Pagine

martedì 19 maggio 2015

Il mio cuore e altri buchi neri - Jasmine Warga

Aysel ha sedici anni, una passione per la scienza e un sogno che coltiva con quotidiana dedizione: farla finita. Tutto ormai sembra convergere in quel buco nero che è diventata la sua vita: i compagni di classe che le parlano alle spalle, un lavoro deprimente, il delitto commesso da suo padre che ha segnato per sempre il suo destino. Aysel vorrebbe sparire dalla faccia della Terra, ma le manca il coraggio di farlo da sola. Per questo trascorre il tempo libero su "Dipartite serene", un sito di incontri per compagni... di suicidio. Roman, perseguitato da una tragedia familiare e da un segreto che vuole lasciarsi alle spalle, è il prescelto. Eppure, proprio nell'attimo in cui stanno per abbandonarla, la vita potrebbe mostrare il suo lato leggero, dolce e pieno.


In Italia, nel 2009, si verificarono 6,7 suicidi ogni centomila abitanti. Negli Usa, qualche anno fa, si registravano 38.000 casi di suicidio.
In queste statistiche rientrano i suicidi dovuti alle più svariate cause: depressione, vittime di bullismo, vittime di una società che sembra non ascoltare abbastanza o ancora persone che si sentono di troppo in quella vita che sembra non aver spazio per loro.
Un’altra “stima” afferma che ogni quaranta secondi qualcuno, in qualche parte del mondo, si toglie la vita. Questo significa che mediamente, in una giornata, si verificano 2160 suicidi se si fanno due calcoli.
Stime da far venire i brividi sulla pelle, ma che è giusto sapere, anche solo per informare persone che, come me, prima di leggere questo libro e di informarsi a fondo sulla questione, di stime se ne intendevano poco.

Aysel è una ragazza troppo giovane per i problemi sulle spalle, troppo giovane per sperimentare la crudeltà delle persone, troppo piccola per avere una tristezza così grande dentro di se’.
Sua madre, la sua roccia, non è più tale da quando era una bambina, troppo presa a ricostruirsi una famiglia, a dedicarsi ai suoi nuovi figli e al nuovo marito, che al tarlo che sta divenendo sempre più grosso nell'altra sua figlia.

La musica, specialmente quella classica, specialmente la Messa di Requiem in re minore di Mozart, ha una sua energia. Se la ascolti bene, senti l’archetto del violino che esita sulle corde, pronto a infiammare le note. A farle vibrare. E, una volta nell'aria, si scontrano l’una contro l’altra. Fanno scintille. Esplodono.



Passo un sacco di tempo a domandarmi come sia morire. Che suono abbia. Se anch'io finirò per scoppiare come quelle note, lanciando le mie ultime grida di dolore, per poi tacere per sempre. O mi trasformerò in un vago rumore di sottofondo che si avverte a malapena, tendendo l’orecchio.

Il delitto commesso da suo padre sembra riversarsi su di lei, come se vedessero in lei la copia del genitore e, poco alla volta, anche la ragazza si convince che qualcosa di sbagliato ci sia, che non vorrà mai diventare come il padre, condividere la sua stessa follia, sentirsi come una bomba sul punto di esplodere.
Vive la vita come se il suo passato diventi il suo futuro, non rendendo che più cupe le sue giornate.
Lei questo non lo vuole, se deve esplodere come una bomba, vuole lei stessa decidere il come e il quando e grazie ad un sito, decidere anche con chi.

In questo modo conosce Roman, un ragazzo che come lei con questa vita non vuole più nulla a che fare, non riesce più a vivere con quella morte alle spalle, con quell'incidente che lo ha segnato, così come la sua famiglia, riducendolo così ad abbandonare amici e il basket, la sua vita, per potersi chiudere con il suo dolore sempre più sordo nella sua stanza.
Nessuno dei due si immagina però che dal quel sito, da quella sorte di luogo dove persone che vogliono farla finita con qualcuno accanto, nascerà qualcosa destinato a far loro cambiare idea.
Sì son dati un appuntamento, il 7 Aprile sarà il giorno in cui il libro della loro vita verrà concluso, o almeno così pensano.

