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martedì 26 settembre 2017

Segnalazione: Il fuoco del riscatto di Nora Cocian


Con Gladys ancora dispersa, tocca a Roscoe Mac Talbot sostituire la sorella a capo dell’azienda di famiglia e portare avanti il lavoro al cantiere accanto al fratello Damian.
La mancanza di notizie dall’Italia non fa altro che acuire i malumori e la tensione tra tutti i componenti della famiglia. Chiara, preoccupata per il cugino Matt, attualmente sospeso dal lavoro, non si risparmia e continua ad aiutarlo, mettendo così in pericolo la gravidanza già a rischio. Damian è ai limiti della depressione, si ritiene responsabile del rapimento della sorella. Inoltre, il ritorno inaspettato della zia Abigail al castello, dopo una lunga assenza, riporta a galla drammi e tradimenti mai dimenticati e riapre vecchie ferite.
All’improvviso Gladys si ripresenta a casa dopo essere stata rilasciata in circostanze misteriose, tra lo stupore generale rivela di essersi sposata. La notizia coglie tutti di sorpresa e porta sconcerto e incomprensione nella famiglia.
Le indagini sul suo rapimento vengono affidate al giovane procuratore Connor Campbell, nuovo di Blanthyre, che entra subito in conflitto con Matthew, ormai messo in ginocchio dalle ultime novità.
Gleason, però, non si dà per vinto, ha bisogno di capire e di parlare con Gladys per conoscere la verità sul suo matrimonio. L’incontro tra i due si rivela drammatico: Gladys è tentata e combattuta ma dopo un accenno di cedimento lo respinge definitivamente. Non potrà esserci alcun futuro per loro perché lei è incinta.
Ma le sorprese non sono finite: durante il consiglio d’amministrazione Gladys, tornata di nuovo al lavoro, sconvolge tutti nominando Saverio come nuovo amministratore delegato della Mac Talbot Industries. Roscoe e Damian reagiscono male alla notizia, non accettano che il figlio del loro acerrimo nemico Sean Logan guidi l’azienda di famiglia. La guerra tra di loro è inevitabile.
Intanto a Blantyre viene ritrovato il cadavere di una donna. Il procuratore Campbell si ritrova tra le mani una bella gatta da pelare anche perché tutti gli indizi riconducono ai Mac Talbot.
La scoperta di nuove prove e il susseguirsi di colpi di scena rendono il mistero intorno alla vicenda sempre più fitto man mano che ci si avvicina al giorno del processo.
QUARTA DI COPERTINA

La vita dei Mac Talbot è tutt'altro che noiosa: nuovi sconvolgimenti si abbattono sulla famiglia.
La comparsa improvvisa della zia Abigail prima, da tempo esiliata dal castello e il ritorno a casa di Gladys, poi, colgono tutti di sorpresa. Inoltre il suo inaspettato matrimonio con un uomo senza scrupoli, è sinonimo di guai. La sua sete di potere smisurata e il desiderio di risalire ai vertici della società saranno, infatti, causa di una nuova e profonda frattura tra i fratelli. Roscoe e Damian si opporranno con tutte le loro forze per impedire che ciò avvenga. La lotta sarà lunga e spietata e coinvolgerà tutti, nessuno escluso.

Matthew subisce un forte trauma, vedere Gladys accanto a un altro uomo è impossibile da sopportare. Dopo essere stato allontanato dal caso sul rapimento e sospeso dal suo lavoro al distretto, la consapevolezza di aver perso definitivamente anche il cuore della donna amata rappresenta un duro colpo dal quale sarà difficile riprendersi.

Il procuratore Connor Campbell che conduce le indagini sul sequestro scopre nuove e inquietanti verità. Gli equilibri già piuttosto precari delle vite dei protagonisti sono messi a dura prova dal destino e dagli intrighi di chi trama nell’ombra.

«Gladys!» Un coro di voci si levò nel salone. Lei respirò a fondo sforzandosi di sorridere. Si guardò intorno: c’erano tutti, attoniti e immobili, in attesa della conferma. Come avrebbe esordito?
Tenere a bada i nervi si stava dimostrando più difficoltoso del previsto. Dopo mesi di silenzio, non poteva certo pensare di cavarsela con qualche frase di circostanza. Erano molte le domande cui solo lei avrebbe potuto rispondere. Sapeva di non avere scampo, prima o poi sarebbe iniziato il supplizio e non avrebbe potuto evitarlo. In fondo era giusto così. Nell’ultimo mese, mentre si preparava per il ritorno, aveva immaginato cosa sarebbe successo. Si era preoccupata di tutti i particolari, aveva ripetuto più volte la versione da offrire ai suoi cari; con l’esercizio, si diceva, sarebbe stato più facile sembrare credibile. Aveva pianificato ogni cosa fino a convincersi che non avrebbe potuto fare di meglio.

