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martedì 7 luglio 2020

Review Party: LA TRAMA DEI SOGNI di Emily Pigozzi



Milano, oggi. Rossana Fiorentino non crede nei sogni. Non dopo essere cresciuta in una famiglia difficile. Il suo unico desiderio è confondersi tra la gente e vivere serena, senza scosse. Per questo ha scelto la città per studiare e scappare dal piccolo paese dove è nata. Qui vive Sebastian Mahler, un affascinante, giovane concertista, tra i più apprezzati al mondo, che compone musiche meravigliose e struggenti, nelle quali infonde tutta la vita che sembra sfuggirgli di mano a causa della malattia degenerativa che lo ha costretto su una sedia a rotelle. Vienna, 1914. Il primo conflitto mondiale incombe sull'Europa quando due nobili italiane oramai decadute fanno il loro arrivo in città. Luisa e Rosa Marescotti sono sorelle, ma non potrebbero essere più diverse. La prima, timida e spaventata, rimpiange le campagne del parmense che le hanno viste crescere; la seconda è curiosa e ansiosa di gettarsi nella nuova vita che le attende nella sfavillante capitale dell'impero asburgico. Sul loro cammino incontreranno i giovani fratelli Von Mahler: Heinrich, vivace e mondano, e Franz, musicista e fervente patriota, enigmatico e affascinante. Rossana e Sebastian, Rosa e i fratelli Von Mahler: un intero secolo a dividerli, lo stesso amore a unirli. Il loro sarà un valzer in cui, a ogni giro di danza, il destino si intreccerà alla vita e alla morte. Perché tutti i sogni sono fatti della stessa trama.

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Siamo a Milano, immersi nella caotica città che sembra non conoscere il senso della lentezza. Rossana corre tra casa e lavoro. Un lavoro che non la soddisfa, che non ripaga gli anni di studio e spera presto di trovare di meglio, ma mai avrebbe immaginato che il call center nel quale lavora l’avrebbe presto lasciata a casa. Rossana è disperata, le finanze sono poche e deve trovare presto un altro lavoro per evitare di tornare al paesino natale dal quale si tiene il più possibile lontana. Invia curriculum e nell’attesa di una risposta si strafoga di gelato e serie tv. Conosciamo i tempi, e Rossana con il suo curriculum si sente dire “troppo referenziata” o “poca esperienza nel settore”, questo la getta nello sconforto, fino a quando l’amico e coinquilino Tommaso non riesce a rimediarle un colloquio. Il Maestro Sebastian Mahler, un giovane concertista apprezzato e conosciuto in tutto il mondo, cerca un assistente, requisiti fondamentali: disponibilità a viaggiare e conoscenza della lingue. Una doppietta vincente per Rossana, se non fosse che si sente quasi intimorita dalla presenza del giovane Maestro e dalla sua precaria condizione di salute che sembra non riuscire mai a rallentarlo. Ma sarà a Vienna che tra le mani si ritroverà il diario di una giovane italiana, Rosa Marescotti, costretta a trasferirsi dalla zia nel 1914. Cos’è che accomuna le due donne a distanza di più di un secolo?

Ho pudore, rispetto di questa persona che non conosco, perché chi scrive una musica simile deve avere un universo immenso dentro. E il pensiero di trovarmi sola in quell’universo è magico, come un privilegio speciale.
Un privilegio che mi terrorizza a morte.

Come è mio solito fare, ho iniziato la lettura senza conoscerne la trama, dopo essermi gustata il prequel La perfetta melodia del cuore, online in versione digitale dal 9 giugno. Un prequel che getta le basi a una storia emozionante e affascinante, scandita dal senso del tempo e della musica.
Non è difficile entrare in empatia con Rossana, la sua voglia di fare e quel riscatto che cerca per trovare il suo posto nel mondo, ma sappiamo che il mondo del lavoro è fatto di squali e il più delle volte non perdona, ma Rossana non demorde, fino a quando non le viene offerta la possibilità di fare da assistente a un concertista. Avete pensato anche voi a un uomo avanti con l’età e per lo più noioso che sciorina la vita di Beethoven, Morzart e Strauss come se parlasse di una tranquilla e soleggiata domenica? Vi assicuro che mai si sarebbe aspettata che in realtà Sebastian Mahler è giovane, costretto a muoversi su una sedia a rotelle a causa di una malattia non curata per tempo. Lui sembra aperto e amichevole, il datore di lavoro che tutti vorrebbero, lasciando la possibilità a Rossana di girare per le città che lo vedranno in concerto. Si sa che la sua è un’agenda piena, scandita dagli impegni che lo vedono sempre di corsa, così che nel giro di poco tempo toccano Londra, Berlino, New York e Vienna. Mi è venuto quasi l’affanno quando leggevo queste salite e discese dagli aerei, eppure la loro permanenza più duratura sarà proprio nella capitale austriaca dove, tra le mani di Rossana, comparirà un diario datato 1914. L’autrice è una certa Rosa Marescotti. Una coincidenza incredibile che vedrà un sacco di parallelismi tra le due donne, ma che non ho intenzione di svelarvi perché sarà vostro compito cercarli durante la lettura.

Ha lo sguardo lontano, attraversato da un mare di ricordi e di tristezza. Ma la musica e il solo evocarla hanno spazzato via ogni dispiacere come un vento caldo e benigno.

Ammetto che, essendo la musica elemento fondamentale di questo romanzo, non ero riuscita a entrare in sintonia con la prima parte della storia, non riuscivo a sentire la musica, a percepire la melodia; ma non appena è iniziata la lettura del diario che le cose sono cambiate, e non è stato difficile immaginare Vienna nel 1914 con i suoi pittoreschi palazzi e le serate mondane passate tra un valzer e l’altro, o quando giovani gentiluomini dovevano chiedere il permesso alle famiglie prima di approcciarsi a una ragazza. Un anno che ha visto cambiare le abitudini dell’intera popolazione nel giro di poco tempo: gli uomini sono stati chiamati al fronte e le donne hanno deciso di dare il loro contributo negli ospedali civili, o in quelli da campo.
Mi sono ritrovata seduta vicino a Rossana, quasi a incitarla di andare avanti nella lettura del diario, avida di quell’italiana che era riuscita, con la sua semplicità, a conquistare il cuore di un giovane musicista. In alcuni punti mi sono trovata a trattenere il fiato, in altri mi è venuta la pelle d’oca per la potenza dei sentimenti descritti, e alla fine, la scrittura lineare e fluida di Emily Pigozzi, è riuscita ad emozionarmi.
Una storia che mette in evidenza i valori dell’amicizia e quelli della famiglia, ma che vuole essere un inno a quelle donne che, nel loro piccolo, sono riuscite a fare la differenza, nei confronti del mondo o in quello dei loro partner.

Sento tutta la passione di quest’uomo scorrere tra le vene e la pelle, tra ma mente e il cuore. Stringe le mie mani con vigore, con possesso, e le guida piano sui tasti d’avorio, tra una nota e il silenzio.

Non sono una patita di musica classica, nonostante mio nonno avesse una collezione invidiabile e ogni tanto metteva su qualche disco spiegandomi vita, morte e miracoli di quella determinata opera. Eppure ora mi trovo ad ascoltare Roses from the South di Johann Strauss Jr. e con la testa sono ancora dentro a questa incredibile storia.
Negli anni la scrittura di Emily Pigozzi è cambiata, maturata, le sue storie sono più ricercate, e questa rientra sicuramente tra i miei romanzi preferiti del 2020.


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