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venerdì 30 giugno 2017

Giornata d'Autore: SILVIA CARBONE & MICHELA MARRUCCI



Ashton Davis non si è ancora rassegnato alla morte della moglie e non riesce a dimenticarla. L’amore che non può più donarle lo rende ancora più deciso a fare di tutto per assicurare il meglio al figlio Chris per regalare un po’ di pace a sua sorella Bree, reduce da mesi di prigionia nella foresta colombiana.
Ma quando Izar, lunghi capelli corvini e carnagione olivastra, bussa alla porta di casa Davis per candidarsi come babysitter di Chris, l’equilibrio che Ash crede di aver raggiunto va in frantumi. Izar e Ash dovranno fare i conti con la prorompente attrazione fisica che c’è tra loro e lottare insieme per proteggere la vita dei loro cari.
Nel terzo romanzo della serie Destini Intrecciati, Silvia Carbone e Michela Marrucci ci regalano una storia vibrante e sensuale.




Era bella... talmente bella…
Da togliere il fiato.
Quando Ash spostò lo sguardo sui suoi occhi color nocciola, nascosti dietro un paio di occhiali da vista, notò il suo cipiglio. La giovane donna alzò la mano per catturare una ciocca di capelli sfuggita dall’acconciatura per mettersela dietro l’orecchio. Ash era attento a ogni suo movimento, ma quando si accorse che il viso della ragazza iniziava ad assumere una varietà di rosso più scura, si ricordò di avere solo un asciugamano addosso. Non era lui che doveva sentirsi in imbarazzo giusto? Era questo che aveva detto prima, o sbagliava? 
Merda! 
Quella visione gli aveva fottuto il cervello.
«Posso aiutarti?» chiese scuotendo la testa per ricomporsi, ignaro di chi fosse la dea arrivata ad allietargli la giornata.
«Sto cercando la famiglia Davis.» Spostò la testa di lato allungando il collo.
«E l’hai trovata. Io sono Ashton Davis e tu sei…» rispose esitando. Sperava che non fosse…
«Sono la vostra nuova baby-sitter.»
Perfetto, pensò, ma dalle sue labbra invece uscì un “Cazzo!”.





Ash si sfilò la muta ridacchiando e prese la t-shirt dallo zaino infilandosela. Lo squillo del telefono proveniente dallo zaino di Mac, spostò l’attenzione dei ragazzi sul marine.
«È la base» sospirò Mac. «Che diavolo succede ora? Torno subito» disse allontanandosi dal gruppo.
 «Maledizione, non ci lasciano mai in pace» Ash confermò le parole di Mac. «Tornando al discorso di prima, che donna incredibile Liz. Penso che potrei innamorarmene» commentò sedendosi Ash. 
«Ehi, calma playboy. Dimentichi che sono io  il fratello figo?» si voltò cercando l’appoggio di Callhan mentre il sorriso si trasformò in una smorfia.
«Ah, non guardare me! Non sei per niente il mio tipo.» Cal ingollò una sorsata di San Adams, guardandolo negli occhi.
«Di certo non sei quello intelligente» indicò con un cenno il piede di Colin pericolosamente vicino al fuoco.
«Cazzo!» Fece un balzo all’indietro. 
Ash rise e gli altri gli fecero eco.
Dopo che Colin riprese posto, si voltò verso Cal. L’uomo era silenzioso e continuava a restare immobile osservando le fiamme. «Come vanno le cose amico?»
Ash l’osservò alzare le spalle e sospirare prima di rispondere alla domanda. «Non bene. Joe mi parla a stento, è ancora incazzata con me. Pensa che sia responsabile della partenza di Travis.»
«Ma tu non c’entri nulla. Abbiamo visto tutti com’è andata.»
«Tutti tranne Joe. Lei lo rivuole a casa» ammise Cal girando la testa verso Colin.
«E tu?» chiese l’amico. «Tu lo rivuoi a casa?»
«È mio fratello.»
«Hai paura di perdere Joe?» si intromise Ash.
Callhan si voltò incontrando lo sguardo dell’uomo. Ash sapeva cosa si provava e aveva letto quel tormento nei suoi occhi.
«Loro si amavano, sarei uno stupido a non avere paura.»




Ash rabbrividì. «Non stuzzicarmi, Cherry Bomb. Neanche io sono un santo.» Le prese il mento con la mano e la obbligò a guardarlo. «Dimmi che cosa vuoi.»
«Se una notte è tutto quello che sei disposto a darmi, la prenderò. Voglio te.»
«Sei sicura?» la voce di Ash era un sussurro, roca al limite dell’eccitazione. E quando Izar annuì, calò le sue labbra su quelle di lei in un bacio tormentato, a lungo agognato.
La lingua di Ash spinse fra le labbra di Izar, chiedendo il permesso di entrare. Quando lei gemette, ne approfittò per invaderla e saccheggiare la sua bocca. Le piccole mani di lei si infilarono fra i suoi capelli biondo chiaro, provocando una nuova reazione in lui. Spinse il bacino  per farle sentire la sua erezione e si bloccò, dandole la possibilità di rallentare o ritirarsi da quel contatto ma, quando lei si schiacciò contro di lui, perse ogni raziocinio. Si staccò lentamente da lei e la prese per mano, conducendola fino alla sua camera da letto. Chiuse la porta dietro le sue spalle e osservò il petto di Izar sollevarsi rapido ad ogni respiro. 
Ash si avvicinò e le fece scivolare dalle spalle le bretelline sottili del vestito che si ammucchiò ai suoi piedi, lasciandola in reggiseno e mutandine. 
«Sei ancora più bella di quanto sognassi. Fa male al cuore guardarti.»


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