semplici parole piene di sentimento e significato. Apprezzo sempre molto il modo poetico e altamente introspettivo con cui Vera Demes caratterizza e compone i suoi personaggi, in questo caso specifico sono tre: Jamie, Braxton e Penelope. Tre ragazzi, che in apparenza appaiono estremamente diversi sia per carattere, ceto sociale e prospettive di vita, ma tutti e tre legati da un filo sottilissimo e nel profondo, molto più simili di quanto la loro superficialità ci voglia far credere. Tre mondi distanti, che in un solo istante collimano, minando l’equilibrio delle loro vite, capovolgendo ogni loro aspettativa, e discrepando ogni loro sicurezza. Lui, lei e l’altro. Un perfetto triangolo amoroso in cui Penelope si trova coinvolta. Lei è un'inguaribile romantica, fin da piccola sogna di vivere un amore intenso e travolgente come quelli di cui le piace leggere nei suoi tanto amati romanzi d’amore. E in una Venezia malinconica e romantica al tempo stesso incontra Braxton, approdato in quella città da San Francisco per questioni di lavoro. Il loro è un amore incontrollato, nato da un desiderio puro, istintivo e carnale. La dolce Penelope è alla ricerca di emozioni, di un qualcosa che possa stravolgere la sua vita monotona e opprimente, un'esistenza che a vent’anni non permette di sperare in alcun tipo di futuro. E in Braxton riesce a trovare un appiglio, un àncora di salvezza che le permette di non affogare in quel mare di solitudine e disperazione: Lui così sicuro di sé, maturo e intransigente, un uomo su cui poter contare negli anni a venire. Braxton rappresenta in carne ed ossa tutte le sue fantasie recondite, e lei si affida completamente a lui, corpo, anima e cuore.
 Ingenua. Questo è Penelope, una ragazza ingenua, che ancora non sa cosa vuole dalla vita, non riesce a trovare aspirazioni e ambizioni, vive un po’ tra le nuvole e pur di raggiungere quella felicità tanto agognata si butta a capofitto in questa relazione senza difese, strategie, e recriminazioni. Ma non è forse questo l’amore? Gettarsi a braccia aperte verso l’ignoto con la speranza di provare quel sentimento tanto desiderato senza pensare alle conseguenze?


“Ormai c’era abituata. Perché in lei conviveva un’ambivalenza distruttiva, il pessimismo cosmico di chi non si sarebbe mai aspettato nulla dal futuro e l’incoscienza ottimista e spavalda capace di indurla a buttarsi nel vuoto e senza rete, alla ricerca continua di un cambiamento.”

Quindi nulla da recriminare a Penelope. Anzi, tutte siamo state lei, prima di scontrarci con le difficoltà della vita e capire che forse, ogni tanto bisogna aprire gli occhi e meditare sulle conseguenze delle nostre azioni. Ma ecco che nella vita di Penelope appare Jamie, un ragazzo tormentato, alla ricerca di se stesso. La sua casa è la strada e da oltre un anno sta viaggiando senza una meta, perso e confuso. Lui è il Front-man di una band indie-rock, un uomo sensibile e dolce con l’aria scanzonata e il piglio da ragazzaccio. E non appena i suoi occhi incontrano quelli di Penelope, qualcosa li unisce indissolubilmente, entrambi sentono di essere più simili di quanto non vogliano far credere a loro stessi, e questo è anche il motivo per cui Penelope cerca di stargli alla larga, nonostante Jamie con il suo sguardo penetrante che vale più di mille parole le faccia capire che è lei quella che vuole.


“Si stava innamorando di lei e non riusciva a fermarsi, proprio come nella canzone. Non poteva farne a meno, non voleva farlo, non lo avrebbe mai fatto. Anche se sarebbe stato un rischio, uno dei tanti, che forse lo avrebbe bruciato per sempre.”

 Ma Penelope, nonostante in profondità senta di appartenere a quel ragazzo, non si lascia abbindolare dai suo gesti dolci e spontanei, perché lei non ha bisogno di un uomo problematico, uno che vive al momento, che un giorno c’è e l’altro è scomparso chissà dove. Lei ha bisogno di Braxton, la persona che ha idealizzato nella sua mente come l’uomo perfetto, ma che nonostante la sua sicurezza e spavalderia appare sempre molto enigmatico e poco incline alle dimostrazioni d’affetto.


“Non era colpa sua se non riusciva a emozionarsi, se faticava a provare affetto per il prossimo, se c’era sempre quella sensazione di inadeguatezza e urgenza che lo corrodeva da dentro, togliendogli il fiato.”