Chiara si fermò al centro del viale, davanti alla fontana di pietra. Chiuse gli occhi e respirò a fondo. Eh, sì, era davvero strano avere un così dolce tepore in quel periodo dell’anno, sarebbe stato da pazzi non approfittarne. Inoltre aveva proprio bisogno di prendersi del tempo per sé e di riordinare le idee dopo la mattinata trascorsa a casa di Matt. Credeva di ritrovarsi di nuovo davanti a un caso pietoso e invece suo cugino era riuscito a stupirla. L’aveva accolta con entusiasmo, come se non vedesse l’ora di incontrarla. L’eco delle sue parole le rimbombava ancora nelle orecchie.




Gladys non ricordava più da quanto tempo fosse rimasta lì, chiusa nel caldo e confortevole abitacolo della Mercedes parcheggiata nell’ampio spiazzo di fronte agli uffici Mac Talbot.
“Siamo arrivati!” Le aveva detto l’autista, ma prima che potesse aprire lo sportello, lei gli aveva fatto cenno di attendere. Un malessere strano si era impossessato di tutto il corpo indebolendolo al punto che le provocava dolore persino muovere la testa. Chi era diventata? Che cosa ne era stato della sua sicurezza? “Sono sempre io,” ripeté a se stessa “e questa è casa mia”, e in qualche modo si iniettò la carica necessaria per rimanere. Aveva alzato lo sguardo sull’edificio, mai come allora le era sembrato enorme: le ampie vetrate risplendevano sotto i raggi di un sole pallido, che permetteva di sbirciare all’interno, specialmente al primo piano, l’attività dei vari impiegati.
I ricordi le affollarono la mente, così come le lacrime, gli occhi, e Gladys cominciò a tremare.
No, non doveva cedere di nuovo. Sarebbe stato meglio fuggire, pensò, raggiungere l’aeroporto e partire. Era disposta a nascondersi per sempre piuttosto che assecondare i voleri di una pazzo.
Quella non era vita, non la sua, almeno! Sbatté le palpebre e mentre cercava il fazzoletto nella sua Birkin nera, le prime gocce salate le inumidirono la guancia. Si ritrovò proiettata indietro di anni, quando, appena terminati gli studi di economia e piena di entusiasmo, aveva varcato la soglia dell’impero di famiglia. Da quanto sognava quel momento insieme ai suoi fratelli! Nonno Owen l’attendeva nel suo ufficio e lei non voleva farlo aspettare troppo.

«L’ho deciso da poco e te lo avrei detto appena tornato a casa.» Tentò di abbracciarla ma lei non glielo permise. Lasciò cadere le braccia lungo i fianchi, Chiara era inamovibile.
Quando sarebbe finita quella giornata?
«Intendi oggi o al tuo ritorno?»
Roscoe scosse la testa spazientito. «Non iniziare, non ora.»
«E cosa dovrei fare? Starmene qui ad aspettarti? E per quanto? Un anno, forse due?»
«Non essere assurda! Tornerò appena possibile. Devo pensare ai miei affari…» Bravo!, si disse mordendosi la lingua, bella mossa, complimenti!
La reazione sdegnata di Chiara non tardò. «E a me non pensi?»
«Certo, ma…»

Quando Damian aprì gli occhi quella mattina, ebbe la chiara consapevolezza che qualcosa fosse cambiato. D’istinto si toccò il petto: una strana sensazione, come una tenue fiamma, gli stava scaldando il cuore e, anche se per poco, lo aveva riportato in vita. Sebbene la sveglia sul comodino indicasse le sette e trenta, nella stanza sembrava mezzogiorno. Una luce vivida entrava dalle finestre
sgombre dai pesanti tendaggi e si rifletteva sui mobili scuri, rendendoli diversi. Damian passò le mani sui capelli biondi arruffati e sorrise pensando a quanto poco avesse dormito la notte precedente. In quel momento lo scatto della porta del bagno che si apriva catturò la sua attenzione.

La voce roca di Roscoe le scivolò sulla pelle come seta e una scia di brividi la percorse dalla testa ai piedi lasciandola senza fiato. Lo guardò come le aveva suggerito, rimase affascinata dalle onde del mare racchiuso nei suoi occhi e senza accorgersene, si adattò al movimento. Lo cavalcò, tenendosi aggrappata alle sue spalle forti e muscolose.




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