mercoledì 8 aprile 2015

Intervista a Margaret Gaiottina

Ciao Margaret, grazie per avere accettato di rispondere a qualche domanda per le lettrici del nostro Blog, Romance and Fantasy for Cosmopolitan Girls. Ho recentemente letto e recensito per il blog i due libri della saga sui fratelli Saxton, li ho molto apprezzati e mi fa piacere poter approfondire con te alcuni aspetti e, perché no, conoscerti un po’ meglio.







Partiamo subito con una domanda semplice semplice. Chi è Margaret Gaiottina?
Cominciamo con le cose facili! Innanzitutto ciao a Rosaria, a tutte voi e grazie per l'ospitalità. Sono una ragazza di quarant'anni, un po' romana e un po' siciliana. Attualmente sto in pianta stabile nella Capitale con marito (l'ormai famoso Fabio a cui sono dedicati quasi tutti i miei romanzi) e due figli Sono un tipo che sta molto con i piedi per terra, sono un avvocato, una donna razionale e “quadrata”. Poi in mezzo  a tutta questa serietà barbosa c'è un filone di follia, passione, spregiudicatezza che deve in qualche modo uscire fuori. E lo fa abbondantemente nei romanzi.

Quando hai deciso che la scrittura creativa sarebbe diventata una parte così importante della tua vita, e perché? Sei stata stimolata da qualche fatto in particolare oppure è semplicemente un sogno nel cassetto che si è realizzato?
No, non si è trattato di un sogno nel cassetto, è stata una fatalità. Ho sempre avuto la penna “facile” nel senso che scrivere è sempre stato nelle mie corde. Poi ho unito questa caratteristica alla passione per la lettura. Mi è capitato di leggere molto a un certo punto della mia vita, per una serie di circostanze. Avevo parecchio tempo libero e la lettura mi regalava qualcosa, mi appagava. E mentre leggevo mi sono detta “Ma forse anche io qualcosa da dire ce l'avrei...” ed ecco che da lì, dal desiderio di raccontare qualcosa anch'io, è partito tutto.

Il filone fantasy è uno dei fili conduttori della tua scrittura anche se, in Jaguarà e Thiago, le facoltà paranormali dei protagonisti sono un accessorio che li rende più interessanti e non il fulcro della storia. C’è qualche libro che ti ha stuzzicata così tanto da convincerti a buttarti a tua volta nell'avventura?
Un pizzico di superpotere ci vuole sempre. Rende speciale l'ordinario, il quotidiano. Che poi può essere una caratteristica, un tratto, insomma qualcosa che ci fa sognare. D'altronde anche nei romance classici, questi amanti infaticabili e superdotati non sono un po' alieni? Non è un po' un super potere quello di esibirsi in performance amorose  interminabili, piuttosto che in atti di eroismo e salvataggio che ci fanno rizzare i peli sulle braccia? Direi proprio di sì, se facciamo un confronto con i nostri mariti, poverini, la risposta è scontata!

Non posso che assentire. Ricordi ancora qual è stato il primo libro che hai letto?
Eh bisogna andare parecchio indietro nel tempo... mi ricordo che mia madre mi leggeva “Le mille e una notte” e poi ancora alcuni brani dell'“Inferno” dantesco. Io credo di aver letto in autonomia per la prima volta  “Il Piccolo Principe”, ma  confesso che non mi piaceva affatto , mi annoiava da morire.

Cosa ti piaceva leggere da ragazzina e cosa leggi invece ora?
Da bambina leggevo Topolino, il fumetto. Ne ho tantissimi ancora conservati, perchè buttarli non si può, mi fanno pena. Sono messi nel garage di mio padre e non li legge più  nessuno. Io lo adoravo. Ora leggo genere romance, fondamentalmente. Non mi piace il BSDM, sono abbastanza tradizionale e non mi piace leggere di donne eccessivamente sottomesse e roba simile.  Non giudico chi lo fa o ne trae piacere, sono io che non mi sento “pizzicata” in quelle corde. Un rapporto di sottomissione, anche se consenziente, mi scatena solo un gran nervoso. Sono classica, da questo punto di vista, però apprezzo l'originalità e anche io cerco di applicarla più che posso.

Ti confesso che ho appena preso un abbonamento a Topolino, era un regalo e dovendo scegliere fra varie riviste… ehhhh che vuoi.. Torniamo a noi.  C’è un libro in particolare che ti ha lasciato un segno, nel bene o nel male?
Ho avuto il periodo Ken Follet, non gli ultimi libri, parlo di “Una fortuna pericolosa”, “Un letto di leoni” , “I pilastri della terra” e simili, quelli un po' antichi, per capirci. Confesso pubblicamente che mentre leggevo Twilight, non potevo staccarmene, per la forza dei sentimenti.

