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venerdì 30 giugno 2017

Blog Tour Dark Zone: La ballata di Elisbra Intervista a Edvaldo Paulo Scatolone


Ciao Edvaldo, perché non ci parli un po’ di te? Spiegaci in poche parole chi sei, cosa ami fare e qual è il ruolo della scrittura nella tua vita.
Ciao Dark Zone la scrittura mi ha sempre accompagnato fin da quanto ero ragazzino, fino ai primi anni università leggevo mediamente un libro a mese poi ovviamente, complice mille e disparati impegnati ho ridotto il numero. Spazio molto nelle mie letture dall’epica ai triller alla fantascienza. Mi ritengo una persona parecchio socievole, sicuramente un po’ introverso e sognatore con una grande passione per il mare, mi verrebbero altre mille cose da dire ma non saprei dire se siano veramente centrate.
Qual è stato il percorso che ti ha permesso di pubblicare i tuoi libri? È stato difficile arrivare alla pubblicazione?
Come scrittore esordiente mi sono rivolto quasi subito al selfpublishing, inizialmente mi sono appoggiato per circa un anno a StreetLib, tramite il quale ho ottenuto la registrazione del mio ebook online. Il passo successivo è stato iscrivermi al portale Il Mio Libro – Kataweb dove l’anno scorso mi sono piazzato finalista tra gli ebook più scaricati, recensiti e letti e dove quest’anno, nell’edizione 2017 de Il Mio Esordio, partecipo attualmente secondo in classifica sia autori che ebook. La difficoltà maggiore incontrata nel mio percorso è, finora, poter interloquire anche solo per qualche dritta con qualcuno; non pretendo e non credo di essere Coelho, ma come direbbe Sant’Agostino “la parola è il tramite, il percorso per arrivare al cuore degli altri”, quest’aspetto nell’editoria odierna un po’ manca a mio avviso. 
Parlaci di questo nuovo libro.
Il mio libro parla di un mondo fantasy, liberamente ambientato ed ispirato a Padova la mia città, che d’improvviso piomba in un conflitto cruento. Non sono un guerrafondaio ma la mia guerra vuole essere una metafora delle difficoltà del vivere quotidiano che giornalmente incontriamo. Non siamo mai, e mai forse saremo, veramente del tutto pronti ad accettare ed a sopportare la perdita di un amico, di un amore, delle nostre certezze fino a ieri solide e o di sopportare il peso delle nostre limitatezze. Il mio libro parla di tutto ciò. Parla di equilibri che si spezzano, forse irreparabilmente, ponendo i vari protagonisti di fronte a scelte che li faranno perdere, reagire, magari superare i loro fantasmi interiori o magari no.
Quali sono le difficoltà più grandi che hai incontrato (e che stai incontrando) nella promozione dei tuoi libri?
Come promozione ho puntato molto sul web ed in particolare sull’avere una pagina facebook sempre aggiornata e sempre curata, anche tramite le varie possibilità di pubblicità ed inserzioni, ma mi sono reso conto che è un mare forse troppo vasto e ho preferito aggiungerci anche il profilo su Il Mio Libro – Kataweb, essendo uno strumento appositamente diretto a scrittori e lettori.
Quanto è importante secondo te la promozione per il successo di un libro?
La promozione di un prodotto è molto importante, a volte è quasi più importante del prodotto stesso. Vivendo in un mondo sempre più interconnesso e dinamico come il nostro la promozione è centrale per qualunque tipologia di prodotto.
Cosa vorresti dire ai tuoi lettori, che non abbiamo ancora scoperto nel tuo blog o nei tuoi romanzi riguardo alla Ballata di Elisbra? 
La Ballata di Elisbra è nata ispirandosi più al mondo degli anime e dei cartoni, che non ispirandosi ad altri libri fantasy e sicuramente si differenzia da questi ultimi per alcune peculiarità, innanzitutto le descrizioni non sono molto dettagliate perché il mio intento era focalizzare l’attenzione del lettore sulla situazione sul personaggio in questione che piuttosto sulla sua minuziosa descrizione anatomica. La Ballata è interamente narrata al presente, scostandosi dal classico filone di storia medievale raccontata al passato, perché, seppure ambientata in un antico mondo fittizio, vuole trasmettere contemporaneità, una sorta di rilettura delle angosce e delle paure dei giorni nostri collocati in un passato spazialmente lontano ma sentimentalmente vicino.
Se ti chiedessi di parlare di cosa provi quando scrivi, dei tuoi conflitti, delle tue paure, cosa risponderesti? 
Sicuramente quando scrivo mi sento sia sollevato sia contento perché riesco a dare formare e concretezza ai vari sentimenti che animano i miei personaggi. Il punto centrale della mia scrittura è l’essere il più possibile realista, perché più la mia descrizione è reale plausibile più la sento viva e coerente con la mia idea. I sentimenti che provo scrivendo sono i sentimenti dei miei personaggi che indubbiamente riflettono alcune mie paure o aspirazioni.
Scrivi per successo o per bisogno? Cosa ti spinge realmente? 
Scrivo perché voglio raccontare e raccontarmi una storia; in fondo, avendo fatto per anni teatro, l’ho sempre fatto, solo ho cambiato modo di esprimermi. Scrivere è un po’ un mettermi alla prova per vedere cosa sono capace e soprattutto come riesco a mettermi in gioco, che la storia venga apprezzata o meno deve essere prima di tutto coerente con se stessa e giusta nella maniera migliore in cui mi prefiggo di portare a termine le mille vicissitudini dei miei personaggi, compagni autentici in questa avventura.
Che cosa sogni per il tuo futuro? E che cosa ti aspetti dalla vita? 

Di preciso non saprei cosa aspettarmi, viviamo in un epoca un po’ di passaggio, ma mi piace essere e restare ottimista e cercare lo spunto costruttivo in ogni situazione.

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