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giovedì 10 ottobre 2019

CI VEDIAMO SU FB di Lavinia Brilli



Lisa ha superato da un po’ i quaranta e si sente in piena mezza età. Tra supermercato e parrocchia, tra un marito misantropo e un lavoro deprimente, la sua vita è spumeggiante come una coca sgasata. Eppure guardandosi intorno vede gli altri quarantenni in pieno fervore, a caccia di divertimento come adolescenti in ritardo di qualche decennio. 
Mentre lei occupa il suo tempo preparando la merenda agli amici dei figli, le sue uniche due amiche passano da un pub a una discoteca, pubblicando immancabilmente i selfie su Facebook per dimostrare ad amici e conoscenti quanto si divertano. E Lisa è proprio tra quelli che si collegano a Facebook per guardare la vita degli altri dal buco della serratura, senza mai pubblicare niente (chi vorrebbe guardare le foto di una consulta scolastica o di una serata davanti alla tv?)
L’annuncio della visita di sua cugina Diana, regina delle serate milanesi e desiderosa di conoscere la vita notturna della provincia, getta Lisa nella disperazione e la costringe a cercare un modo per allargare il suo giro di amicizie.
Dopo aver tentato di tutto, Lisa ha un’illuminazione e architetta un piano per rendere la sua vita più interessante proprio con l’aiuto di Facebook, ma imbranata com’è le sarà difficile evitare figuracce e camminare in equilibrio sul filo delle bugie.
E adesso anche il rischio di perdere il marito è dietro l’angolo… 

Lisa è una donna di quarant’anni che cerca di sopravvivere alla routine giornaliera scandita da lavoro, marito, figli, spesa e riunioni scolastiche. Non pensa che la sua vita possa andare meglio fino a quando la cugina milanese Diana non le scrive informandola che passerà il Natale da loro e che non vede l’ora di partecipare a tutte quelle feste di cui sente tanto parlare e di fare nuove amicizie. Un momento il panico! Ok, forse Lisa ha gonfiato un po’ i suoi racconti, ma non può fare assolutamente brutta figura con la cugina, deve dimostrarle che sa come divertirsi e che i quaranta ormai sono i nuovi vent’anni. Il problema principale, però, restano le sue poche se non pochissime amicizie, e non si capacita di come questo sia potuto accadere. Da quando Barbara ha deciso di escluderla frequentando il giro di amicizie del fratello, il cui target si aggira intorno ai 25 anni? E da quando Antonella, la sua migliore amica, ha così tanti amici se non esce mai fuori casa, inventandosi assurdi virus per non staccarsi dalle sue amate telenovele? E se un social media come Facebook diventasse immediatamente una risorsa preziosa per la ricerca di amici e inviti a party dove poter portare la cugina durante le vacanze di Natale? Ma quanto può essere labile il confine tra verità e menzogna?

- Tra l’altro ho anche la televisione nuova- continua Chantal fino alla settimana scorsa avevo ancora quella a tubo cattolico-.
A tubo cattolico? Chissà come si vedeva bene il collegamento da San Pietro la domenica mattina.
TV nuova? Come hai fatto a uscire? Avrai avuto voglia di restare a casa- osserva qualcuno.
È proprio vero, magari con una bella pizza ad omicidio- conclude Chantal.
Ci metto un po’ a capire che intendeva dire “a domicilio”, non prima di aver immaginato mozzarella all’arsenico e lame rotanti.

Avevo scaricato questo romanzo durante il periodo in cui era in offerta, ripromettendomi di leggerlo al più presto. Ora saranno passati diversi mesi, ma ammetto che la lettura è stata piacevole e particolarmente illuminante. Viviamo nell’era in cui i social media la fanno da padrone; dove se non sei su facebook o su instagram non sei nessuno; dove ogni frase o citazione deve essere necessariamente accompagnata da un hashtag a effetto se vuoi che la tua foto venga notata; se non hai tanti follower o un numero di amici oltre i 1000 non puoi essere considerata una persona importante. E se non hai tempo da dedicare ai social, beh, allora sei un escluso. È proprio così che si sente Lisa. Lei, una donna lavoratrice, madre e moglie, il cui tempo da dedicare a facebook è veramente poco, ecco, lei in questo caso è l’esclusa della situazione. Ma a quarant’anni è stanca di sentire quanto si diverte Barbara passando da un aperitivo a un party, o della stessa cugina Diana la cui vita sembra essere molto più movimentata e divertente rispetto alla sua. E tu cosa fai in quel caso? Per evitare di venire etichettati come “noiosi” o “vecchi” decidi di inventare di sana pianta una vita che non ti appartiene, fatta di grigliate, party, aperitivi con amici simpatici e divertenti. E andrebbe anche bene se la suddetta cugina non decidesse di passare con te le vacanze di Natale, per cambiare aria e fare nuove amicizie. Il tempo per procurarsi una vita interessante è poco, ma Lisa non demorde e tra una brutta figura e una vita inventata, rischia di perdere coloro a cui realmente non interessa quello che succede nel mondo virtuale.

La mia fantasia si è esaurita. Anche le bugie hanno un limite.

È un bel termine di paragone, non è vero? Avete mai fatto caso quanto la vita sia cambiata da quando l’uomo è diventato schiavo della tecnologia? Una volta era semplice farsi degli “amici”, ma parliamo di amici veri, in carne e ossa, quelli con cui ti ritrovavi al bar della piazzetta per giocare insieme, per fare casino e cacciarsi sempre nei guai; quando la vera comunicazione era fatta di parole da scambiarsi faccia a faccia, quando litigavi con la tua migliore amica, ma si trovava sempre il modo per fare pace e uscire dal litigio più forti di prima. Qualcuno potrebbe pensare “Ma la tecnologia unisce le persone di tutto il mondo!”. Sì, è vero, è bellissimo restare facilmente in contatto con quelle persone che non hai la possibilità di vedere tutti i giorni, perché magari abitano dall’altra parte del Paese o hanno deciso di tentare la fortuna all’estero, ma così facendo diamo per scontato i piccoli gesti che compiamo nella vita quotidiana, dando poco valore anche alle persone che ci sono accanto, come la nostra Lisa che ha messo in pericolo le sue misere amicizie e anche il suo matrimonio.

Ho un tetto sulla testa, una bella casa e la dispensa è piena di Nutella, da alternare saggiamente alle poltiglie integrali. Per non parlare del gatto a righe… cosa si può volere di più?
Alla fine una bella fetta dei divertimenti è per far sapere al mondo che “c’ero”.

Non mi soffermerò a dirvi perché leggere questo romanzo, quanto vi divertirete e quanto potrebbe essere utile per fermarsi a riflettere. No, io vi consiglio di mettere la vostra vita offline per un periodo di tempo, limitato o illimitato che sia, e godere delle bellezze da cui siete circondati, vi renderete conto dello scorrere inevitabile del tempo e di come lo stiamo “sprecando” dando peso ai rapporti virtuali più che a quelli reali.
Mi complimento con l’autrice per essere riuscita a cogliere, in modo ironico, le tante sfaccettature dell’uomo, prigioniero di questo mondo fatto di numeri e algoritmi.



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