Pagine

martedì 2 aprile 2024

NON SIAMO BRAVE RAGAZZE di Penelope Douglas


Forte e determinata, Liv ha imparato dalla vita a non sprecare nessuna occasione perché tutto può esserti portato via in un attimo. Per questo, ogni mattina, si presenta al Marymount, un istituto elitario, decisa ad approfittare al massimo della sua borsa di studio per diplomarsi e accedere a un college prestigioso. Ma lì deve fare anche i conti con Clay, la reginetta della scuola: popolare, intelligente, bellissima e riverita da tutti.
Le due ragazze all’apparenza non potrebbero essere più diverse e si tormentano di continuo: nei corridoi, a lezione, agli allenamenti di lacrosse e ogni volta che ne hanno la possibilità. Un giorno, però, dopo l’ennesimo scontro, Liv scopre che la maschera di perfezione di Clay nasconde una miriade di segreti dai quali è irrimediabilmente attratta. E Clay, dal canto suo, non è immune al fascino della sua nemesi. Travolte da un turbine di passione irrefrenabile, Liv e Clay scoprono lati di loro stesse sconosciuti e inesplorati. E si rendono ben presto conto che essere brave ragazze è sopravvalutato…

#prodottofornitodaNewtonComptonEditori
#copiaomaggio
Ho terminato da poco la lettura di questo romanzo e sto ancora cercando di metabolizzare le emozioni provate. Come sta accadendo fin troppo spesso, non era una lettura destinata a me, ma avendo avuto modo di approcciare a degli F/F mi sono resa disponibile qualora chi lo aveva richiesto si trovasse in difficoltà. Si dice che ci sono amori così grandi che non si perdono mai del tutto, fanno solo dei giri immensi e poi ritornano. Penso si possa applicare anche ai libri. Ci sono storie che attirano la nostra attenzione ma non quel tanto che basta per spingere a comprare quel determinato libro, poi capita che ti arriva fra le mani per caso e, da quel senso di scetticismo che ti fa storcere il naso e ti fa pensare “lo porto avanti con i miei tempi e nel frattempo cerco di andare avanti anche con le altre letture”, crea una vera e propria dipendenza.

Mi avvicino alla porta di ingresso, toccandone il legno pesante e scuro con la punta delle dita. Centinaia di anni di pioggia gravano su quella superficie, e io vi passo sopra una mano, avvertendo un fremito che mi scuote il corpo.
È come lei: crepe e schegge, sole e tuoni, ma è ancora qui.

Ho iniziato questa lettura senza alcuna aspettativa. Di quest’autrice ho letto un solo libro, Birthday Girl, che in qualche modo mi aveva rapito il cuore per la storia d’amore intensa e passionale tra due persone con una forte differenza di età; ma non ho mai pensato di leggere altro o di leggere tutto quello che in Italia era e sarebbe arrivato. Non posso nascondere che l’inizio è lento, ho fatto fatica a carburare, a capire le dinamiche, a entrare nel vivo della storia; c’erano parti che mi avevano fatta pentire del mio essere così disponibile, e la valutazione nella mia testa è cambiata ogni volta che la percentuale di lettura aumentava, creando in me una forte dipendenza al punto che, quando non potevo leggere, con la testa ero sempre con il pensiero là, per capire come si sarebbe evoluta la storia di queste due tenaci, forti e testarde protagoniste.


«Una rosa?», domanda.
Mi inginocchio sul pavimento.  «Spine. Sono piena di spine. Ma ci sono cose di me per le quali spero ne valga la pena».

