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venerdì 18 giugno 2021

RITRATTO DI DONNA CON I TULIPANI di Ornella Di Luca



 

“Vidi un’immagine.

Avvertii una sensazione.

Seppi ogni cosa.

M’innamorerò di voi, conte d’Artois, e sarà la fine.”

 

Marsiglia, 2019.

Inés Morel ha perso tutto. Trascorre le sue giornate in un purgatorio di ansiolitici e paure, finché uno strano incubo la spinge a preparare la valigia e a partire alla volta della Normandia, per indagare sulla fortezza di Caen e su una donna vissuta quattro secoli prima.

Semplice paranoia o sogno premonitore? Tra le stradine profumate di bouganville di una città medievale, accompagnata da una gatta cieca, un’anziana e saggia custode e un affascinante albergatore, Inés dovrà rispolverare il suo talento da ricercatrice storica, per capire ciò che vuole e cosa il destino ha in serbo per lei.

Caen, 1689.

Marianne ha un segreto, che sin da piccola ha imparato a nascondere per sfuggire all’appellativo di “strega” e non mettere in pericolo se stessa e la sua famiglia. Passare inosservata è il suo unico obiettivo, almeno fino a quando incontra il conte Alexandre d’Artois, bello, sensibile e idealista, convinto che Marianne possa cambiare le sorti della guerra tra Francia e Inghilterra, che la sprona a uscire dal suo guscio e a fare la differenza.

 

Due donne lontane nel tempo ma unite dallo stesso potere, un po’ dono e un po’ maledizione, si aiuteranno a vicenda per impedire un’imminente tragedia e modificare così il corso degli eventi.

Ritratto di donna con tulipani è un viaggio tra passato e presente, con una punta di paranormal romance, un percorso interiore sull’accettazione della perdita e sulla volontà di ricominciare a vivere e riaprirsi all’amore.

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Inés possiede un dono, o forse una maledizione, che non le rende la vita tranquilla. In pratica a volte, attraverso i sogni, anticipa la realtà. Le sue sono vere e proprie premonizioni che il più delle volte, però, non riesce a comprendere se non a fatto avvenuto.

 

Osservavo i passeggeri dall’alto, appesa al soffitto, anima senza corpo. Sguardo senza volontà. Poi volai fuori dall’aereo, mentre si dibatteva per restare in quota. […]

E infatti rimasi controvento, mentre il mostro di lamiera andava giù verso terra.

L’aereo, le perturbazioni, l’ansia. Tutto comprensibile: una manifestazione inconscia delle mie paure consce.

 

Il fatto che suo marito avesse trovato la morte in un dirottamento aereo subito dopo il sogno, diventa per lei causa di stress quasi insostenibile. Da quel momento Inés perde interesse per tutto ciò che la circonda, diventa apatica e finisce per chiudersi in se stessa. L’inquietudine la porta a prendere decisioni definitive così, senza pensarci troppo, lascia il lavoro, allontana le persone care e resta sola a piangere delle proprie disgrazie. Per lei le giornate trascorrono tutte uguali tra ansie diurne e incubi notturni. Poi succede qualcosa e per Inés tutto cambia, un richiamo dal passato, i racconti della nonna sulla bellezza del posto, una richiesta onirica di aiuto, tutte queste componenti la spingono a muoversi e a volare a Caen, cittadina medievale a nord della Francia.

 

«…Quella città merita un sacco di finali lieti, senti a me. […]

È il posto in cui tutte le donne della nostra famiglia devono andare, prima o poi.»



Appena arrivata Inés avverte una strana sensazione, spinta da una forza misteriosa raggiunge il castello di Guglielmo il Conquistatore dove tutto le riporta alla mente quanto visto e sentito nel sogno fatto qualche notte prima.

 

Il cartello informativo. Primo flash

Il prato. Secondo flash.

La fortezza. Terzo flash.

Il fossato sotto il ponte d’ingresso. Quarto flash.

Persino la casetta del custode. Quinto flash

Il senso di vertigine. Sesto flash. Tutto era esattamente così.

Purtroppo anche la sensazione di imminente pericolo era la stessa.

 

Pur non comprendendo bene il perché, Inés è comunque decisa a risolvere il mistero che, a quanto pare, sembra riguardarle da vicino visto che per molti in città lei sembra ricordare una donna vissuta nel diciassettesimo secolo, divenuta in seguito l’amante del conte d’Artois.



È difficile dare una definizione precisa al romanzo: la storia è strutturata in modo che il presente e il passato si muovano di pari passo, da una parte c’è Inés e dall’altra Marianna, la donna con i girasoli.


… Quindi la donna dei tulipani si chiamava Marianne. «Le somigli moltissimo, così tanto che mi rifiuto di credere che sia solo una coincidenza… »

 

 Entrambe, oltre ad avere un legame di discendenza, sembrano accumunate dallo stesso tragico destino. Le loro vite scorrono parallele ma, grazie ai sogni, tendono a incrociarsi. Con l’aiuto di David, il padrone dell’albergo in cui risiede, Inés, non avendo nulla da perdere, mette da parte i timori che in precedenza l’hanno sempre condizionata e affronta la nuova avventura con lo spirito giusto. Una ridente e tranquilla Caen fa da sfondo a una bella storia che accomuna vari generi, spaziando dal contemporaneo allo storico ed è condita con una punta di paranormal che le fornisce quel tocco di unicità che non guasta. La soluzione del caso coincide con un cambiamento di vedute e con la nascita della consapevolezza consapevolezza che per Inés significa un nuovo inizio e un futuro lieto fine.

Consigliato!


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