martedì 3 marzo 2015

IL FUOCO DELLA VERITÀ di Nora Cocian / Doppia recensione e Intervista



Blantyre, Scozia, l'ultimo luogo in cui Roscoe Mac Talbot vorrebbe rimettere piede dopo anni di assenza; se fosse per lui la famiglia potrebbe andare anche al diavolo. L'unico motivo per tornare al castello Mac Talbot è recuperare un anello che vale più di ogni altra cosa al mondo. 

Ad aspettarlo a Blantyre non ci sono solo Gladys, la sorella di ghiaccio, e il gemello Damian dalle mille sorprese, ma un passato turbolento e tentatore che ormai non gli appartiene più. La ricerca del tesoro è più complicata del previsto e gli mette sulla strada Rose, la donna del passato e Chiara, un'italiana piccola e tosta, lontana anni luce dal suo ideale di bellezza femminile. 

Tra colpi di scena, tentativi di seduzione e intrighi, la passione divampa. Quali altri misteri nasconderà per Roscoe il clan Mac Talbot? 



Sesso, amore e colpi di scena a non finire, sono gli ingredienti di questo bel libro di Nora Cocian.

Lo scenario in cui si sviluppa la storia è meraviglioso. Tra il verde delle Lowlands Centrali, sorge una cittadina chiamata Blantyre. La principale risorsa per la gente di lassù è rappresentata dalla famiglia Mc Talbot e dalle loro industrie navali, foriere di tradizione e di lavoro assicurato. A seguito di un grave incidente, Il Magnate delle Mc Talbot Industries, Arthur, viene a mancare insieme alla moglie. L’incidente potrebbe essere doloso e questo fatto mette in moto tutto il meccanismo attorno al quale ruota la narrazione. 


Già dalle prime pagine, impariamo a conoscere Roscoe Mc Talbot. Ros è il gemello scapestrato, bello come un vero Highlander, con la chioma corvina e gli occhi neri come la pece, vive negli States dove ha fatto fortuna nel campo delle miniere di diamanti. Spietato negli affari, misterioso e perverso nel sesso, prende tutto senza mai dare nulla di se. La telefonata della sorella lo raggiunge proprio mentre sta dando il meglio con una delle sue ultime conquiste. La notizia della prematura dipartita dei genitori non sembra sconvolgerlo più di tanto, nonostante questo raccoglie l’invito a tornare in Scozia per i funerali e per l’apertura del testamento.  Roscoe non ha nessuna voglia di tornare lassù dove la sua vita è precipitata nel baratro della sofferenza e della disperazione, ma vuole riavere con tutte le sue forze qualcosa che gli appartiene e che il padre gli ha sottratto. Ed è così che rimette piede su quel suolo tanto amato ma rinnegato per tredici lunghi anni.
Non poteva crederci, a distanza di tutti quegli anni trascorsi aldilà dell’oceano, provava ancora la stessa inconfondibile e assurda sensazione di casa, che strano! E come sempre gli accadeva in gioventù, quel sentimento anche allora fu accompagnato da un impeto di rabbia…” 
Anche Chiara è appena arrivata in Scozia e il suo primo impatto all'aeroporto è stato contro una montagna. Una vera montagna di muscoli scozzesi,
“Dio era un muro vivente di muscoli, e maleducato per giunta! Quel cafone invece di scusarsi per averle fatto cadere la tracolla, la fulminò con lo sguardo allontanandosi e borbottando in inglese. Che gran bastardo.”
“….con gli occhi dai riflessi di un mare in tempesta sotto ad un cielo senza luna…”

Giunta in visita al cugino Matthew, Chiara è una ragazza semplice e solare, dotata di un fisico mediterraneo, più rotondo e pieno dello standard, non si sente esattamente una gran bellezza. In Italia lavora in ospedale, prendersi cura delle persone sofferenti per lei è una missione e la Scozia ed il cugino sono il suo rifugio da quando ci arrivò la prima volta per risollevarsi moralmente dalle conseguenze da una brutta aggressione. Orfana da tempo, il cugino è quanto le rimane della sua famiglia.