Non nascondo che ho odiato Clay, perché non ho mai tollerato tutto quello che lei rappresenta. Viene da una buona famiglia che la sponsorizza e la tiene su un palmo di mano, chiudendo entrambi gli occhi davanti alle sue s******e; è una bulla della peggior specie, che si sente in diritto e anche in dovere di rendere la vita delle persone un inferno; si circonda di gente della sua stessa pasta, ma non del suo calibro. Eppure, quell’armatura esterna che la gente ama indossare lo fa perché dentro nasconde una grande fragilità, come tanti piccoli pezzi di noi che si dissolverebbero nel vento nel momento in cui decidiamo di metterci a nudo. Clay è la ragazza nata nella parte fortunata di St. Carmen, quella che ottiene tutto con il semplice schiocco di dita; lei e i suoi amici possono permettersi di fare tutte le cazzate del mondo perché tanto hanno sempre e comunque le spalle coperte.
In contrapposizione a Clay, troviamo Olivia, determinata a raggiungere il suo obiettivo di entrare in un buon college per scappare da quel senso di soffocamento che la pervade e che le fa venire voglia di mettere più distanza possibile tra lei e il mondo in cui è nata e cresciuta. Nonostante riesca a frequentare una delle scuole prestigiose grazie a una borsa di studio, è costretta a ingoiare rospi su rospi affinché il suo curriculum accademico resti immacolato. La sua pazienza verrà messa costantemente alla prova a causa anche della sua natura: è gay dichiarata e non lo ha mai nascosto a nessuno, un problema se frequenti una scuola per lo più cattolica e sei anche una giocatrice nella squadra femminile di Lacrosse. Tutti, in qualche modo, la squadrano dalla testa ai piedi come se fosse uno scherzo della natura e le ragazze, anziché provare solidarietà, la terranno lontana come una reietta.


«Noi sopravviviamo, perché la cosa più violenta che possiamo fare agli altri è restare vivi».

L’adolescenza può essere un momento difficile, ti trovi a percorrere quella sottile linea tra la spensieratezza e l’entrata nel mondo degli adulti che a volte può destabilizzare, mettendo in discussione tante cose e ritrovarsi a fare i conti con se stessi più volte nel corso del tempo. Liv sa chi è e quello che vuole, Clay si nasconde dietro la maschera di perfezione che indossa e con la paura di ammettere quali siano i suoi reali sentimenti, ingaggiando una vera e propria lotta interiore che rischiano solo di farle perdere tutto.
Come posso esprimere a parole quello che questo libro è stato in grado di trasmettermi? Le emozioni, le sensazioni che ancora sento a fior di pelle? Come posso dirvi di aprire la vostra mente e gettarvi a capofitto in questa storia che vi rimescolerà il sangue, lo stomaco, il cuore e ogni vostro organo? La storia di Clay e Liv non è solo una bella storia d’amore vissuta tra i banchi di scuola con tutti i cliché del caso che portano le protagoniste a vivere una tormentata storia d’amore fino a quando non avviene il colpo di scena e relativa risoluzione. La loro storia è fatta di critiche, insulti che spesso sfociano nelle botte, ma anche di compromessi e accettazione dopo aver messo in dubbio qualsiasi cosa; entrambe vengono poste davanti a castelli di carta che inesorabilmente crollano, le gettano a terra, le schiacciano e le fanno risollevare con quella voglia di rivalsa che entrambe sentono. Una storia fatta di pungente ironia, che mostra quanto le parole abbiano un peso specifico in grado di ferire se ben usate e come ognuno di noi abbia dei segreti che piano piano vengono a galla facendo cadere ogni tipo di maschera mettendoci davanti alla realtà dei fatti. Una storia che abbatte ogni pregiudizio che urla all’amore vero, all’amore libero, all’amore senza alcuna distinzione, a quell’amore che non deve nascondersi ma va manifestato pubblicamente che sia con un bacio o un semplice tenersi per mano. Un amore che andrebbe vissuto alla luce del giorno e non solo quando calano le tenebre.
Giuro che la smetto, ma lasciatemi spazio per una piccola menzione sui fratelli Jaeger che vedrete spesso, soprattutto quando si tratta di proteggere i membri della propria famiglia. Sono dei disadattati per natura che si sono trovati troppo presto a fare i conti con lo schifo che è in grado di gettarti addosso la vita, ma è stato bello vedere quel senso di unione che li lega, nonostante i problemi, nonostante si tratti di persone che preferiscono risolvere li problemi arrivando alle mani, ma che si prendono cura gli uni degli altri, soprattutto quando in ballo ci sono i sentimenti. Sento di avere bisogno della storia di ognuno di loro e sapere che, in qualche modo, ognuno abbia il proprio happy ending.

Nessun commento:

Posta un commento