RAFFAELLA GRANDI
Sono
passati nove mesi dal giorno in cui Elisa è caduta nel “Buco del Diavolo”
salvandosi solo grazie all'aiuto di
Stephen, il misterioso angelo nell'ombra... la sua anima gemella. Un
Dire Wolf.
La
sua vita è ormai tornata ad essere tranquilla; non ha più avuto visioni di
morti imminenti, e il rapporto con Sam si trova ad una svolta decisiva.
Una
sera, mentre lo aspetta per festeggiare insieme il suo compleanno, ha la
visione che cambierà per sempre non solo
il corso del suo destino, ma anche quello di molte persone che le vogliono
bene.
Scompare
per diverse ore e, quando finalmente viene ritrovata sanguinante e sotto shock
accanto ad un cadavere brutalmente dilaniato dai morsi di una bestia feroce,
Sam e Stephen capiscono subito che quell'episodio l'avrebbe segnata per sempre.
Un
violento colpo alla testa le ha causato una frattura cranica, spazzando via i
ricordi degli ultimi due anni di vita... compresi quelli dell'omicidio a cui, con
tutta probabilità, ha assistito.
Riuscirà
Elisa a scoprire chi si nasconde dietro l'efferato omicidio di cui non ricorda
niente?
Cosa
ne sarà del suo rapporto con Sam, ora che non ricorda più nulla del loro amore?
Un'avventurosa
corsa contro il tempo.
Un
giallo che si svela un poco per volta.
Un'appassionante
storia d'amore che vi terrà con il fiato in sospeso fino all'ultima pagina.
“Dire
Amnesia- Il campo di soffioni” è la prima parte del seguito di “Dire Wolf”.
“Sono venuto a parlare un po' con te di...
questo.”
Mi strusciò il naso sulla pelle sensibile del
polso, ne inspirò a fondo l'essenza... e rimasi senza parole di fronte alla sua
espressione.
Un misto di sollievo, esultanza, piacere allo
stato puro, bramosia senza confini.
Per il mio odore, per il contatto con con la mia
pelle che bruciava a contatto con la sua...
Per me.
Sollevai la mano libera e con la punta delle dita
gli sfiorai la barba, carezzandogli il profilo della mascella, che si contrasse
al mio tocco; sentii i peli ispidi pungermi i polpastrelli, sollecitando le
terminazioni nervose, invitandomi a spingermi oltre, a non fermarmi.
Li feci scorrere fino alle sue labbra, scoprendole
incredibilmente morbide e calde.
Volevo quest'uomo.
Lo volevo subito, con tutta me stessa. Senza
riserve, dubbi, limiti di ogni sorta.
Una presa di ferro bloccò il polso della mia mano
protesa a cercarlo, inducendomi a sollevare lo sguardo nel suo, acceso da una
passione che stava cercando di prevaricare ragione e buon senso.
Tremava da capo a piedi, come se il conflitto
dentro di sé lo stesse mettendo a durissima prova.
Lo guardai, confusa.
“Perché?”
E in quella semplice richiesta sussurrata al vento
era racchiusa tutta una serie di domande non formulate a parole, ma che furono
comunque chiare a entrambi.
'Perché ci succede questo? Perché, se lo sapevi,
lo hai fatto? E perché adesso mi fermi?'
Mi faceva male il polso, tanto me lo stava
stringendo forte, ma non m’importava.
Avrebbe anche potuto farlo a pezzi, ma sentivo che
in quel momento non avrei fatto una piega.
“Perché sono giunto alla conclusione che è
giusto che tu sappia. Ti vedo confusa, in conflitto con le emozioni che provi
e... con me.”
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