"Voglio che tu sappia che non sei affatto come tuo padre. Capito?Io ti conosco, Aysel. Non potresti mai fare una cosa del genere."Mi prende il viso tra le mani, quasi cullandolo."Ma allora perché mi manca così tanto?" Ho il naso a pochi centimetri da quello di Roman e vorrei distogliere lo sguardo, ma non ci riesco.Lui mi stringe ancora di più, avvolgendomi con le braccia. "Perché sei umana. Nessuno è completamente cattivo o completamente buono. Sono sicuro che hai passato anche dei bei momenti con tuo padre. È logico che ti manchi."

Per Roman è facile mostrare quello che si vuole ai genitori iperprotettivi che forse avevano iniziato a notare segni in lui di qualcosa che non doveva esserci. Da quando la tragedia lo ha colpito, sua madre non ha fatto altro che rimanergli accanto, supportarlo e incoraggiarlo, non incolpandolo di ciò che è accaduto quella fatidica sera anzi, tutt'altro. Se possibile la colpa se la dà lei stessa anche della condizione in cui riversa suo figlio. Ecco perché, come una madre che dopo tanto riesce a vedere finalmente una speranza, quando vede Aysel pensa che forse, dopo tutto, anche i periodi più bui del figlio son destinati a finire.



"Come hai potuto?""Tu non volevi più" dice."Lo so. E io non volevo che tu lo facessi. Sei troppo importante perché ti vedessi morire. Voglio che tu continui a vivere, Aysel. Perciò ho fatto tutto da solo, perché volevo salvarti."

E’ impressionante come un amore possa rimettere tutto in discussione, come in due le pene siano più facili da sopportare, come anche la depressione, se si ha qualcuno disposto ad ascoltare e il giusto aiuto, non risulti incurabile come spesso taluni credono, perché è giusto pensare che al mondo non siamo soli, che l’aiuto lo si può trovare sempre, che sia chiamando un numero verde per richiedere assistenza, parlare con un genitore del buco nero in cui si sta trasformando la vita, inghiottendo tutto e tutti, senza darci tregua, rendendoci apatici talvolta di fronte al dolore altrui, troppo presi nelle sofferenze che ci sommergono per guardare altrove.

"Promesso?" Mi stringe entrambe le mani."Promesso. Ma ho bisogno che tu faccia una cosa per me.""Cosa?""Le nostre mani sono intrecciate e lei stringe ancora di più la presa. «Parlami della tua tristezza, Aysel. Hai bisogno di vedere qualcuno?"Distolgo lo sguardo. "Non lo so."Da quando ho memoria, sono sempre stata terrorizzata dall'idea di raccontare la mia tristezza, per paura che apparisse come il segno inconfutabile della mia follia ereditaria. Ma adesso mi rendo conto che non potrò mai cancellare il gesto di mio padre o il fatto che quel pomeriggio non fossi lì a impedirgli di compierlo.


Esistono persone che prima di scrivere la parola fine nella loro vita, vivono centinaia di piccoli morti ogni giorno, cercando una forza in se stes
si senza trovarla, senza osare alzare la testa e chiedere aiuto per timore del giudizio o nella paura di non riuscire a trovare il giusto aiuto.
Ecco perché ci tengo a dire che nessuno, e lo ribadisco, deve avere timore di chiedere aiuto.
Esisteranno sempre persone che si sentiranno emarginate per colpe non loro, incolpate per torti che la gente fa ricadere sulle spalle sbagliate e per questo costrette a isolarsi sempre più, pensando erroneamente che quel gesto sia la via più semplice per risolvere la questione.
Anche nei momenti più bui bisogna sempre pensare al dolore di chi ci sta attorno se compissimo un gesto del genere, al fatto che potremmo privare un domani a qualcuno di conoscerci, che la fine non sempre è la via più facile per risolvere un problema che, apparentemente, non trova soluzione.
Quello che può sembrare un segno di debolezza, come chiedere aiuto, a volte è il più grande segno di coraggio che possiamo compiere verso noi stessi, verso quel dono che ci è stato fatto: la vita

Un libro che inevitabilmente farà riflettere su cose cui talvolta non si dà peso e su altre che, invece, si preferisce non pensare. Un libro che impossibile non possa farci riflettere su una tematica forte come il suicidio.







Jasmine Warga è nata nel 1988. Tra le cose che ama di più ci sono: il caffè freddo, il cielo notturno, i quadri surrealisti, le mattine piovose, e gli animali, soprattutto il suo adorato gatto Salvador. È molto attiva sui social network, e su Twitter sostiene la campagna: #WeNeedDiverseBook.


3 commenti: