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mercoledì 11 marzo 2015

Stai con me in ogni respiro - Jay McLean



Chloe e Blake si incontrano, anzi, si scontrano, per caso, una notte. Lui sta fuggendo dalla solitudine e dai propri pensieri. Lei da un tipo che non sembra avere buone intenzioni. Blake la salva e da subito si sente attratto da questa ragazza strana, affamata di vita ma abituata a tenere chiunque a distanza. Eppure, quando sei giovane dovresti afferrare tutto quello che il destino ti offre. Correre incontro al domani, bruciare tappe e traguardi, ubriacarti di emozioni e sogni a occhi aperti. Scoprire e sperimentare ogni cosa che ti circonda, o che hai anche solo sentito nominare. Senza mai fermarti, senza mai smettere di sperare, di desiderare, di crederci... Ma c’è un motivo per cui Chloe non permette a nessuno di avvicinarsi: sulla sua vita c’è un’ombra, una malattia che non lascia scampo. E lei, quando se ne andrà, vuole farlo in punta di piedi, per non ferire nessuno… Il giorno in cui incontra Blake non ha la minima idea che quella sarà la loro svolta, l’attimo capace di sconvolgere le loro esistenze e ribaltare le loro prospettive, per sempre. A mano a mano che lo conosce, però, non riesce più a fare a meno di lui. Per Chloe è il momento di trovare la risposta a una domanda pesantissima: esiste un amore capace di dare senso al dolore più grande?

Può una paura condizionare unintera vita?
Questa domanda mi ha accompagnato durante tutta la lettura. Chloe è talmente convinta che presto o tardi dovrà riscuotere la sua eredità funesta da riuscire a convincere tutti chi sia già realtà. Me compresa.
Larrivo di Blake e il legame che pian piano si andava a formare fra i due protagonisti da un lato è confortante. Chloe è una guerriera valorosa e indipendente, ma il fatto che qualcuno combatta con lei, per lei, non le toglie alcun merito, è quello che merita.
Ho creduto nel loro amore fin da subito ma ero preoccupata allo stesso tempo per Blake, mi sentivo in dovere di metterlo in guardia perché ero certa avrebbe sofferto, e per quanto la motivazione fosse diversa, la sua vita era stata già altrettanto incompiuta.
Quando arriva il riconoscimento della svolta per entrambi, altro non si può che augurargli in bocca al lupo, tenendo le dita incrociate. Chloe e Blake si curano a vicenda e la determinazione con cui cercano di far raggiungere al compagno i propri obiettivi ti convince del fatto che comunque vada, sarà un successo.

Non importava che fosse un estraneo o che non avesse idea dellimpatto che le sue parole avrebbero avuto su di me: mi aveva regalato più di quanto mi sarei mai aspettata da chiunque altro.

Chloe tirava fuori lati di me di cui ignoravo lesistenza. Mi obbligava a vivere il presente. A non desiderare più di allontanarmi da tutto. Come se avesse toccato qualcosa nel profondo, avesse preso il mio cuore tra le mani, lavesse stretto forte e fosse riuscita a farlo battere di nuovo.


Nella seconda parte del romanzo, durante il loro viaggio, questa positività appena acquisita comincia un po a barcollare. Insomma, per usare un altro proverbio, il lupo perde il pelo ma non il vizio.
Si alternano i momenti in cui le reazioni di Chloe mettono a dura prova un vocabolario molto colorito, ad altri in cui Blake risponde alle uscite di testa di lei con altrettanta irrazionalità. Poi ti ricordi che entrambi sono giovanissimi e che la vita li ha già messi a dura prova e che nella loro stessa situazione, probabilmente, chiunque sarebbe scoppiato presto o tardi.
Davvero ben costruiti i personagi secondari:Clayton (una sorta di fratello acquisito di Chloe dal passato burrascoso, fatto di abusi, droghe e depressioni), Josh (il migliore amico di Blake, divenuto padre troppo presto, emarginato da tutti dopo larrivo del piccolo Tommy) e le famiglie dei due protagonisti, in netto contrasto le une dalle altre,  a livello economico e non solo.


"È per i giorni rossi. I giorni in cui accade un evento eccezionale e inaspettato."  Singhiozzai. "E tu, Chloe, sei eccezionale e inaspettata, tu sei il mio giorno rosso."

I dialoghi sono genuini, adatti all’età dei personaggi, diretti e incisivi. Spesso, senza dilungarsi troppo su quelli che erano i pensieri dei protagonisti, l’autrice è stata comunque in grado, grazie al modo in cui li “muoveva”, di renderli piuttosto chiari.
 Il finale, per quanto sembri scontato, mi ha invece piacevolmente stupito, mi ha fatto riflettere e mi ha lasciato un bel messaggio, rispondendo per me alla domanda iniziale “Può una paura condizionare un’intera vita?”con un “Può, ma tu non lasciarglielo fare”.







Australiana, è autrice di una serie bestseller, More, e di due romanzi. Scrive ciò che adora leggere, cioè storie che fanno ridere, piangere, soffrire, sorridere. In poche parole, vivere. Questo è il suo primo libro tradotto in Italia.




6 commenti:

  1. Mi è piaciuto molto, anche se dell'autrice ho preferito "More than this" :)

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  2. Bellissima recensione che ha aumentato il desiderio di leggere questo romanzo.

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  3. Questo commento è stato eliminato dall'autore.

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