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martedì 12 febbraio 2019

SALVATORE di Natasha Knight



Lucia
Tutto ha avuto inizio con un contratto firmato prima da lui e poi da me, sotto lo sguardo delle nostre famiglie. Con mio padre che, seduto in silenzio, sconfitto, dava sua figlia ai mostri della famiglia Benedetti.
Ho obbedito. Ho recitato la mia parte. Ho firmato e ho regalato la mia vita. Sono diventata un trofeo in carne e ossa, un simbolo costante del loro potere su di noi.
Tutto questo è successo cinque anni fa.
Poi è arrivato il momento in cui mi ha reclamato. È arrivato il momento per Salvatore Benedetti di possedermi.
Ho giurato vendetta. Ho imparato cos’è l’odio, eppure niente avrebbe potuto prepararmi per l’uomo che avrebbe controllato la mia vita. 
Mi ero aspettata un mostro, uno che avrei voluto distruggere. Ma nulla è mai bianco o nero. Nessuno è mai santo o diavolo. Nonostante i suoi lati oscuri, ho visto la sua luce. Per ogni sua azione negativa, ne ho vista una positiva. Anche se lui aveva fatto di tutto per farsi odiare da me, una passione più calda dell’inferno ha iniziato a bruciare dentro di me.
Ero sua, e lui era mio.
Il mio mostro. Solo mio.

Salvatore
Possedevo la principessa della famiglia mafiosa DeMarco. Apparteneva a me. Avevamo vinto, e loro perso. E quale modo migliore potevamo trovare per dare loro una lezione, se non quello di togliere loro ciò che avevano di più prezioso? Di più caro?
Io sarei diventato il re. Ero il primo in linea di successione per governare la famiglia Benedetti. Lucia DeMarco era il bottino di guerra. Il mio bottino di guerra e potevo farci quello che volevo.
Il mio dovere era spezzarla. Trasformare la sua vita in un inferno. La mia anima era oscura ed ero legato all’inferno. Non avevo via d’uscita, non c’era per nessuno di noi due. Perché la famiglia Benedetti non perde mai, e ovunque siamo passati, abbiamo solo lasciato una scia di distruzione. Era sempre stato così. E così credevo sarebbe sempre stato.
Fino a Lucia.
Come tutti i mafia romance che si rispettano anche questo segue un cliché prestabilito: due famiglie antagoniste e una lotta che non conosce tregua ma continua di generazione in generazione. E poiché le colpe dei padri ricadono sui figli, è normale che siano quest’ultimi a pagare per gli errori dei primi. Per espiare un torto il boss dei De Marco è costretto a vendere la propria figlia Lucia, all’epoca sedicenne, a Salvatore, secondogenito dei Benedetti e futuro capo. I due ragazzi si rivedono dopo cinque anni, quando Lucia, dopo essere stata allontanata dalla sua famiglia e rinchiusa in un collegio per finire gli studi, torna in città ormai pronta a intraprendere una nuova vita al fianco del suo padrone.

Guardò quei documenti ufficiali che l’avrebbero legata a me. L’avrebbero resa mia. Non ero sicuro se stesse leggendo o semplicemente fissando i fogli, cercando di dare un senso a ciò che era appena successo. Quello che era stato deciso per lei. Per entrambi.

Naturalmente la convivenza tra i due non è delle migliori, Lucia mal digerisce, com’è giusto che sia, la posizione di sottomissione in cui si ritrova. Odia il padre per averla messa in questa situazione e ancora di più detesta Salvatore e il clan dei Benedetti. Assistiamo a scontri duri e inevitabili tra i due che, come sempre accade in questi casi, finiscono per convergere nello stesso punto: l’odio alla lunga si trasforma in amore.

La storia in sé è simile a molte altre del genere così come i personaggi. Da una parte vediamo il solito uomo forte incapace di provare alcun tipo di misericordia, e dall’altra la donna, apparentemente debole, costretta dalle circostanze e dalla natura delle cose alla sottomissione, in attesa del momento opportuno per vendicarsi. Andando avanti nella lettura però ci rendiamo conto di quanto Salvatore e Lucia appaiano diversi dai soliti protagonisti dei romanzi di mafia; entrambi, infatti raccontano storie diverse da quelle che ci aspettiamo.


Salvatore, per esempio, ha poco del leader mafioso, al contrario di Dominic, il figlio più piccolo di Franco Benedetti, molto più simile al padre. La morte del fratello maggiore segna il futuro di Salvatore come capo della famiglia. Fin dalle prime pagine si comprende quanto invece il giovane sia riluttante ad accettare il suo destino. All’interno della famiglia si muove come un vero gangster, molte infatti sono le morti che gli pesano sulla coscienza. Tuttavia si capisce benissimo quanto Salvatore non voglia quella vita. Egli non desidera diventare un boss ma, allo stesso tempo, non può deludere il padre. L’onore dei Benedetti dipende dal suo essere inflessibile e crudele in tutte le circostanze e soprattutto nei confronti di Lucia.

«Puniscila,» disse, sputando quella parola. «E fallo per me, altrimenti lo farò io per te.»
[…]
La frustai con forza, sapendo che dovevo farlo, picchiandola per la sua stupidità, par la sua incapacità di mantenere una stupida promessa.

Il dramma interiore di Salvatore conferisce al suo personaggio uno spessore tale da renderlo unico.


Non da meno è Lucia la quale brilla per la sua caparbietà e per la sua forza interiore. Le umiliazioni patite negli anni non l’hanno sfiancata. Al contrario, il fatto di essere stata venduta come schiava al nemico aumenta il suo desiderio di ribellione e di vendetta. Lucia affronta il nemico con grinta, senza paura delle conseguenze.

Non pensai. Non riuscii a far altro che provare rabbia furiosa che ribolliva dentro di me. Strinsi le mani a pugno e gli sputai sulle scarpe; purtroppo si mosse all’ultimo e lo mancai. Quando alzai lo sguardo, il viso di Salvatore mostrava tutto il suo shock, mentre quello di Franco arrossì mostrando la sua rabbia.

Nonostante la sua tenacia e l’odio nei confronti dei Benedetti, Lucia è incapace di tener testa a lungo a Salvatore. Il comportamento controverso dell’uomo nei suoi confronti e il fascino indiscusso la disorientano.

Salvatore mi sorprese. Mi ero aspettata violenza, mi ero preparata per quell’evenienza. Ma quello? Quel tipo di gentilezza? Il suo sforzo per capirmi? Era stato sul serio così? Quella storia non mi piaceva. E non mi piacevano le reazioni che aveva il mio corpo quando mi era così vicino.


La consapevolezza di non trovarsi di fronte a un nemico porta Lucia a rivedere i propri giudizi. Salvatore non è il mostro che vuol far credere, ma solo una vittima di un mondo dal quale entrambi vorrebbero fuggire. Di fronte al precipitare degli eventi, Salvatore e Lucia, un tempo nemici per la pelle, finiscono per schierarsi dalla stessa parte contro un nemico comune.

Amore, onore, potere sono i tre elementi che determinano il comportamento dei personaggi, non solo dei protagonisti. Molti di loro, pur essendo importanti ai fini della storia, (è questa la nota dolente), non vengono approfonditi in modo adeguato. Troppe sono le azioni accennate e non approfondite. Sono convinta che una loro maggiore esplorazione avrebbe spiegato meglio gli eventi e conferito, così, un diverso spessore alla vicenda che risulta, altresì, superficiale e approssimativa. La velocità con la quale si sviluppano i passaggi topici del racconto incide negativamente sul romanzo sminuendone l’intensità.

Un vero peccato.


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