mercoledì 29 agosto 2018

Basta un giorno di Mary Calmes

Quando si lavora per la mafia, può capitare di dover uccidere molte persone in tanti modi diversi. CeatonMercer ha stivato gli ultimi due cadaveri in un capanno degli attrezzi che appartiene a un adorabile ricercatore marino che abita in un’idilliaca comunità isolana, ma non è poi così cattivo. Con il tempo si è trovato una specie di casa e forse anche un posto nel cuore delle persone con cui lavora, o almeno quanto basta perché non gli piantino un proiettile in testa quando smette di essere utile per il boss.
Ma non ha mai immaginato che un solo giorno potesse cambiargli la vita, ed è sul punto di scoprire quanto si sbaglia.
Gli basta un giorno per incontrare l’uomo che sembra essere quello giusto, l’amore della sua vita. Sembra inconcepibile che un uomo che si occupa di morte possa trovare l’amore, ma è come se fosse destino. Gli basta un giorno, che si fa sempre più strano e in cui i problemi si accumulano, per costringere Ceaton a riflettere sulla sua cupa esistenza e ad accettare che in ventiquattro ore tutto può cambiare, perfino lui stesso. Il suo futuro potrebbe rivelarsi più luminoso di quanto si aspettasse, ma dovrà restare vivo abbastanza a lungo da scoprirlo.

Questo libro contiene alcuni dei tratti tipici delle storie di Mary Calmes come l’insta-love, un protagonista duro e puro, ma dal cuore di panna e con atteggiamento possessivo da maschio alpha. Per altri versi, però, si discosta dal classico romance, relegando la storia d’amore in secondo piano rispetto alla vita movimentata di Ceaton (di cui non ho ancora capito come si legge il nome). La prima metà del libro è tutta incentrata su di lui che, voce narrante, racconta come è stato congedato dai marines per finire a fare il braccio armato di un boss della mafia serba di Las Vegas, poi trapiantato a Boston. Il tutto permette bene di inquadrare il personaggio, capirne i comportamenti, conoscerne gli amici ed i nemici. Già dalla trama, dove non viene nemmeno citato per nome, si capisce che l’uomo di cui si innamorerà Ceaton non avrà grande spazio personale nello svilupparsi degli eventi. Infatti, Brinley, detto più semplicemente Brin (i nomi normali non ci piacciono), compare sulla scena come il figlio di un giudice che deve essere protetto e, lo conosceremo solo grazie al suo interagire con Ceaton che sarà, però, incentrato sul farsi portare a letto e non farsi sparare addosso. Insomma, un po’ una magra figura per quello che dovrebbe essere almeno un coprotagonista. Nonostante la storia d’amore-lampo sia un po’ rosicata, la storia è scorrevole e scritta davvero bene, d’altronde questa autrice è sempre una garanzia su questo fronte.
In conclusione, non siamo davanti al tipico romance contemporaneo, ma più ad una storia un uomo e di come, per l’appunto, basta un giorno a stravolgergli la vita. Certo, quando sei il numero uno di un boss mafioso serbo la tua vita sarà sicuramente più movimentata di quella di un postino, ma a Ceaton ne succedono davvero di tutti i colori nell’arco di meno di ventiquattro ore, tra cui appunto conoscere l’uomo della sua vita: Brin. Una lettura scorrevole e altamente godibile che non deluderà i fan di questa sempre brava autrice.


Io ero un tipo notturno; mi piacevano le cose veloci, e se ero onesto con me stesso, sapevo anche il perché. Se tutto quanto era sfocato, io non dovevo pensare o provare nulla, e mi andava benissimo. Concentrarmi su quello che non avevo – casa, famiglia, qualcuno di permanente – faceva male. Finché mi muovevo alla velocità del suono, niente poteva raggiungermi.


Sotto la pelle mi pulsava un bisogno crudo e primordiale, e sapevo, anche solo guardandolo, che se avessi allungato la mano a prenderlo la mia vita sarebbe cambiata. Ero a mio agio con lui, mi sentivo incendiare per lui; mi piaceva la sua voce, il modo in cui lavorava il suo cervello, il modo in cui mi toccava, come se io fossi prezioso e fragile, e totalmente suo.


“È… strano.”
“Cosa?”
“Tu.”
“Lo avevamo già stabilito, no?” Ridacchiò, fissandomi come se fosse ubriaco. Era davvero inebriante, essere guardato come se fossi un sogno che era diventato realtà. Avrei potuto abituarmici.

Mary Calmes crede nel romanticismo, nel lieto fine, e nella fiducia che mostrano i suoi personaggi nel poterlo raggiungere. Nelle sue vene scorre il caffè, pensa che la cioccolata dovrebbe essere un gruppo alimentare a parte, e attualmente vive nel Kentucky con un ninja peloso di tre chili che la protegge dagli uccellini, dai ragni e dai cani del vicino.

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