Ken Follet è sempre Ken Follett…. Prima di parlare più specificatamente della saga dei Saxton, vorrei capire quanto è difficile oggi, per uno scrittore emergente, farsi notare nell'universo delle parole scritte. Ormai il mercato è saturo di tutto un po’ e spiccare il volo credo debba costare parecchia fatica. 
Quando ho iniziato, io nel 2008, non c'erano così tanti scrittori emergenti, almeno non stavano nei social network; lo scrittore era qualcosa di raro da incontrare e quando ti capitava dicevi...”Wow, oddio uno scrittore”. Ora scrivono tutti, la qual cosa è delle volte un bene, delle altre un male. Proprio perché le proposte sono diventate ormai tante, secondo me bisogna puntare su qualcosa di diverso, sull'originalità, è necessario proporre qualcosa che sorprenda il nostro lettore.

Hai incontrato delle persone che ti hanno supportata ed incoraggiata, stimolata a proseguire per la tua strada? Se si c’è qualcuno che vorresti ringraziare in particolare?
Il mio grazie più grande va alle lettrici, senza le lettrici non sarei davvero niente, quindi approfitto per dire “grazie ragazze”. Mi piacciono le lettrici medie, le ragazze senza troppe pretese come me. Non che chi ha gusti più raffinati non sia nel mio cuore, ma la mia simpatia va a chi ha palato semplice, un po' come me. Cordialmente detesto chi se la canta e se la suona, nel senso che se si è bravi non bisogna dirselo da sé, sono gli altri che devono scoprirci e apprezzarci, se lo meritiamo. Altrimenti niente, si deve tornare a fare qualche altra cosa. Vado un po' fuori tema rispetto a questa domanda e dico che delle volte leggo una serie di piagnistei su bacheche di scrittrici sconosciute o in erba: non piangete, il pubblico è sovrano, se il pubblico bacchetta, un motivo ci sarà! E chiudo parentesi.
Ovviamente, come sempre, ringrazio la mia editor Monica Montanari di Mamma Editori - Ophiere,  una donna eccezionale, una editor imbattibile, esigente e professionale, che mi ha dato modo di imparare molto e mi ha regalato tanto anche da un punto di vista umano. Auguro a tutti di incontrarne una nella vita!

Quando scrivi un libro, ti lasci andare alla fantasia più sfrenata, oppure segui un percorso predefinito stabilendo a priori il contenuto e come finirà la storia?
Dipende:  per il lavoro serio, quello vero, ho tutto organizzato dall'inizio alla fine. Non si può prescindere da un programma minuzioso e scrupoloso e in questo lo staff della casa editrice Mamma Editori- Ophiere è imbattibile. Fanno per me delle cose che io non riuscirei mai a produrre e mi supportano al cento per cento.. Quando invece scrivo cose più leggere e “senza impegno”, solo per me o per un pubblico più ristretto,  allora mi sento libera di lasciar volare la fantasia e anche un po' improvvisare e sperimentare.

Ti è mai capitato che lungo il percorso uno dei tuoi personaggi ti abbia stupita? Magari pensavi che avrebbe agito in un determinato modo e invece...
Quello che mi capita spesso è di dover calibrare e dosare le reazioni. Nel senso che, se fossi io a trovarmi in quella data situazione che sto descrivendo, agirei, penserei, farei in un determinato modo. Ma poi mi rendo conto che quel determinato personaggio non sono io, non è Margaret che deve pensare, agire e fare, ma è una “persona”  che vive nella mia fantasia con un suo carattere che come tale reagirà ad una situazione in un modo ben preciso. Insomma i personaggi vanno assecondati, anche se delle volte ci si comporterebbe diversamente.

Veniamo ai Saxton. Come ti è sorta l’idea per questi libri?
Al'inizio il mio pensiero fisso era Orlando. Pensavo solo a lui, notte e giorno. Tutti gli altri personaggi sono venuti dopo, sono stati un contorno naturale a quest'uomo di cui mi ero follemente innamorata. Mi piaceva l'idea di un uomo sicuro di sé, potente che si muovesse in un ambiente che conosco bene, quello dei medici e della bellezza a tutti i costi, che delle volte diventa anche ossessione. Come si dice “descrivi sempre ciò che conosci meglio”, ed è ciò che ho cercato di fare.

Una famiglia bella complicata e piena di sorprese. Orlando, Thiago, David, quale di loro hai amato di più? E quale ti ha dato più filo da torcere?
Il mio amore numero uno è Orlando, ma ora (Ora per dire la fine dell'anno!) sta arrivando un personaggio che mi sta prendendo in una maniera che non mi aspettavo. È così non c'è niente da fare, questi Saxton arrivano all'improvviso e ti rapiscono il cuore. E poi c'è David, che a proposito di cuore, ha un posto speciale che nessuno gli potrà mai togliere.