“Aveva trovato lì in quella casa il rifugio perfetto. Matthew le aveva riempito la casa con mobili scelti da lei per farla sentire a proprio agio in un ambiente davvero familiare dove ritrovare la tranquillità perduta.”

Mentre Chiara riprende confidenza con quella terra che tanto ama e con il cugino che non vede da due anni, Roscoe è alle prese con il suo burrascoso rientro in famiglia. La prematura dipartita dei genitori ha lasciato la società in una fase di stallo che deve essere risolta al più presto possibile, per evitare che i serpenti che spadroneggiano all'interno del consiglio di amministrazione possano mettere a segno un colpo grosso impadronendosi della società. Inoltre il rapporto con Damian il gemello e soprattutto con Gladys, la sorella tutta di un pezzo, sembra completamente compromesso. Troppi rancori e troppe incomprensioni si frappongono tra i tre perché il rientro di Ros possa considerarsi un vero “ritorno a casa.”

“Che c’è? Provi compassione per me? Non provarci Gladys. Non cercare di farmi sentire ancora sporco come allora.”
“Benissimo, come vuoi tu. In effetti sapevo di aver perso mio fratello da molto tempo, ma non pensavo di trovarmi di fronte un estraneo indemoniato fino al punto di non provare pietà per la morte di nostro padre e nostra madre.”
Tutta la storia non sta in piedi se non tratteggiamo anche il profilo degli altri personaggi che fanno corona a Roscoe e Chiara.

Damian è il gemello buono, quello che è rimasto sempre a fianco del padre sopportandone il brutto carattere e le umiliazioni che gli derivavano dall'essere sempre carino e gentile…. Una principessa… Eppure della principessa non ha nulla, anzi potrebbe essere il principe azzurro.  Alto e muscoloso come il gemello porta lunghi capelli biondo rossicci ad incorniciare un viso illuminato da meravigliosi occhi verdi. L’uno accanto all'altro i gemelli Mac Talbot sono uguali, eppure Damian incarna il giorno e Ros la notte.
“Damian era biondo, con gli occhi verdi come la madre, ma il volto e la corporatura erano uguali: tutti e due alti, belli e muscolosi quel tanto che bastava per far sospirare le donne.”
Gladys è l’unica femmina della famiglia. Viziata e coccolata, direte voi. Per nulla. Alta e longilinea, bionda come il grano, sempre curata ed elegante, sfodera un portamento glaciale e un caratterino che non ha niente da invidiare a quello dei suoi agguerriti fratelli. Reduce da un burrascoso matrimonio rifugge gli uomini come se fossero la peste e impiega tutte le sue energie per mantenere intonso il buon nome della famiglia.

“Gladys si era cambiata per l’occasione sfoggiando un tubino verde smeraldo con un giacchino corto adornato da bottoni gioiello…”  
“…aveva raccolto la nuvola di capelli biondi in uno chignon fermato con un pettinino incastonato anch’esso da pietre blu cobalto. Nonostante il carattere acido e la serata in famiglia, ci teneva ad apparire impeccabile…”

E poi c’è Brian. Anche lui è alto e muscoloso come un marcantonio, ma non potrebbe essere diversamente visto che anche lui è un vero scozzese. Il viso interessante è contraddistinto da uno sfizioso pizzetto ma gli occhi, eh si gli occhi sono una vera chicca
….… i suoi occhi, che sembravano tagliati nel ghiaccio, erano qualcosa di singolare, parevano in grado di scavarti dentro…….

