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giovedì 17 gennaio 2019

THE GOOD MAN di A.S. Kelly


C’era una volta un uomo burbero e solitario che trascorreva le sue giornate a osservare il mondo circostante senza attirare mai gli sguardi su di sé.
C’era una volta un uomo che se ne stava in disparte a immaginare di vivere la vita di qualcun altro, a sognare qualcosa che non sarebbe mai stato suo ma a cui non era pronto a rinunciare.
C’era una volta un uomo che amava una donna e il suo unico desiderio era vederla tagliare ogni traguardo, senza sapere che l’unico traguardo che lei voleva raggiungere era lui.
E c’era una volta una donna che aveva paura che nessuno potesse amarla, senza sapere che c’era un uomo che non aveva amato che lei per tutta la vita.

Quell’uomo sono io, Reid Johnston, e quella donna è lei, il mio segreto più bello. E sì, ne ho un bel po' di segreti, segreti che sarebbe meglio non svelare perché potrebbero portarmi via tutto quello che ho e io, senza di loro, non avrei più nulla di cui sognare.
Ci sono due cose che dovete sapere di me prima di decidere di leggere questa storia. 

Non sono mai stato quello che tutti pensano.
Non sono mai stato l’uomo che lei crede che io sia.
Sappiate che in questa recensione saranno totalmente (o quasi del tutto) assenti spoiler, per cui in alcuni tratti mi soffermerò maggiormente sulle storie passate dei protagonisti, sulle loro emozioni e sugli intrecci della Connemara family.

Di Reid Johnston si possono dire tante cose, forse troppe ma, in fondo, di veramente importanti quante? 
Ve la do io la risposta: poche. Addirittura le persone a lui più care non sanno cosa frulli nella sua testa, non sanno che da anni il suo mondo vortica intorno a lei, Sloan.
Sono cresciuti insieme, benché qualche anno li dividesse. Sono cresciuti imparando dai loro sbagli, imparando dalla loro amicizia, anche se in fondo in fondo entrambi sapevano che non sarebbe mai finita così fra loro, con la parola amici a segnare la fine di ogni cosa.


Mi guarda e mi sorride. Sorride come si sorride a un amico. Un amico che passa tutti i giorni a salutarti, che ti chiede come è andata la giornata, che si preoccupa quando stai male. Mi guarda come si guarda un amico, lei, non sapendo che ogni volta che lo fa ci rende un po’ meno amici.

Passano i giorni, le settimane, i mesi e ancora gli anni e Reid, seppur da lontano, ha continuato a vegliare su quella ragazza, seppur con la morte nel cuore perché è questo che comporta prendere certe decisioni.
A nessuno piace interpretare, nella propria vita, il ruolo di spettatore, limitarsi a guardare sapendo che ciò che osserviamo, l'oggetto del nostro amore, dei nostri sogni, potrebbe essere nostro se non fosse che...
Avete idea di cosa stia dicendo, vero?

Ho messo sul piatto della bilancia me e loro ed è inutile che le dica dove l’ago ha puntato. Sceglierei sempre loro davanti a qualsiasi cosa

Reid, di tutta la famiglia dei Johnston, è sempre stato il più taciturno, il più schivo.
Talvolta, non soddisfatto, anche quello che maggiormente odiava il mondo.
Non è mai riuscito ad odiare lei, però.
Ha messo tante cose da parte per la sua famiglia, per i suoi amici, tanto stretto per lui è il rapporto che ha con loro.
Si è rimboccato le maniche quando ce ne è stato bisogno, ha combattuto quando più è servito.
Quel noi che tanto sognava, però, esisteva solo per lui.
Ha fatto un passo indietro quando la vita si è messa in mezzo, relegandosi a quel ruolo che tanto ormai gli calzava a pennello, nascondendo sotto chili e chili di ironia quell'inizio di tachicardia quando la vedeva.


Insomma, ci voleva qualcuno che tenesse la famiglia insieme.
 Indovinate a chi è andato questo grande compito di responsabilità? 
Sono tornato a casa perché la mia famiglia aveva bisogno di me. 
Da non credere, vero?

In questo suo mondo fatto di parole non dette, emozioni soffocate e sussulti inaspettati, una cosa non sfuggirà a chi gli vuole più bene al mondo (e a Andy per primo).
Qualcosa sta cambiando nell'animo di Reid e toccherà ai suoi amici stringersi ancora più vicino a lui per stargli accanto, senza sapere che quell'uomo tutto d'un pezzo qualcosa nasconde, qualcosa di così grande che nessuno immagina come possa essere passato tutto inosservato.

“Voglio solo che tu mi faccia una promessa.” 
“Se serve per farti andare via…”
 “Promettimi che verrai da me prima di fare qualsiasi cosa. Non a cazzata già fatta.”

Mi dispiace se troppe cose ho taciuto, se tanto vi ho negato in questa recensione, ma voglio che vi godiate questo libro così come ho fatto io, facendo un salto nel buio e sperando di non rompermi qualcosa lungo la caduta, se capite cosa intendo.

I pov in questo libro sono alterni, benché maggiormente la narrazione si concentri sulla figura di Reid, il più solitario dei Johnston.
Il dolore, così come quel peso sul cuore ogni volta che il protagonista si sofferma su di lei, sono vividi e quasi presenti in buona parte del libro, al punto che anche il lettore più difficile non potrà non sentirsi  male in certi momenti. Lettura scorrevole e un ritmo incalzante rendono impossibile fermarne la lettura.
Inutile che vi dica che uno dei temi su cui si basa il libro è anche l'amicizia che insieme alla parola famiglia costituiscono uno dei pilastri delle opere firmate A.S. Kelly.
Lealtà, amicizia, famiglia, amore, altruismo (a volte un po' a suo modo)... tutto questo è The Good Man.



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