Jackie è una ragazza dell'aristocrazia americana, disposta a tutto pur di salvare il padre e quel che resta del suo impero. Per questo non esita a prestarsi al gioco di un ricco e ambiguo finanziere, che vuole sperimentare molto in fatto di sesso. Jackie cede al suo ricatto e, pur non dimostrandoglielo, è incredibilmente eccitata dai loro incontri. E così si trasforma lentamente in una bambola nelle sue mani.
Mai come questa volta mi sono trovata in difficoltà a recensire un libro. Avevo voglia di leggere il romanzo perché incuriosita dalle poche righe della sinossi. Tuttavia fin dalle prime pagine e man mano che proseguivo nella lettura, mi sono posta delle domande. Non nascondo di aver anche pensato di aver sbagliato ad iniziarlo, ma siccome non sono una che rinuncia facilmente (odio profondamente chi spara sentenze su un libro leggendo soltanto un estratto o pochi capitoli, non dimostrando così alcun rispetto del lavoro duro dell’autore), sono andata avanti. E per fortuna, aggiungo! Infatti posso dire di aver fatto la scelta giusta. Perché, devo ammettere, “Uptown girl” si è rivelato un romanzo intrigante e particolare. Partito con le credenziali di un romance, nella seconda parte finisce per diventare un erotic suspance nel vero senso della parola. E anche i personaggi assumono, andando avanti, contorni ben più definiti e convincenti.
Ma procediamo con ordine e iniziamo dalla trama. Protagonista della storia è Jackie Olson Van der Graaf, rampolla di una delle famiglie più aristocratiche di New York, la quale è preoccupata per le sorti della sua famiglia. Il padre, Manfred Olson, ricoverato in ospedale in seguito ad un attacco di cuore, è un magnate di un impero industriale molto importante con diramazioni in tutto il mondo. Il secondo matrimonio e le successive scelte sbagliate lo hanno portato sull’orlo di una crisi finanziaria piuttosto seria e spinto ai margini di un’inevitabile bancarotta.
Per cercare di salvare il salvabile, la giovane si affida all’unico avvocato in grado di darle una mano: Mr Walsh, il mago della finanza dalle idee chiare e i modi autoritari. Walsh non perde tempo in preamboli, accetta di aiutarla ma in cambio, oltre al pagamento delle spese, esige un extra molto particolare.
«Vede», cominciò lui, per nulla imbarazzato, «queste pratiche sessuali tanto di moda – bondage, esclavage, BDSM… insomma, tutta quella roba lì – mi attirano molto: sono curioso. Ben inteso, sono solo alla fase documentale»
La giovane, suo malgrado, accetta diventando così la sua schiava sessuale. Jacqueline non ama il bondage e non gradisce essere considerata alla stregua di un oggetto, eppure non si tira indietro subendo e sottostando alle più bieche umiliazioni pur di salvare l’onore della famiglia.
Jackie lasciò ciondolare il capo, sbattendo il mento contro il petto, vinta.
La storia prosegue e le sessioni non finiscono qui; Jackie soffre molto questa situazione, tuttavia non ha intenzione di tirarsi indietro. Perché continuare, dopotutto? Vi chiederete. Beh, una ragione c’è ed è importante ma la conoscerete solo leggendo. Arrivati a metà del romanzo il mistero sarà svelato e ogni dubbio chiarito. Arrivati a questo punto, la trama entra nel vivo e se da un lato viene meno la fase erotica, dall’altro la storia si arricchisce di molti elementi fino a sfociare addirittura nel thriller vero e proprio. La suspance cresce pagina dopo pagina e, potete credermi, tutto quello che accade da qui in poi vi terrà con il fiato sospeso fino alla fine.
Attraverso un linguaggio semplice l’autrice fornisce un quadro schietto e a volte spietato di una parte della società, quella dei ricconi per intenderci, tanto caro alle amanti delle soap o degli sceneggiati televisivi, e ci fa entrare in un mondo che dal di fuori scintilla e affascina ma che diventa freddo e vuoto alla stregua di un tizzone spento, una volta oltrepassata la facciata. All’interno ci appare la realtà nuda e cruda di persone che, smessi i gioielli, i bei vestiti e i trucchi costosi, si muovono percorrendo tutte la stessa strada fatta di invidie, tradimenti, odio, ossessioni e brame più o meno lecite. Ciò che conta è il potere che solo il denaro può garantire e non importa a quale costo, ciò che conta è raggiungerlo. Tra aste di rilievo e feste eleganti, assaporeremo, storcendo il naso il più delle volte, il gusto agro dolce della vita nell’alta società.