Da sempre amico di Roscoe e Damian è stato per un periodo il fidanzato di Gladys. Il suo legame con i ragazzi Mc Talbot è sincero e profondo. Così profondo che, ad un certo punto, si troverà a vivere una di quelle situazioni che non avrebbe mai ipotizzato neppure nella più beffarda delle sue fantasie.
….. Con le mani infilate tra i capelli cercò di arrestare il flusso dei pensieri. Si sentiva troppo scombussolato, così sottosopra come non succedeva da parecchio …….
Al funerale dei coniugi Mc Talbot, partecipa praticamente tutta la città di Blantyre e al ricevimento che ne segue incontriamo un’altra pedina che ha un ruolo molto importante nel proseguo di questa intricata vicenda.
“Rose slacciò il bottone sul fianco e l’abito si aprì in un attimo scivolando a terra mollemente per rivelare quello che i suoi occhi sognavano di conoscere da tempo. Roscoe la divorò con lo sguardo e il respirò gli si mozzò in gola quando Rose assecondò il suo desiderio in un modo che non si aspettava di certo. La voce era flautata “cosa ci vuole per farti scaldare!”.
Rose è il motivo per cui Roscoe, dopo aver trascorso sette anni della sua vita, in una fredda prigione scozzese, è stato ripudiato dal padre, privato dell’eredità di suo nonno e bandito dal castello e dalle aziende di famiglia. Eppure il fascino della bella Rose, riesce ancora a scombussolare il sangue e i lombi del bel scozzese.

Riusciranno la freschezza e la semplicità di Chiara a spodestare il vecchio amore dal cuore del suo Highlander? E riusciranno i tre fratelli a superare le loro divisione per venire a capo di quello che si rivelerà essere un perfido complotto ordito per vendetta e per cupidigia da chi non pensa ad altro che a distruggerli? Ma soprattutto riuscirà Roscoe a venire ai patti con il terribile segreto, gelosamente custodito da nonno Owen e da Rudolph, il maggiordomo,  e che, seppur celato sino alla fine, è il fulcro attorno a cui ruotano le azioni di tutti i protagonisti di questa intricata vicenda familiare?
“Roscoe percorreva un lungo corridoio buio scavato nella roccia che un tempo doveva essere servito come nascondiglio per gli abitanti del castello durante le incursioni dei clan avversari nelle guerre per la conquista del territorio. Il tunnel sfociò in una stanza che rivelò una sorpresa tale da lasciarli tutti ammutoliti.”
“Il Fuoco della verità” è l’opera prima di Nora Cocian, ma non si vede. Non si vede perché il romanzo sembra scritto da un’autrice già navigata che sa bene quali tasti toccare per stuzzicare la fantasia di chi legge. La trama è complessa e piena di colpi di scena che tengono il lettore incollato alle pagine sino alla parola fine, che poi vera fine non è, visto che le vicissitudini dei fratelli Mac Talbot proseguiranno nel secondo libro della saga. La forza ed il carattere dei personaggi sono ben tratteggiati e le emozioni che li attraversano, nei ricordi del passato e nelle vicissitudini del presente, sono rese alla perfezione dalla scrittura precisa ed accurata della Cocian. Numerose, ma non predominanti le scene di sesso, anche molto esplicite, senza però scadere nella volgarità. 
Ben curata è l’ambientazione tra case di lusso e castelli, verdi colline e laghetti da sogno.

“Un piccolo lago riempiva la radura. Sotto il riverbero della luna pallida, sulla superficie dell’acqua, splendevano una miriade di piccoli diamanti resi vivi dalla brezza che increspava l’acqua.”
Ho molto apprezzato anche il “tour” che Roscoe compie insieme a Chiara per farle conoscere i luoghi che hanno condizionato, nel bene e nel male, il suo passato. Bello anche il retroscena nascosto dietro alla glacialità di Gladys. Consigliatissimo. Attendiamo con ansia di leggere il seguito.





Il romanzo è ambientato in una terra di antiche tradizioni e panorami mozzafiato, ricca di castelli storici e splendidi laghi. Il tutto ha come cornice le Highlands, una regione montuosa descritta da tutti coloro che hanno avuto la fortuna di visitarla, come una delle più belle e scenografiche d’Europa.
La storia inizia con un incidente aereo in cui perdono la vita Arthur e Christel Mac Talbot, capostipiti di una delle famiglie più importanti, per storia e tradizioni, a capo di un vero e proprio impero economico.

