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lunedì 29 gennaio 2018

SFUMATURE DELLA NOTTE di Damiano Darko


Il giornalista Argenta Drogo conduce una vita in apparenza normale, ma non mostra a nessuno il suo volto. E nessuno sa perché. Indossa sempre una maschera che cela un segreto profondo come la notte, con le sue infinite sfumature. La sua vita è sconvolta dall’arrivo in città della giovane e affascinante pop-star Ricardo Guerrieri e della sua stretta collaboratrice, Naomi Albatros. Drogo li conosce per motivi di lavoro e finisce per provare un fiammante sentimento verso la carismatica Naomi. Ma finirà per nascere un amore tormentato, dove terribili ricordi riemergeranno dagli abissi del passato, come relitti di navi che riaffiorano da tempi lontani. Delitti, sogni inquietanti e un amore disperato.


Che strano personaggio Argenta Drogo! A causa delle ferite riportate in un incidente è costretto a indossare una maschera e a tenere nascosto il suo volto al resto del mondo. Rimasto solo (la fidanzata lo ha lasciato subito dopo il drammatico episodio), e superato lo sconforto iniziale, Drogo trova la forza di reagire, non si perde d’animo e riprende in mano la sua vita con un nuovo lavoro. Ora è un reporter presso un giornale locale e, data la sua capacità di osservazione, molto spesso, quando gli capita di occuparsi di episodi di cronaca nera, diventa un valido aiuto nelle indagini della polizia. Il ritrovamento del corpo di una ragazza stuprata fa proprio al caso suo, Drogo conosce le regole, il suo compito è quello di scattare foto e riportare i fatti, tuttavia nulla vieta di farsi una propria opinione.

Presi in mano la mia “bambina”, come solevo chiamarla, un Canon Reflex Eos 5D dall’eccellente risoluzione e con un ampio angolo di visione, e iniziai a scattare a raffica verso la folla.
I poliziotti si dimenticano spesso di questo particolare! È meglio che provveda io, pensai mentre scattavo foto verso il gruppo di sciacalli e avvoltoi che guardavano con occhi famelici il corpo privo di vita della ragazza.


Indagare è la sua passione, scovare indizi importanti lo gratifica, se solo glielo permettessero, Drogo potrebbe davvero dare il proprio supporto e magari risultare determinante per la risoluzione del caso. Purtroppo però è un giornalista, il suo compito è quello di trovarsi sul posto per primo e riportare notizie importanti per la comunità. L’arrivo in città di un musicista famoso, idolo delle ragazzine, è proprio una di queste: il direttore del giornale intravvedendo la possibilità di uno scoop sensazionale, incarica Drogo di occuparsene. Che la cosa non gli vada a genio lo si evince fin da subito, Drogo non fa nulla infatti per nascondere la sua antipatia nei confronti di Ricardo Guerrieri ma la presenza di Noemi, collaboratrice del cantante, lo convince ad andare avanti. Nonostante gli sforzi, però, Drogo è ancora concentrato sull’omicidio e la comparsa del cadavere di un’altra ragazza mette in allerta il suo sesto senso, la similitudine negli omicidi avvenuti a breve distanza di tempo l’uno dall’altro fanno pensare all’esistenza di un serial killer, il giornalista ne è convinto ma per indagare ci vuole tempo e lui non ne ha...


Mi fermo qui per non togliervi il piacere di scoprire come andrà avanti la vicenda. Posso solo dire che la storia merita nonostante la presenza di alcune imprecisioni. Ci troviamo di fronte a un noir psicologico ben scritto dalla trama intrigante e intricata. Conosciamo i fatti attraverso gli occhi del protagonista, ci muoviamo con lui, sentiamo e vediamo tutto ciò che prova e vede. Drogo è un personaggio atipico, con molto coraggio affronta il quotidiano. Nascosto dietro la maschera interagisce con il prossimo, confrontandosi con la curiosità o la diffidenza o perfino la paura di chi lo circonda. Non soffre per le reazioni, al contrario, riesce quasi a sorridere. Ma se all’esterno Drogo ha il controllo su tutto, non si può dire lo stesso per quanto riguarda la sua emotività.

Come diceva Amleto?
“C’è del marcio in Danimarca!”
Io dicevo sempre: «C’è del macabro nella mia vita!»
Forse la felicità assoluta non esisteva e solo nei sogni si poteva essere davvero felici e liberi.

La maschera diventa una barriera dietro cui celare l’insicurezza o addirittura la rabbia nei confronti di un mondo che fa solo finta di accettarlo. La psiche umana non si può definire o costringere dietro una maschera, di giorno è la realtà a prendere il sopravvento e a distrarci, ma di notte eccola tornare prepotente a ricordarci la nostra vera natura.

Una volta, il mio psicologo mi disse che ero un uomo molto egoista, perché a detta sua, “ruotava tutto intorno a me e alla mia maschera”, come se tutti i problemi del mondo fossero secondi al dilemma del mio volto.
Il contrasto caratteriale di Drogo è il fulcro della storia, se da una parte lo vediamo sicuro al punto di vivere come una persona normale, dall’altra lo sentiamo indifeso a combattere contro un nemico impossibile da sconfiggere. Ma ciò che lo affligge sul serio è la consapevolezza di non poter cambiare e la conseguente rassegnazione.

Tu vivi circondata da personaggi dello spettacolo e da uomini che non hanno bisogno di andare in giro con maschere. Io vivo in un mondo tenebroso, dove non potrà mai esserci nessuna donna ad attendermi.

Drogo è condannato a vivere nell’ombra della sua prigione, nascosto dietro una maschera più buia della notte.

«Tu sei una principessa che merita una vita da fiaba, col suo bel principe dalle mille virtù. Quelli come me dovrebbero starsene nascosti nel buio, dimenticandosi del sole, perché non esisteranno mai raggi di sole che possano arrivare a riscaldare le profondità abissali del nostro cuore.»

Per quanti sforzi faccia, le cose non cambieranno. Meglio allora farsene una ragione.

Era proprio vero allora. I mostri non vincono mai.

L’analisi psicologica non appesantisce il romanzo, al contrario, grazie all’elegante esposizione, lo rende interessante.  La cosa che manca è l’approfondimento di alcune tematiche; prendiamo l’incubo ricorrente di Drogo, ogni notte il sogno svela qualcosa di più. A un certo punto, di pari passo con l’evoluzione della storia, progredisce anche l’incubo. Ma invece di una spiegazione, esso scompare semplicemente lasciando nell’aria un non so che di incompiuto.

Allungai il braccio e mi aggrappai all’entrata dell’ascensore mentre dietro di me si stava scatenando l’inferno. Finalmente, una volta dentro, iniziai a capire cosa stessi realmente osservando.
Era la mia immagine allo specchio.
«Che cosa significa?» ansimai.
La voce uscì nuovamente dalla cassa appesa all’angolo in alto e mi rispose: «Non ti riconosci forse?»
«È uno scherzo?»
«Non lo è. Ciò che vedi è la verità che ti ostini a non voler accettare. Il mostro a cui stai dando la caccia non potrai mai prenderlo, perché sei tu!»

Con qualche accorgimento in più il romanzo sarebbe senz’altro perfetto ma anche così vale la pena leggerlo. È una chicca da non tralasciare.

Consigliato!



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