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giovedì 25 luglio 2019

LA VOCE DEL MARE di Emily Pigozzi




Due donne legate da un filo indissolubile. 
Una vita divisa in due. 
Una sola voce.

Per Thalia Fountas, italo-greca, l’unica cosa che conta è la musica lirica. Per questo entra in crisi quando all’improvviso le sembra di non riuscire più a cantare. Come se non bastasse iniziano a tormentarla strani sogni: una casa sul mare, grandi ulivi, spiagge incantevoli e una ragazza misteriosa che le assomiglia. Thalia riconosce la casa: si trova a Zante e apparteneva a sua nonna di cui lei non sa quasi nulla. Complici un diario, un mare cristallino e uno scontroso vicino di casa dagli occhi verdissimi, in Grecia Thalia forse ritroverà la voce e la strada per esaudire tutti i suoi desideri.

Thalia Fountas è una cantante lirica italo-greca. La musica è tutta la sua vita, ma durante una rappresentazione sente di non essere riuscita a dare il massimo, cadendo sulla nota più importante per il ruolo che interpreta. Thalia si trova davanti a un bivio, non sa se continuare o meno la sua carriera di cantante, complici anche gli strani sogni che rendono inquieto il suo animo. Così, durante una lezione con la sua insegnante russa, le viene consigliato di allontanarsi un po’, di andare in vacanza, rilassarsi e tornare più carica che mai, pronta a mangiarsi i teatri di tutto il mondo. Inizialmente è indecisa, sa cosa significa per un soprano fermarsi per una stagione: essere dimenticata. Ma dopo un po’ di ritrosie, decide di accettare il consiglio e di fare ritorno alle sue origini. La casetta di Zante, appartenuta alla nonna è sempre là che la aspetta.
L’arrivo a Zante non sarà dei migliori a causa di una tempesta che si abbatte sull’isola e all’incontro con il suo scorbutico vicino, al quale chiederà aiuto per prendere la chiave per poter entrare in casa. Quello che la aspetta sarà più di una vacanza: un vero e proprio ritorno indietro nel tempo, complice un vecchio diario appartenuto alla nonna che ricollegherà i pezzi di quella forte passione che scoprirà accomunarle.

Quando ti perdi, hai bisogno di un posto che ti conosca da ancor prima che tu esistessi, per cercare di ritrovarti.

Emily Pigozzi torna con una storia carica di emozioni. La storia di Thalia e della nonna Dorothea è una di quelle storie da pelle d’oca. Entriamo a far parte di un mondo di cui pochi parlano: quello della lirica. La vita dei soprano non è sicuramente delle più facili: costrette a viaggiare in lungo e in largo per tutta l’Europa e anche oltre; spesso decidono di abbracciare l’amore per la musica, sposando il loro lavoro. Niente distrazioni, ma un rigoroso lavoro che le porterà a essere le stelle più brillanti. Emergere è difficile, ma venire dimenticati è veramente un attimo. Questo è il timore di Thalia, che si vede costretta a mettere in dubbio la propria passione e il lavoro di una vita. E a volte è vero che bisogna staccare, fare chiarezza dentro di sé e ripartire con una determinazione tale da recuperare in poco tempo la strada che si era scelto di abbandonare.

Siamo naufragati su quest’isola da soli, alla ricerca di silenzio dopo il rumore che ha travolto le nostre vite. Un rumore assordante per lui, stonato per me. Abbiamo perso la bussola, la direzione, la risposta giusta per domande che fino a poco tempo fa ci sembravano scontate.

Ammetto che alcuni passaggi di questo romanzo mi hanno fatta proprio emozionare; più ti addentri nella storia e più vuoi saperne. Non c’è niente di scontato all’interno di questo romanzo, con dei colpi di scena in grado di sorprendere. Una storia tutta al femminile che mette in risalto la forza di queste incredibili donne, non solo dei tempi nostri, ma regalandoci scorci di un tempo ormai passato. La storia di Thalia e Dorothea si intreccia, si incontra e si scontra e le vede accomunate dalla passione per la musica, e in particolare per la lirica. Una vita sicuramente non facile per chi decide di intraprendere questa strada; lo sa bene Thalia che sembra essersi persa nei meandri di questo intenso e duro lavoro, ma che riuscirà a scoprire veramente chi è e quali sono realmente le sue origini grazie a un vecchio baule pieno di abiti degli anni ‘60 e a un diario che racconta scelte e rinunce della nonna Dorothea.

Il tuo tocco è come il mare. IL tuo tocco bagna e si ritrae, arriva e mi riempie, e mi svuota quando ti allontani. Il tuo profumo è il mirto, è la cannella di un dolce preparato di sabato, è la pienezza di un gusto che non conoscevo.
Come se avessi attraversato l'oceano per te.

I romanzi di Emily sono sempre molto intensi, ma devo ammettere che con questo si è superata. Basta chiudere gli occhi per ritrovarsi in un paesaggio suggestivo e da sogno, come sa essere solo la Grecia, con i suoi abitanti gentili ma curiosi, con le feste che animano i paesi e le prelibatezze che portano in tavola, con le distese di sabbia bianca e il mare di un azzurro cristallino che sembra volersi fondere e confondere con il cielo.
Ho apprezzato la scrittura in prima persona vista tutta dal punto di vista di Thalia, che ci fa diventare parte della storia e ci fa sentire vicini alla protagonista stessa, facendo diventare nostre la sua passione e le sue paure; ma non appena ci immergiamo nella lettura del diario di Dorothea ecco che ci ritroviamo a leggere in terza persona, senza disturbare la lettura, ma continuando a renderla fluida con i misteri che essa racchiude.
Ringrazio l’autrice per avermi permesso di perdermi sulle spiagge di Zante, con quell’odore di salsedine che colpisce all’istante, per avermi fatto sognare con due protagoniste eccezionali, facendoci capire che sono le donne il vero moto dell’intero universo, con le loro forze e le loro debolezze, ma soprattutto con i loro sogni e l’aspirazione a diventare brillanti stelle del firmamento.



1 commento:

  1. Grazie Roberta, grazie ragazze, non ho parole per questa recensione stupenda!

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