È in occasione del triste evento che, dopo tredici anni, i fratelli Mac Talbot si ritrovano riuniti sotto lo stesso tetto. Gladys e Damian si occupano ormai da anni della Mac Talbot Industry, una delle industrie navali più imponente del nord Europa mentre il terzo figlio e gemello di Damian, Roscoe, ha abbandonato la famiglia quando il padre lo ha disconosciuto e diseredato a causa di un episodio legato al suo passato.

Una volta raggiunto il nuovo continente grazie ad un sostegno economico avuto dal nonno paterno, Roscoe inizia a lavorare sodo per ricostruirsi una vita e nel giro di qualche anno fonda la Mac Talbor Diamonds Corporaction NYC diventando così uno degli uomini più ricchi di America nonché uno degli scapoli più ambiti. L'unica cosa che lo spinge a tornare nella terra natia non è però presenziare alle esequie dei genitori, per i quali porta ancora rancore,  bensì per riuscire finalmente ad entrare in possesso di un oggetto che il nonno gli aveva destinato e promesso di consegnarli al compimento dei suoi ventuno anni. Purtroppo però lui a quel tempo aveva già lasciato la Scozia e suo padre in seguito si era sempre rifiutato di consegnarglielo dicendo che suo padre (il nonno di Roscoe) non lo avrebbe mai ceduto ad un poco di buono come lui.

Il ritorno del fratello a Blantyre, smuove un po' l'equilibrio all'interno della famiglia. Se da una parte sono contenti di rivederlo (almeno il gemello lo è) si rendono conto di non conoscere ormai più Roscoe, indurito e provato da un passato che vuol dimenticare ma che sembra rispuntare fuori da quando ha rimesso piede sul territorio scozzese. È qui che fa la sua apparizione una donna affascinante e sexy, Rose, per la quale Roscoe si è rovinato la vita. Nonostante tutto, l'attrazione tra i due è ancora molto forte, tanto da indurli a riprendere gli incontri clandestini, consumando amplessi focosi e peccaminosi, almeno fino a quando Roscoe non incontra o si scontra per meglio dire, con una piccola ragazza italiana che riuscirà a conquistare il tenebroso highlander.


La vita dei fratelli Mac Talbot si divide tra amori nuovi, travolgenti e complotti interni nel consiglio di amministrazione della Mac Talbot Industry dove qualcuno trama e falsa i bilanci per poter togliere la presidenza agli eredi.
Questo romanzo ha una trama avvincente, per niente scontata, ricca di colpi di scena che tengono il lettore con il fiato sospeso fino alla fine. Tanti sono i personaggi che ruotano intorno alla famiglia Mac Talbot, ed è solo grazie alla bravura di questa autrice emergente, che nessuno di loro resta una figura passiva all'interno della storia; al contrario, la arricchiscono senza farne perdere il filo.

Ho amato moltissimo la descrizione fatta degli ambienti, curata nei minimi particolari, tanto che in più di un'occasione, mi sono ritrovata a percorrere con loro gli ambienti del Castello oppure ad osservare il panorama esterno.
Sono anche convinta che il libro incontrerà il favore di un'ampia parte delle lettrici, le quali avranno modo di affezionarsi a questi maschi scozzesi grazie alla vasta gamma proposta, ed appassionarsi alle varie coppie. Diciamo che ce n'è per tutti i gusti!

Dopo aver letto questo libro non posso che augurarmi di veder presto pubblicato un seguito, per riprendere a leggere della famiglia Mac Talbot e scoprire finalmente cosa il destino avrà in serbo per loro.



1  Il fuoco della verità è il tuo primo romanzo. Cosa ti ha spinto a scegliere di ambientare il racconto nell’affascinante terra scozzese?

Lo scenario dentro il quale si sviluppa una storia è fondamentale, sia per accattivare l’interesse del lettore, sia per suscitare in chi scrive l’entusiasmo e rendere viva, palpabile la voglia di scrivere. Per cui la Scozia è sembrata la location giusta e affascinante per iniziare. Gli Highlanders, i kilt, i paesaggi meravigliosi, rappresentano un jolly di cui non si può non tener conto.

