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mercoledì 6 marzo 2019

BELLO IN ROSA di Jay Northcote


Ryan non sta cercando una relazione con un ragazzo... e Johnny non sta cercando una relazione, punto.

Ryan è sempre stato attratto da altezza, gambe lunghe e capelli biondi, preferibilmente femminili. Quando Johnny attira il suo sguardo a una festa, Ryan si scopre interessato, anche se con un maschio non gli era mai successo. L'attrazione è reciproca, e la notte fantastica che segue gli apre gli occhi sulla sua bisessualità.

L'esperienza ha insegnato a Johnny che l'amore fa male. Rimanere single è più sicuro, e non c'è bisogno di relazioni complicate visto che rimorchiare è facile. Quando si trasferisce nella casa accanto a quella di Ryan, tutti e due sono interessati a riprendere da dove avevano interrotto, e sembra un accordo ideale: comodo, di reciproca soddisfazione, e senza implicazioni.

Nonostante le loro migliori intenzioni di mantenere tutto occasionale, oltre al legame fisico ne sviluppano uno emotivo. Entrambi cominciano a volere di più da quel rapporto, ma hanno paura di ammetterlo. Se vogliono far funzionare le cose bisogna che comincino a essere sinceri; prima con se stessi, e poi l'uno con l'altro.

Con “Bello in rosa” arriviamo al sesto, ed ultimo, capitolo della serie Housemates. Personalmente ritengo che “Partire da zero” sia il libro maggiormente riuscito di questa serie, ma anche questa nuova storia si lascia facilmente leggere soprattutto grazie alla scrittura fluida e coinvolgente di Jay Northcote. La trama è piuttosto semplice e non presenta colpi di scena o momenti ricchi di pathos, nonostante ciò la semplicità della storia fa sì che si tratti di un libro piacevole e godibile. 
La profondità psicologica dei protagonisti non è particolarmente accentuata nonostante i pov alternati anche perché la loro conoscenza è, soprattutto, fisica. La componente erotica è decisamente preponderante, come lo è d’altronde anche negli altri libri di questa serie, quindi Ryan e Johnny iniziano prima a fare sesso e poi a conoscersi. Nonostante il loro accordo da scopamici, la profondità emotiva dei loro incontri va decisamente oltre il mero rapporto sessuale creando un’intesa ed un’intimità impossibile tra due sconosciuti che desiderano solo uno sfogo momentaneo.
L’importanza del dialogo in una coppia, di qualsivoglia tipo, qui rappresenta sicuramente un fattore decisamente importante che porta a riflettere su come essere sinceri e ammettere i propri sentimenti sia un salto nel buio, ma che senza mettersi in gioco il rischio è quello di perdere la propria occasione di essere felici.
La scoperta di Ryan della propria bisessualità viene elaborata con la giusta riflessione dal ragazzo che, ovviamente, si ritrova a dover fare i conti con una parte di sé che non aveva mai portato alla luce. Il suo prendere coscienza della propria sessualità è un processo graduale, così come l’idea di una relazione con u ragazzo non è immediata. Sarà l’evidenza della non esclusività del suo rapporto con Johnny a far capire a Ryan quanto in realtà desideri una relazione di ben diverso tipo con il ragazzo.
Insomma, come sempre, Jay Northcote ha saputo regalare una storia semplice, ma ricca comunque di emozioni e tematiche LGBTQ che intrattiene piacevolmente e lascia il giusto spazio anche alla componente più hot del romance.


Aveva tentato di dirsi che quello che faceva con Johnny era soltanto sesso, ma adesso si rendeva conto, con dolorosa chiarezza, che non lo era, non per lui, almeno. Poteva essere stata una cosa basata sull'attrazione sessuale, ma si era reso vulnerabile mentalmente ed emotivamente, e questo per lui significava qualcosa.

«Il punto è che la maggior parte delle persone non arriva al per sempre felici e contenti. Non è così che funziona la vita. Ogni volta che inizi una nuova relazione, c'è la possibilità che non duri in eterno. Di solito la gente ha più di una relazione significativa nel corso della vita, e alcuni ne hanno molte. E le rotture sono difficili, ma questo non significa che quella relazione non valesse la pena, finché è durata.»

Jay vive appena fuori Bristol, nel West England. Viene da una famiglia di scrittori, ma ha sempre pensato che con lui il dono per la narrativa avesse saltato una generazione. Ha passato anni a scrivere solo e soltanto email, articoli, o contenuti internet.
Un giorno ha deciso di provare con un racconto, giusto per vedere se ne era capace, e ha scoperto che dava dipendenza. Non ha più smesso da allora.
Jay è transgender, e in precedenza era noto come ‘lei’.


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