 Penelope non ha il coraggio di interrogarsi sui sentimenti nascosti che prova per Jamie, e continua imperterrita e ostinata a inseguire il suo piccolo sogno, fatto di castelli di carta, pur avendo il celato presentimento che potrebbe essere spazzato via in un soffio. Sarà una lotta alla pari quella tra Jamie e Braxton, due uomini che si contenderanno con le unghie e con i denti l’amore di Penelope. Ma sarà solo lei l’unica che dovrà capire, in un percorso fatto di ostacoli, continui errori e sofferenza, cosa è meglio per lei, e trovare così il coraggio di perdersi per poi ritrovare se stessa e soprattutto di avere il coraggio di riconoscere e accettare quell’amore che ha sempre sognato.


“-L’odio e il rancore che provate l’uno per l’altro hanno distrutto tutto quello che di bello c’era tra noi. E io sono diventata il trofeo in palio per chi di voi due fosse il migliore.-”

Dopo queste mie parole mi rendo conto di avervi raccontato estremamente poco di questa storia, ma non sono qui per raccontarvela altrimenti vi toglierei il piacere della lettura e soprattutto non amo gli spoiler, anche minimi, di nessun tipo. Ma ci tengo a dirvi che questo è un romanzo che cattura l’attenzione del lettore a piccoli passi. Vera Demes ci racconta non solo una storia d’amore emozionante e travagliata al tempo stesso, ma la storia di tre ragazzi che poco hanno a che fare con i soliti personaggi che troviamo nei romance. Quelli di cui ci parla Vera Demes son personaggi veri, reali, imperfetti, e con tante qualità quanti sono i difetti. Ed è questo quello che più apprezzo nella sua scrittura: la voglia di accompagnarci in un viaggio introspettivo nell’anima dei protagonisti, sviluppandoli in modo coerente e profondo. Nonostante in questa storia alcuni personaggi potrebbero essere facilmente criticabili e additati per ragioni diverse e più che comprensibili, non puoi fare a meno di immedesimarti in loro, perché veritieri e unici nel loro genere. Perché grazie a una prosa altamente introspettiva, dove nulla viene mai lasciato al caso, puoi vedere oltre la patina delle loro apparenze, li capisci, li ami, e li giustifichi per la loro veridicità. Braxton, Penelope e Jamie non sono altro che il frutto di una vita disastrata, con le sue imperfezioni, i suoi scivoloni e sofferenze. Tutti e tre stanno cercando la loro direzione e lo faranno senza risparmiarsi mai, affannandosi e usandosi a vicenda, fuggendo dalle loro stesse vite, senza capire che in realtà la felicità e l’appagamento non lo troviamo né dentro un luogo, né dentro un’altra persona ma solo ed esclusivamente dentro noi stessi. Apprezzo sempre molto la morale intrinseca a cui l’autrice ci sottopone nelle sue storie: romanzi che in realtà ci vogliono raccontare molto di più di una semplice storia d’amore, storie che in qualche modo aiutano il lettore a interrogarsi sul senso delle cose. Il romanzo è interamente scritto in terza persona, in questo modo si riesce a cogliere ogni minima sfumatura del carattere dei personaggi, non tralasciando così alcuna sensazione e sentimento, e dando modo al lettore di immedesimarsi in loro. Il modo ampliamente dettagliato con cui l’autrice descrive le ambientazioni in cui si snoda la storia tra Venezia e San Fransisco ti permette di entrare in una dimensione parallela dove per magia riesci a respirare gli odori di quei luoghi e a percepirne ogni minima sfumatura.
Questo romanzo è un viaggio nella vita e nell’anima di tre persone, che cercano con ostinazione il loro posto nel mondo, è una storia che parla di amore, di riscatto e di coraggio: il coraggio di amare, di perdonare, di guardarsi dentro e di seguire i propri sogni nonostante tutto e tutti. Detto questo, vi lascio con una citazione che mi è piaciuta particolarmente e che, a mio parere, racchiude l’anima di questo romanzo.

“Non aveva senso cercare la felicità fuori da sé stessi, in un mondo lontano, scappando, viaggiando, ricercando negli altri una ricetta per vivere. La vita poteva essere meravigliosa anche rimanendo sempre nello stesso luogo, tra le stesse persone, facendo lo stesso lavoro per tutta la vita. Era il rapporto con sé stessi a fare la differenza. Era la capacità di guardarsi dentro, senza paura e senza preconcetti.”



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