mercoledì 8 aprile 2020

LA LUCE DEI NORMANNI. Filippo e Lucilla di Francesca Cani



Anno Domini 1069.
Filippo di Lacus è l’unico erede di un feudo saccheggiato, l’ultimo rimasto in vita di un’antica famiglia e la sua spada è la sola che può reclamare vendetta. In battaglia lo chiamano il Falco, poiché egli non nutre pietà né emozioni. La forza fisica è la sua sola alleata, finché il destino lo porta a sud.
Nella terra di Puglia dove regnano Roberto il Guiscardo e Sichelgaita di Salerno, Filippo incontra una giovane che con la sua luminosa presenza riesce a diradare le sue tenebre.
Lucilla d’Altavilla è innocente, sincera e desidera la libertà, ma suo zio vuole per lei un marito potente e i Normanni la destinano proprio al Falco di Lacus. Lucilla che con il suo canto ammalia la corte non sa che sarà consegnata proprio a colui che il suo cuore teme e sogna in egual misura.
La giovane viene data in sposa a Filippo, Lucilla è ormai sua e non può opporsi. Proprietà di un soldato che non sa provare amore, diviene signora di un castello in rovina, vittima di un complotto che ha radici profonde.
Intanto gli eserciti marciano sulla polvere in cerca di un manoscritto, un leggendario ordine di cavalieri si oppone ai malvagi e Lacus è il centro del mistero. Ma sulle sponde del lago di Garda, dalle ceneri di un uomo, nasce un legame fatto di sguardi e carezze mentre la magia di un’estate rende immortale un sentimento che nemmeno le prove più aspre potranno spezzare.


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Anno 1069, ricordatevi queste parole, siamo nel pieno Medioevo, ed è proprio qui, in questo periodo di così grande cambiamento, che inizia la storia del Falco e di Lucilla.

Lucilla d'Altavilla è una ragazzina quando perde tutto e si ritrova a vivere presso lo zio in Normandia, in una terra così differente da quella in cui è cresciuta, senza però smettere mai di sperare di ritrovare una famiglia, là in mezzo.
Non si aspetta certo di essere una pedina in un gioco di potere, lo stesso che la priverà della sua libertà non appena verrà data in moglie.


«Siete un uomo strano, intuisco in voi un conflitto fra luce e tenebra. Non sono sicura di quale parte potrebbe prevalere, se lasciaste la vostra natura libera di agire.»

Poco dopo una tempesta, un corpo viene ritrovato, i caratteri non sono quelli dei Normanni e proprio lei si ritrova a pregare che a Melfi ci sia qualcuno che lo possa salvare, anche se il prezzo per quella vita sarà più alto di quello che si immagina, perché non appena il giovane aprirà la bocca per parlare, una nuova storia verrà scritta, la loro, perché al Falco è stata fatta una promessa e mai più che adesso la stessa sembra assumere un nuovo valore.
Filippo è devoto solo alla sua spada, un giuramento fatto anni e anni prima l'ha portato ad essere ciò che ora lui è, un uomo che senza remore a vent'anni accetta il suo destino, sperando in un Dio, in cui nemmeno più crede, che possa far incontrare nuovamente la sua spada con quella di colui che gli ha tolto tutto.

In fondo, entrambi i personaggi sono "colpevoli" solo di essere nati in uno dei periodi più bui della storia, dove di diritti ce ne erano ben pochi e sicuro non erano destinati ai minori. Si cresceva prima del tempo, si impugnava la spada quando ancora le gambe erano quelle nervose di un bambino, combattendo per un ideale che talvolta portava solo più sangue che gloria.
E Filippo fin da bambino ha imparato il prezzo delle percosse, che odore avesse il sangue versato e le lacrime che portava perdere qualcuno a cui si tiene. Non si aspetta certo di ritrovare in Lucilla ben più che la pedina che ha pensato, di trovare in lei un appoggio, una guerriera quando lui per primo l'ha sottovalutata.




«(…) Ho intenzione di riprendere possesso del margraviato. 
Tu sarai la mia consorte. 
Non presterò fede a ciò che ti ho promesso dopo averti baciata, 
i giuramenti di un peccatore non valgono nulla.»

Anni dopo, però, eccolo tornare al Margraviato di Lacus, quel luogo per lui pieno di ombre e fantasmi, con una consorte che sembra splendere di luce propria, come suggerisce il nome stesso, un castello ormai in rovina, abbandonato a se stesso da troppo tempo.
Qualcosa però li attira l'un l'altro, sebbene lo spettro del loro matrimonio alberghi sopra di loro come una spada di Damocle, così come i segreti che Filippo nasconde, segreti che hanno portato la morte di tante, troppe persone, rendendo quasi impossibile guardare oltre la prima apparenza, oltre i modi freddi e bruschi di lui, e alla tenacia di lei.
E solo Lucilla ha il potere di inondare di luce ogni angolo di quell'edificio ormai in rovina, di portare alla luce ciò che sarebbe sempre dovuto essere lì, sotto agli occhi di tutti.

Combatterò per te, vivrò fino all’ultimo dei miei giorni lottando per provare al mio orgoglio di essere all’altezza del tuo cuore, avrai tutto di me, se lo vorrai e finché lo vorrai. Il sangue, la spada e la terra, ma dovrai lasciare che ti conduca dove nessun’altra è mai stata prima.

Filippo e Lucilla La luce dei Normanni sebbene sia l'ultimo volume sulla casata degli Holstein, è il volume da cui tutto ha avuto inizio, dove la storia è iniziata ad essere scritta.
Francesca Cani ci porta indietro, in un'epoca buia come solo il Medioevo è stato, per certi versi, eppure ci ha mostrato una storia piena di luce come solo lei riesce a creare, mostrandoci ciò che a lungo abbiamo chiesto, un inizio da cui partire.

Se invece siete nuovi, per questa serie, vi consiglio di partire proprio da qui, da Lucilla e Filippo, passando poi da Tristan e Doralice e solo dopo di lasciarvi trasportare dalla storia dei Re dei Naconidi: Jonas e Andreas, non ve ne pentirete.

I punti di vista si alternano, passato e presente talvolta si fondono mentre qua e là l'autrice ci mostra sprazzi di storia, quella vera, quella del Guiscardo e di papa Alessandro II, degli intrighi e intrecci che solo in quei secoli erano protagonisti, delineando i personaggi con un'abilità tale da sembrar quasi uscire dalle pagine di storia perché Francesca Cani li dipinge con una dovizia di particolari che è impossibile non rimanerne affascinati.


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