In questo contesto si muovono Jackie e Walsh, entrambi spinti non solo dal desiderio di risolvere il mistero che si nasconde dietro il patrimonio della famiglia Olson e di recuperare il maltolto, ma anche dalla voglia di fare chiarezza sul loro tormentato rapporto. Tra i due l’elemento più debole è senza dubbio Jackie, e non mi sto riferendo alla sua iniziale sottomissione. La ragazza appare fin troppo remissiva sia prima che dopo il termine delle sessioni di bondage. Pur mossa da nobili sentimenti, dopo aver lasciato il ragazzo che ama, prosegue la sua vita nascondendosi dietro una relazione malsana e insignificante. Preferisce crogiolarsi nel ricordo del vero amore ormai perduto e impossibile da recuperare, piuttosto che lottare per riprenderselo. L’atteggiamento da vittima non convince e di certo non la riscatta agli occhi del lettore, neanche quando, suo malgrado, si sottopone al dolce e doloroso incontro con la frusta e non solo. Potrebbe benissimo porre fine al supplizio con una parola, un nome, che però si rifiuta di pronunciare, preferendo soffrire. Ma invece di suscitare empatia, questa sua passività la fa apparire una persona senza carattere e piuttosto insicura, troppo debole per essere apprezzata. Di rimando, Walsh è il personaggio vincente anche quando all’inizio si dimostra bastardo e senza scrupoli. Caratterialmente forte e sicuro dei propri mezzi, l’avvocato è l’unico in grado di aiutare la famiglia Olson a tornare al posto che le compete e a proteggere Jackie da tutto e da tutti.
Ma per le cose importanti, be’, Matt era Matt, e avrebbe dato l’anima per ciò che contava davvero.«Tutto, per il mio amore»
Si riscatta alla grande nella seconda parte del romanzo dimostrando di possedere non solo le doti professionali, ma anche un gran cuore. Per ritrovare il suo amore, non si ferma davanti a nulla, non gli piace il modo che adotta, è vero, eppure va avanti lo stesso per riprendersi ciò che da sempre considera suo. Comprendiamo così il tormento della sua anima attraverso le urla che accompagnano ogni frustata, o la sofferenza e la rabbia che lo assalgono davanti all’ennesima prova di debolezza della donna, e il terrore nell’agghiacciante finale. Walsh è un uomo che soffre, è sanguigno, è un despota, un testardo, un autoritario ma sicuramente lotta, al contrario di Jackie, per ritrovare la felicità. E sarà proprio lei a dirlo alla fine e a conferirgli in questo modo il merito della loro unione.
… lei aveva sempre cercato di proteggerlo e si era sacrificata per lui, ma in realtà era lui che aveva combattuto per stare insieme, per tornare insieme. Era lui che si era battuto per il loro amore.
Un buon libro, non c’è che dire.
Raffaella V. Poggi vive in Liguria, in un appartamento sui tetti davanti al mare, con il marito, due figlie, cinque computer e due gatte part-time della vicina. Studi classici, molti lavori e molte storie da raccontare. Uptown Girl è una delle tante. Il suo blog è www.velonero.com
Grazie, grazie Queen Anne, per la bellissima recensione. Molto calzante. Ma spezzo una lancia in favore di Jackie: tu considera che lei si fa violentare per due o tre anni solo per salvarlo, ma per non anticipare nulla ti invito a chiacchierare nel gruppo spoiler che viene aperto solo a chi ha completato la lettura.
RispondiEliminaComunque grazie, doppio e triplo, perchè hai colto davvero tanti aspetti particolari, e soprattutto per aver terminato il libro. Baci Raffella
Grazie a te. Ho adorato il libro e sarei felice di spoilerare con te nel tuo gruppo. Un abbraccio Nora (QueenAnne)
RispondiElimina