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venerdì 17 luglio 2020

IL FANTASMA DELL'ABATE di Louise May Alcott


Inghilterra, seconda metà del XIX secolo. Maurice Treherne è il rampollo del ramo cadetto della nobile famiglia inglese dei Treherne. Una volta rimasto orfano, viene accolto in casa dagli zii e stringe un vincolo particolarmente profondo con il cugino Jasper, suo coetaneo, con cui condivide piaceri e avventure tipiche dei giovani delle classi agiate.
Nel corso di un soggiorno a Parigi i due cugini sono coinvolti in un misterioso scandalo che li costringe a lasciare in tutta fretta la capitale francese. Durante il viaggio di ritorno la nave su cui si sono imbarcati naufraga; Maurice salva la vita al cugino rischiando la propria e resta paralizzato alle gambe. Tornati in Inghilterra le sventure continuano a perseguitare Maurice che si ritrova inspiegabilmente diseredato dal vecchio zio e lasciato al buon cuore del cugino.
Solo la dolce compagnia della giovane Octavia, la sorella di Jasper, sembra offrirgli un conforto insperato e ridare a Maurice la speranza di un amore puro, contrastato però dalla madre di lei che auspica un’unione diversa. In occasione di una festa a casa dei Treherne un anno dopo l’incidente che gli ha stravolto la vita, il passato ritorna a minacciare le prospettive di Maurice, che sarà più volte tentato di svelare il mistero che circonda gli eventi di Parigi, venendo meno alla parola data. Ma una strana presenza darà una svolta inaspettata alla vita di tutti…
Dall'autrice di "Piccole donne" un romance gotico molto diverso e appassionante.

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Il romanzo breve “Il fantasma dell’abate” inizia con una premessa accattivante.
Sullo sfondo di una città del Regno Unito del XIX secolo, una donna, Octavia, si trova a essere contesa da due baldi gentiluomini che vorrebbero chiederla in sposa. Ma questa non è una semplice storia d’amore, un mistero aleggia nell’aria e genererà una catena di eventi ed esiti inspiegabili e inattesi.

"Le menti umane sono più piene di misteri di qualsiasi libro scritto e più mutevoli delle forme delle nuvole in cielo."

Louise May Alcott, celeberrima autrice dell’intramontabile “Piccole Donne”, ci regala una storia che si discosta molto dalla sua cosiddetta confort-zone.
Ripesco dalla sinossi una definizione che si adatta come un guanto a questo testo: romance gotico.
Quella che leggerete è una storia che mi piace definire “lievemente torbida”, quel giusto mix di perbenismo e codice d’onore, mistero e profonda amicizia con un tocco di malinconia ma che ha quella tenerezza tipica dei classici di un tempo.
Il lato gotico, ossia la combinazione di elementi romantici con del soprannaturale, emerge eccome ma preferisco non dirvi nulla a riguardo proprio per non rovinarvi il piacere di scoprirlo da voi.
La traduzione di Isabella Nanni è agevole e ci permette di seguire al meglio la vicenda; lo stile dell’autrice emerge per la sua immediatezza, infatti, già dal primo capitolo capiamo che c’è qualche nota stonata ed è così la nostra curiosità viene stuzzicata fin dalle primissime pagine.
Pur trattandosi di un romanzo breve, il profilo psicologico dei personaggi è ben delineato dando vita a dei ritratti lucidi e validi.
Ad esempio Maurice Treherne, un uomo che ha pagato lo scotto del suo eroismo restando paralizzato dalla vita in giù, ma che conserva ancora una forte personalità. Oppure la stessa Octavia, una giovane donna senza malizia e dal cuore colmo di generosità, ma anche gli altri attori del romanzo non sono da meno e hanno delle precise qualità che vengono messe in risalto.

"I cuori sono cose ribelli e misteriose e non possono amare a seconda di quel che impone il dovere o di quel che consiglia la prudenza."

I tasti dolenti che non mi hanno fatto propendere per una valutazione più alta sono due: principalmente la brevità che, in questo caso, permette di evidenziare con efficacia le dinamiche relazionali fra i vari personaggi, ma a discapito dell’ambientazione che avrebbe potuto essere approfondita di più di modo che l’atmosfera opprimente risultasse più incisiva; poi il disvelamento del mistero mi è sembrato decisamente frettoloso e raffazzonato anche se in linea con quanto l’autrice ha scritto nelle pagine precedenti.
Una rete di relazioni, alleanze, rapporti di circostanza e l’illusorietà del libero arbitrio sono gli elementi che vengono messi in luce attraverso una prosa sì ottundente, ma lineare senza alcun bisogno di ricorrere ad artifici stilistici che rendano ridondante l’esposto.
Alla luce di quanto scritto sopra, mi sento di consigliarlo a chi vuole scoprire un classico poco conosciuto della corrente ottocentesca ma anche a chi cerca una lettura breve e soddisfacente.


Louise May Alcott nacque a Germantown, in Pennsylvania, nel 1832. Divenne celebre grazie al romanzo Piccole donne, un classico della letteratura mondiale.


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