2   C’è qualche personaggio o una storia che ti hanno particolarmente colpito e che ti hanno ispirato il carattere e la fisicità dei vari personaggi?

Storie no, ma personaggi forse, non tutti però. Brian e Matthew, per esempio, devo ammetterlo, rappresentano un mix di Butch e V, personaggi della Confraternita del Pugnale Nero della Ward. Ma posso assicurare che la sensazione è venuta fuori man mano che andavo avanti con la loro descrizione. Non è stata proprio voluta all’inizio.

3      Qual è il personaggio che hai amato di più, e perché?

Roscoe, perché all’inizio la storia era stata pensata per lui. Vero è che alla fine rimane il protagonista, ma non è più solo. I tre Mac Talbot sono i protagonisti de “Il fuoco della verità”, ma lui rimane il primo. Quando ho iniziato a pensare alla storia, l’unica certezza era il nome del protagonista: Roscoe, questo nome mi ronzava in testa da anni e doveva uscire fuori a tutti i costi!

 4     E quello che hai amato di meno?

Non saprei dirlo. Per la verità, alla fine li ho amati tutti, anche il senatore Logan. Fa parte della vita incontrare gente simpatica o odiosa. Ma tutti ci lasciano qualcosa.

5   La trama è molto intricata e la storia si evolve nel presente, ma ciò che lascia il segno nei protagonisti, sono gli eventi del passato.  Quanto lavoro e quanto tempo ci vogliono per mettere su carta una trama tanto strutturata?

Tantissimo lavoro, tantissimo studio e molto tempo. Se vuoi colpire il cuore del lettore e la sua immaginazione, devi puntare su una storia nuova, particolare. Essendo poi io una scrittrice alle prime armi, praticamente sconosciuta, dovevo lanciarmi in qualcosa che all'inizio mi è sembrata complicata, ma che alla fine si è rilevata un’ottima scelta. Volevo parlare dell’intera famiglia, portare avanti le storie dei tre fratelli insieme, come gli sceneggiati classici di un tempo. Spero sia stata la scelta giusta.

6    Nel racconto non mancano di certo i colpi di  scena.  Qual è stato quello che morivi dalla voglia di inserire, ma di cui allo stesso tempo ne temevi la ripercussione sui personaggi stessi e sui lettori?

Il colpo di scena per eccellenza è quello che alla fine spiega un po’ tutta la storia e che quindi non svelerò qui. Più andavo avanti e più era quasi come sentire il personaggio che mi suggeriva di scrivere il pezzo. Non prendetemi per matta, ma è così, dopo un po’ sono loro che guidano la mano a scrivere.

7    Quando hai iniziato la stesura del Fuoco della verità già pensavi che ci sarebbe stato un seguito o l’idea ti è venuta man mano che la scrittura avanzava?

Ci ho pensato su parecchio. Inizialmente doveva essere un romanzo unico, ma poi ho capito che sarebbe diventato un tomo che da solo avrebbe preso il posto di un tavolinetto da tè in salotto. Da qui la decisione di dividere la storia in tre parti. Mi è parsa la soluzione migliore, anche per il lettore.


8    Di solito chi scrive duologie o trilogie, tende a dedicare ampiamente ogni libro a un personaggio od a una coppia di personaggi. Nel fuoco della verità si portano avanti le storie di tutti i fratelli della famiglia Mc Talbot, anche se la predilezione è per Ros e Chiara, questo trend verrà rispettato anche nei prossimi libri o vedremo la storia di un'altra coppia e i nostri due personaggi faranno soltanto da contorno?

Il trend verrà rispettato anche nei prossimi due romanzi e le coppie si alterneranno all'interno dello stesso libro. Poi vedremo come si svilupperà il discorso. Il sottotitolo è Mac Talbot family, e sarà così fino alla fine.

