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giovedì 30 aprile 2020

EMMELINE di Estelle Hunt





Quando Emmeline Brant partecipa alla sua prima stagione ha solo diciotto anni e tante speranze per il futuro. Tuttavia, neppure nei suoi sogni più segreti avrebbe mai immaginato di suscitare l’amore di Julian Severn, il Marchese di Newbury. L’uomo che da sempre possiede il suo cuore.
Un crudele ricatto costringe Julian a piegarsi alle consuetudini imposte dal suo rango. Tra aristocratici freddi e calcolatori, donne amorali, bugie e tradimenti il loro futuro sembra segnato per sempre.
Devastata dal dolore, Emmeline parte per New York, dove si immerge nel mondo dorato dell’alta società, sperando così di curare il proprio cuore infranto. Grazie alla presenza di donne straordinarie e alla possibilità di un nuovo amore, la felicità sembra di nuovo a portata di mano. Eppure, il destino non ha finito di giocare con Emmeline e Julian. Richiamata in Inghilterra, Emmeline scoprirà che dietro gli eventi passati si nascondono tremende verità e che l’amore, quando è autentico, non muore mai.

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Che dirvi di Emmeline di Estelle Hunt?
Quest'opera è ambientata proprio nei primi anni dell' Ottocento in Inghilterra e chi poteva essere la protagonista di queste vicissitudini se non Emmeline?
Una ragazza con degli ideali, certo, ma che sogna in grande. Quando le luci di Londra la catturano per la sua stagione, insieme alla sorella, la meraviglia è tanta per quel mondo a lei sconosciuto, ma anche la voglia di lasciare un segno.
Lei.
Anaïs, la sorella.
Sognano quello che hanno i loro genitori, senza sapere dove questo sogno le porterà.

Sicuro quella sua dolcezza, quel suo modo di fare, mai avrebbe immaginato potesse far breccia nel Marchese di Newbury, lo stesso marchese che conoscono da quando faceva loro gli scherzi insieme ad un suo amico, lo stesso che, in una giornata di ormai tanti anni prima, aveva lasciato il segno nell'animo di una dolce bimba che non sapeva come uscire dal pasticcio che aveva combinato.

Julian divenne il suo eroe e a distanza di tanti anni quell’incontro inaspettato in Hyde Park mostrò a Emmeline quanto quell’infatuazione infantile fosse tutt’altro che estinta.

Julian Severin è tante cose, troppe, ma un realista è il primo termine che mi viene da accomunare alla sua persona. Nessuno l'avrebbe mai definito un sognatore, ma l'amore, quello vero, cambia tante cose.
Troppe.

Più il tempo passa per i due protagonisti più qualcosa muta nei loro animi, attirandoli l'un l'altro come falene alla luce. Il loro peccato è stato quello di sognare, e sognare in grande, lasciatemelo dire.


Emmeline, il cui solo pensiero era sufficiente a far brillare il sole in una giornata grigia. L’idea di rivederla lo gettava nell’ansia più frenetica

L'unico problema, però, è che vivere in quell'epoca non era facile, come non era facile far fronte agli intrighi, e soprattutto non era consuetudine quasi sposarsi per amore.
Erano casati e soldi a sposarsi, il più delle volte.
Erano gli intrighi a convolare a nozze.

E proprio per questo che quando la bolla incantata dove i due vivono scoppia, Emmeline e la sorella partono  per New York, sperando che un oceano possa mitigare un cuore infranto, possa far tornare la luce in quegli occhi che hanno visto il suo futuro spegnersi per sempre.
Essere feriti nel corpo lascia una cicatrice che tutti possono vedere, che tutti possono capire e talvolta, chi sa osservare, può pure capire come se la sia impuntata. Le ferite degli animi però son più subdole, perché si celano agli occhi degli estranei, lasciano un dolore sordo nella persona ferita e a volte solo il tempo le può curare, e non è detto che per forza sia poco.

 «Julian Severn, sei un uomo crudele.» 
Quelle furono le ultime parole che pronunciò prima di salire sul suo cavallo e allontanarsi al galoppo.

Ma il destino spesso ha altre idee, tante, diverse da quelle che le persone sperano per se stessi, per i loro animi feriti e quando i due si incontreranno...
Non mi va di dirvi che succederà perché, son sincera, ho già detto troppo.

L’amore è olocausto, a volte necessita di una totale abnegazione e non tutti sono pronti ad affrontarlo. 

Però una cosa vorrei dirla, in particolare a Estelle Hunt (non mi prendo tanta confidenza a chiamarla solo Estelle, anche se quando brandivo il kindle mi capitava): mi hai rapito il cuore.
Non amo gli angst, o almeno nel giusto modo, amo follemente questi historical romance e quando trovo la combo di tutto ciò, sono tipo in fase fibrillazione arteriosa per tutto il tempo.
Ma ora passiamo ad un commento meno personale.
La narrazione si svolge nell'arco di più anni e risulta inevitabile vedere i personaggi cambiare, sebbene li abbia trovato coerente con la loro età, con il loro trascorso.
Non troviamo troppi dettagli sugli usi e costumi dell'epoca e questa è una delle cose che più ho apprezzato perché potevo dare abbastanza spazio alla mente (e la foto che ho trovato, ho sbagliato di parecchi anni, perciò abbiate pazienza).

Non posso dirvi che la narrazione sia rose e fiori, non l'avrei scelto se così fosse.
E' travagliato, complicato, a volte prendere un respiro profondo è l'unica cosa che ti resta da fare quando  vorresti scotennare tutti, eppure...
L'ho amato, perché non ho trovato una sola parte che non mi sia piaciuta, avrei voluto, forse, solo qualche scorcio in più sull'animo di Julian, sugli anni, su tutto da quanto ne ero affascinata ma, son sincera, volevo ancora infierire su di lui.





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