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lunedì 19 settembre 2016

Segnalazione: LA’ DOVE FINISCE IL MARE E COMINCIA L’ORIZZONTE di Erika Stellitano

Amore, viaggio, introspezione, incomunicabilità, essere, apparire, ego ed alterego, illusione e disillusione, maschere.
La storia è incentrata su un viaggio interiore che intraprende il protagonista maschile del romanzo, Daniel, costretto a superare vari step esistenziali che lo avevano allontanato dalla sua città, dai suoi affetti, ma soprattutto da un sentimento che, nel corso nelle pagine, riemergerà prepotente dall’oblio nel quale era stato confinato.
Decisivo nella trama, è l’incontro del protagonista con il soggetto/oggetto del suo desiderio, Claudia,  la donna che, nel corso di questo viaggio emozionale ed introspettivo, capirà di aver sempre amato.
Iniziano così a prendere corpo le sensazioni e le emozioni dei personaggi, diventando esse stesse le vere protagoniste della scena, in un gioco di ruoli che assume sembianze quasi cinematografiche. I dialoghi, infatti, sono per lo più monologhi dei protagonisti che sviscerano il loro sentire, tra amore, disincanto, illusione, incomprensione, rabbia, paura, odio, rimpianti, speranze, rimorsi. Si dipana, così, la trama di un romanzo dove a parlare non sono solo i protagonisti, ma anche il loro vissuto, le loro molteplici personalità, i loro sentimenti e le loro emozioni, tra ciò che è il loro essere e ciò che è il loro apparire, tra scene e colpi di scena.

Come due aghi attirati dallo stesso magnete, nel medesimo istante i nostri sguardi si incrociarono, si trovarono, perdendosi l’uno nell’altra, ambasciatori, loro, di quelle emozioni, sensazioni, di quei sentimenti, ma soprattutto di quelle parole che nessuno dei due, in quel momento, sarebbe stato capace di pronunciare. 
L’aria tra noi era satura di un silenzio assordante, foderato di un’infinità di parole e di pensieri scalpitanti, di cui i nostri occhi, per nulla estranei l’uno all’altra, erano senza dubbio degni messaggeri. Tra di noi non un sibilo, non una frase, non il suono di una lettera, però i nostri cuori, divincolatisi dalle catene con cui erano stati imbrigliati dai rispettivi  padroni, si stavano mettendo a nudo, proprio loro che, per natura, sono incapaci di mentire.
 Immobili, irrigiditi, forse addirittura tremanti, eravamo a pochi metri l’uno dall’altra, eppure fra di noi c’era un silenzio lungo due anni, una profonda voragine fatta di incomprensioni, di sensazioni, di emozioni, di illusioni, di paure, di speranze, di coraggio, di sogni, di sentimenti, di desideri, di pianti, di sorrisi, di litigi, di addii, di ferite, di rimpianti.
Tante volte ero caduto e mi ero rialzato con ferite sanguinanti che con il tempo si sarebbero cicatrizzate fino a scomparire. Ma fu proprio in quel preciso momento, avendola lì di fronte a me, che capii che le vere ferite, quelle che mai scompariranno, sono quelle che non si vedono, quelle che ci portiamo dentro per tutta la vita, quelle che non dimenticheremo e che, col tempo, si affievoliranno, per poi tornare a galla, più doloranti di prima, quando meno ce lo aspettiamo. 

Laureata in giurisprudenza in corso con il massimo dei voti e lode. Specialista nelle professioni legali. Avvocato presso il foro di Reggio Calabria. Autrice di numerosi saggi di stampo giuridico con case editrici nazionali e di articoli letterari sulla rivista "Calabria Sconociuta". Da ultimo autrice del romanzo "La' dove finisce il mare e comincia l'orizzonte".

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