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domenica 17 luglio 2016

Fuori nel freddo di L.A. Witt


Quello di Neil Dalton è un equilibrio precario. Da quando, un anno prima, un crimine orribile ha distrutto la sua esistenza, il dolore, il senso di colpa e la sindrome da stress post traumatico sono le sue uniche compagne. Ma il Natale è alle porte e Neil è costretto suo malgrado a tornare a casa dai suoi familiari.
Poi qualcuno riemerge dal suo passato, scuotendo le già instabili fondamenta della sua vita.
Jeremy Kelley è stato quasi distrutto dalla guerra e la sua famiglia lo ha rinnegato proprio nel momento del bisogno. Emotivamente a pezzi, l’uomo spende il suo ultimo dollaro per andare a Chicago, pregando che quello che un tempo è stato il suo migliore amico non lo lasci fuori, al freddo.

Neil e Jeremy si trovano così a trascorrere le festività nella casa dei Dalton e a fare i conti con le rispettive famiglie, con i traumi subiti e con sentimenti mai del tutti dimenticati. Ma possono due uomini spezzati e fragili costruire insieme un solido futuro, appoggiandosi l’uno all’altro?

Ho un debole per gli animi fragili a cui, spesso, dona voce L.A. Witt nei suoi libri. Questa volta ha affrontato il difficile tema della sindrome da stress post traumatico che si può presentare per cause molto diverse come nei casi di Neil e Jeremy che hanno vissuto traumi completamente differenti, ma ugualmente psicologicamente invasivi.

Jeremy è un veterano dell’esercito che dopo otto anni non se la sente più di tornare al fronte visti gli incubi ed i flashback che lo affliggono.
A causa di un ex arrabbiato si trova a fare un involontario coming out con la famiglia che lo mette alla porta e l’unica persona che può aiutarlo è Neil, vecchio amico, ma che non sente da cinque anni cioè da quando sono finiti a letto insieme rovinando tutto.
Neil ha i suoi demoni con cui fare i conti, ma come si fa a rifiutare di tendere la mano ad un amico che ne ha estremo bisogno?

Una storia ricca di emozioni, che fa riflettere sui valori della famiglia e su quanto due genitori amorevoli possano fare la differenza nella vita di ognuno di noi, a qualsiasi età. Un libro scorrevole e tenero che sa coinvolgere e, se non si è troppo scafati, anche qualche lacrimuccia scivolerà via.





N.D. e J.K.
Niente data. Nessun cuoricino melenso o roba del genere. Solo le nostre iniziali. E magari era una cosa ridicolmente sentimentale, ma mentre ci incamminavamo verso la macchina non riuscivo a non sentirmi felice che ora esistesse un posto nel mondo in cui noi due saremmo stati, in un modo o nell’altro, sempre insieme.

Avevamo scopato, poi rotto – di nuovo – e nessuno dei due aveva neanche protestato.
Era un errore, questo lo sapevo. La domanda però era: quale parte della faccenda? Andare a letto con lui?
O lasciarlo andare?

Sì, lui aveva esitato e sì, avevo un milione di motivi per essere spaventato a morte che un possibile errore ci costasse l’amicizia, ma con le sue braccia intorno a me e la sua bocca sulla mia durante quel bacio spettacolare, non avrei potuto immaginare di essere da nessun’altra parte. Stavamo correndo un rischio.


L.A. Witt è un’anomala scrittrice di romanzi M/M che è stata finalmente liberata dal labirinto di mais di Omaha, in Nebraska, e che ora passa il tempo sulla costa sud-occidentale della Spagna. Mentre si chiede come ha fatto a non perdere la testa a Omaha, esplora il paese con il marito e alcuni criceti chiaroveggenti.



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