9    Quanto della tua esperienza personale, del tuo lavoro, ha influenzato i caratteri dei personaggi?

Direi abbastanza. Il personaggio nasce con caratteristiche dettate sì dal genere che si intraprende, ma anche da ciò che piace o da se stesso. Tra tutti, Gladys, per esempio, rispecchia qualcosa del mio carattere, molto poco, ma c’è.

10   C’è qualche passaggio che una volta finito il libro avresti voluto rivedere e modificare?

Nessuno, una volta terminato il romanzo e riletto infinite volte, considero il lavoro terminato e non sono una che torna indietro sui suoi passi.

11   Essendo una prima opera, hai provato imbarazzo nello scrivere scene hot?

No, ma se devo essere onesta, non posso parlare d’imbarazzo, quanto di essere preoccupata di renderle reali. Mi riferisco soprattutto alla scena m/m. Pensare come un uomo e provare le sue sensazioni e descriverle, non è semplice. Ringrazio un amico che mi ha fatto capire come muovermi e ha apprezzato il risultato.

12   Sappiamo che Nora Cocian in realtà è uno pseudonimo. Cosa ti ha spinto ad utilizzarne uno?   E com'è nato?

È nato come ringraziamento per le mie tre carissime amiche che mi hanno supportato e spronato in questo lavoro dandomi consigli e aiutandomi nella revisione.

13   Quali sono i tuoi autori preferiti?

Di italiani, le scrittrici del romance che adoro, non sto qui ad elencare tutti i nomi. Non voglio dimenticarne qualcuno.  Di stranieri non posso non citare la Reisz, la Hamilton, La Rice e la Ward, la Kleypas, la Gabaldon ovviamente, madre di tutti gli scozzesi fighi.

14   Cosa pensi debba esprimere una cover per essere considerata “perfetta”?

La cover è importante per l’acquisto di un libro, parliamo chiaramente di romanzi. È la prima cosa che il lettore vede ed è quella che lo attira a prendere in mano il tomo in libreria e ad aprirlo per leggere di cosa tratta. Almeno per me è così. La cover, per essere perfetta, dovrebbe essere un sunto concentrato del libro. In questo modo chi vuole leggere non è tratto in inganno come alle volte succede.

15   Se ti proponessero di acquistare i diritti del tuo romanzo per ideare una serie tv, quali attori vedresti bene nei panni dei protagonisti principali?

Come si fa a rispondere a questa domanda? Ok, sogniamo per un attimo. Nel mio profilo Facebook ho inserito parecchie immagini dei miei personaggi, così come li ho costruiti nella mia mente, potete andare a sbirciare, se volete. Ma se si dovesse cercare un Roscoe in carne e ossa, ci sarebbe da lavorare; come ogni buon protagonista, chiunque venisse scelto non risponderebbe mai completamente a ciò che è lui per me. Per il resto, lanciamo un sondaggio a chi ha letto o leggerà “Il fuoco della verità” e poi vediamo.

16   Qual è il libro, o i libri, al massimo due, che ti piacerebbe avere scritto?

Ora non sono nella condizione di dirlo. Sono una scrittrice emergente e non ho l’arroganza di poter mettermi al pari con grandi scrittori. Rifammela tra qualche anno.

17   E quale quello che non avresti mai voluto aver letto?

Anche qui, non posso dirlo senza rischiare che qualcuno mi dedichi una bamboletta wodoo . Come sopra. Tra qualche anno…





3 commenti:

  1. Complimenti per le recensioni entrambe molto accurate e per l'intervista! Amo questo libro e i miei complimenti vanno in primis all'autrice ... Da leggere assolutamente... ��

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  2. Hai ragione Barbara, Nora con il suo libro ci ha dato tante emozioni che speriamo di ritrovare presto nel seguito. Non può lasciarci in sospeso così 😉

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  3. Ottima recensione e bellissima intervista, complimenti. Ho letto questo libro tutto d'un fiato e mi è piaciuto moltissimo. È pieno di colpi di scena e i perssonaggi sono meravigliosi, li amo tutti e non vedo l'ora di leggere i prossimi due. ps. l'idea del sondaggio mi piace.

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