sabato 21 marzo 2015

Cuore Normanno - Anna Joy French / Intervista


Anna Joy French vive in un paesino del centro Italia immerso nel verde. Dopo aver lavorato per anni come ricercatrice e archeologa, ha deciso di lasciare la carriera accademica per dedicarsi alla famiglia. Ama il mare e la storia medievale, soprattutto quella dell’Italia meridionale. Si è avvicinata per divertimento alla scrittura creativa e appena può intraprende viaggi nei luoghi più suggestivi del mediterraneo, alla ricerca di nuovi spunti per le sue storie.


All'indomani della presa di Bari da parte dei Normanni, nell'XI secolo, Elena, figlia del defunto catepano bizantino Avartutele, viene catturata durante una rappresaglia e sta per essere venduta come schiava al nuovo governatore. A ribaltare le sorti è Gérard de Bailleul, mercenario normanno soprannominato il Lupo per la ferocia con cui combatte, che rapisce Elena e la conduce al castello di Otranto, di cui ora è signore. La bella fanciulla greca decide di non rivelare la propria identità, ma le sue difese vacillano quando, dietro la maschera del feroce guerriero, in Gérard scopre un uomo ferito dalla vita, disposto a rimettersi di nuovo in gioco in nome dell'amore...

Ph. Libera Schiano Lomoriello

Incontro Anna Joy French nella splendida cornice fiorentina della Vie en rose, evento molto seguito e amato dalle lettrici e autrici di romanzi rosa. 
Anna ha appena pubblicato con la prestigiosa casa editrice Mondadori Cuore normanno, romanzo storico ambientato nella Puglia medievale. Nonostante si tratti di un’opera prima, il suo romanzo d’esordio sta riscuotendo un grande successo di pubblico e critica.
Da lettrice non me ne stupisco; Cuore normanno coinvolge il lettore sin dal primo capitolo. Un piccolo spaccato della Puglia ai tempi dell’invasione normanna con precisi e continui riferimenti storici. La ricerca storica è, di fatto, il punto di forza dell’autrice, unito a una scrittura matura e sapiente che pone Anna Joy French tra le nuove leve del romance storico italiano.

Parlaci un po’ di te, dei tuoi inizi. Come ti sei avvicinata alla scrittura e al mondo del romance?
Mi sono avvicinata per caso. Ho lavorato per dieci anni come archeologa e ricercatrice medievista e ho sempre amato scrivere, solo che all'inizio mi occupavo di saggi storici, anche se, devo ammetterlo, mi annoiavo un po’. Poi, dopo la nascita di mia figlia, ho deciso di concedermi un periodo di riposo. Ho lasciato l’università e, avendo molto più tempo a disposizione, mi sono dedicata alla scrittura creativa; ho anche provato a pubblicare qualche racconto. L’esperienza con la casa editrice “La mela avvelenata” è stata basilare. Lavorando a stretto contatto con Alexia Bianchini e Anna Grieco, ho appreso le tecniche di editing e migliorato lo stile. Non finirò mai di ringraziarle.

Sei al tuo primo romanzo e hai pubblicato con Mondadori. Un grande traguardo per una giovane esordiente. Come ci sei arrivata?
Devo farti un riassunto perché la vicenda è molto articolata. Due anni fa ho partecipato al premio letterario Salento in Love, dove Ornella Albanese era presidente di giuria, con un estratto di Cuore normanno. Sono arrivata in finale, ma mi sono ritirata prima della conclusione: il concorso si svolgeva in una località molto distante da casa mia e inoltre non era un periodo tranquillo per me. Dopo la premiazione, la sorpresa: Ornella mi ha scritto per dirmi che il racconto le era piaciuto molto. Da quel preciso momento ho iniziato a considerare seriamente ciò che stavo facendo e un giorno ho spedito il mio romanzo a Mondadori, all'indirizzo riportato sul blog. Ho atteso quasi due anni prima di vederlo pubblicato, ma ne è valsa la pena!

La maggior parte delle autrici italiane di romanzi storici predilige un’ambientazione che non sia italiana. La tua scelta è stata opposta. Perché?
Perché la Puglia medievale mi affascina in modo particolare.
Di storie d’amore, che si svolgono all'epoca della conquista normanna dell’Inghilterra, ne sono state scritte molte, e ho da sempre coltivato il desiderio di trasportare queste vicende nell'Italia del sud, dove c’era una situazione politica molto più complessa e avvincente rispetto ai paesi anglosassoni. Spesso c’era malcontento all'interno città governate dai bizantini e la popolazione era divisa in fazioni che appoggiavano ora i vecchi padroni, ora i nuovi conquistatori normanni. Queste vicende così travagliate mi hanno incoraggiato a stendere la trama di Cuore normanno.

Nel romanzo ci sono dei cliché tipici del romance, come il soprannome del protagonista: Lupo. Un espediente letterario molto utilizzato.
Sì, è vero, ma posso dirti che, quando ho deciso di dare a Gérard de Bailleul questo soprannome, ho pensato alla storia italiana e non alle origini norrene del termine. Mi sono ispirata a testimonianze storiche, a figure realmente esistite, come Pandolfo principe di Capua, soprannominato il Lupo degli Abruzzi per la sua crudeltà. Come puoi vedere la nostra storia non ha nulla da invidiare ai paesi d’oltralpe.

Elena, la protagonista, mostra una notevole indipendenza per l’epoca in cui è ambientato il romanzo. Non è una contraddizione?
No, non lo è per il contesto sociale in cui il romanzo è inserito, ovvero il sud Italia di XI secolo. All'interno di quelle che erano delle vere e proprie città stato, si trovava una popolazione multietnica, soggetta a continui scambi culturali. Questo aveva creato un ambiente di una certa modernità, dove le donne, soprattutto nelle classi sociali più elevate, potevano ricoprire ruoli importanti e godere anche di una notevole indipendenza. Basti pensare a Trotula de Ruggiero, la donna medico della corte salernitana o a Sichelgaita di Salerno, la principessa longobarda moglie di Roberto il Guiscardo d’Altavilla.  La vita di questi due personaggi mi sta particolarmente a cuore, si tratta di una storia d’amore vera che vorrei far conoscere a tutti. A Gaita e Roberto ho dedicato un intero capitolo del romanzo.

Grazie, Anna, per la tua disponibilità. In bocca al lupo da parte di tutte noi di Romance & Fantasy for Cosmopolitan Girl per il tuo Cuore normanno!


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