Maya e Portia. Due donne completamente diverse. E’ stato difficile passare dall'una all'altra?
Portia è il personaggio femminile più complicato che mi sia capitato di affrontare fino ad oggi. Ero stufa di santarelline immacolate,  ci voleva un bel contraltare per Thiago che non poteva che essere trasgressivo e sopra le righe. Maya mi è stata congeniale fin da subito, fresca come la Primavera ma non per questo disarmata. Quando si ha bene in testa un personaggio non è poi così difficile descriverlo, ciò che è veramente complicato è il lavoro che viene prima, ovvero costruirlo fin nei minimi particolari nella parte “preparatoria” del romanzo. Fatto questo, direi che si è a buon punto.

Sono come il giorno e la notte ma entrambe dotate di un carattere forte e tutto sommato una visione del mondo vincente. C’è qualcosa di te in ognuna di loro oppure sono un puro parto della tua fantasia?
Metto sempre qualcosa che mi appartiene nei mie personaggi, come credo faccia qualunque autore. Portia riflette la parte più spregiudicata e trasgressiva di me. Sotto sotto mi sento un po' Portia nello spirito, sono Portia nei pensieri e nei desideri. Maya invece è risoluta come me, decisa nella sua fragilità. Come tutti ho le mie difficoltà nella vita, che non sono per fortuna quelle di Maya, ma sono sicura che ognuno affronta i propri demoni ogni  santo giorno.

Ho capito, leggendo la tua biografia, che Portia ti sta a cuore in modo particolare. In effetti può risultare difficile da capire, ma è così vera, così genuinamente frizzante e sincera che è impossibile non amarla. Ti va di parlare un po’ di lei?
Si, sono molto affezionata a questo personaggio. Per me è stata una sfida. Quando con il mio editore tiravamo giù la trama, ci siamo domandate spesso come avrebbe reagito il pubblico femminile di fronte a Portia. Sapevamo già che si sarebbe spaccato. Portia non è un personaggio per tutte, lei è una che la dà a destra e sinistra perchè è convinta che il suo unico valore stia in mezzo alle gambe. Crede che la sua sola attrattiva sia ciò che può offrire agli uomini e lo pensa perché la vita le ha sempre dimostrato solo questo aspetto. Potevo farla un po' più morbida, meno trasgressiva ma non sarebbe stata lei. Ho deciso allora di andare fino in fondo, di essere coerente col personaggio, della serie “o la sia ama o la si odia” e devo dire che le lettrici che l'hanno apprezzata sono state moltissime.

Confesso che l’ho molto amata anche io proprio per l’originalità ed il coraggio di rimanere fedele a se stessa.  Leggendo i libri appare chiaro che la saga avrà un proseguo, puoi anticiparci qualcosa in merito?
Certamente! Alla fine dell'anno, spero, arriverà un terzo libro dedicato a un terzo misteriosissimo fratello. E poi, a seguire, una sorpresa che non è poi tanto una sorpresa sulla quale ho la bocca super cucita.

E per finire facciamo che Margaret chiede e Margaret risponde, sei libera di farti una domanda a piacimento.
Forte questa! Non mi era mai capitata! Cosa vorrei chiedere a me stessa... Vediamo una domanda che non mi fanno mai... Vorrei chiedere se l'impegno che si infonde nella scrittura sia in qualche modo ricompensato (oltre che economicamente) anche moralmente.  Confesso che il ritorno di sentimenti che ho avuto da quando pubblico i miei romanzi è eccezionale.  L'affetto delle lettrici e le parole stupende che hanno avuto per me, sono qualcosa che nessuna somma può equiparare.



Grazie Margaret per la tua pazienza e la tua cortesia, aspetto con ansia il prossimo libro, sperando di poter avere il piacere di recensirlo.

Ma certo, sarà un onore per me!  Approfitto anche io per ringraziare te, Rosaria, e tutte le tue lettrici per ogni cosa, per lo spazio che mi hai dedicato e per l'opportunità di parlare di me e dei miei libri. Poi volevo fare anche io  i miei complimenti: tenere un blog è un vero lavoro, farlo bene è un gran bel lavoro, quindi complimenti e... continuate così che siete bravissime!

Un abbraccio

Margaret



2 commenti:

  1. Complimenti Rosaria ottima intervista. Non conosco Margaret Gaiottina ma ora sono curiosa di scoprire di più su i suoi libri. Grazie :)

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