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martedì 17 febbraio 2015

UNO SCHIAFFO E UNA CAREZZA DI ISMAELA EVANGELISTA

Il ricordo più amaro che Edoardo conserva della sua infanzia è la vergogna provata nell’entrare in chiesa, sotto gli occhi di tutto il paese, accompagnato da sua madre e dal fratello Nazario, che, preso da tic e scatti nervosi, attirava su di sé gli sguardi impietositi e talvolta disgustati degli altri. Edo, da bambino, conduceva una doppia vita: quella spensierata con gli amici e quella in famiglia, insieme al fratello malato. Quel fratello non poteva giocare, scherzare, utilizzare bicchieri di vetro o forbici. Quel fratello aveva una vita interrotta, era uno schiaffo in pieno viso per tutta la famiglia mentre lui, Edo, era la carezza e ciò lo caricava di una terribile responsabilità: salvare i suoi genitori dalla sofferenza e, dunque, non concedersi mai il lusso di deludere nessuno all’infuori di se stesso.
Con una prosa intensa e commovente, Ismaela Evangelista tratteggia il profilo di una malattia difficile, la sindrome di Tourette, evidenziando con eguale sensibilità il dolore dei familiari ma anche le opportunità che bisogna imparare a sfruttare. Uno schiaffo e una carezza è un romanzo che fa tremare il cuore e che apre gli occhi, con incredibile delicatezza e un’ammirevole lucidità di pensiero.


"mamma ha cominciato presto a presentare Nazario e me, rispettivamente come uno schiaffo e una carezza. Ogni volta che incontrava qualche sua amica non mancava di pronunciare quelle parole accarezzandoci le teste...nel tempo ho iniziato a sentire una certa soddisfazione perché cominciavo a rendermi conto che tra noi due ero io la carezza. Ed è stato doloroso rendersi conto di quanta responsabilità, invece, stavano addosso a quella parola."

Con queste semplici e taglienti parole entriamo nel mondo di Edoardo, l'altra faccia della normalità, la carezza. Nazario, il fratello minore, non è che lo schiaffo che la vita ha riservato ai suoi genitori. Nazario è molto più che lo schiaffo, Nazario è il tic nervoso che non riesce a controllare,  Nazario è un po' matto e la gente si avvicina per vedere se è vero che i disabili puzzano e mordono. 
Nazario è la vergogna di amare un fratello che il mondo emargina. Nazario è il senso di colpa per non avergli potuto dare una vita normale.
Nazario è qualcosa da nascondere, da proteggere, da tenere lontano dagli sguardi di pietà.
Nazario non può ridere, abbracciare o fare l'amore. Nazario non mangia da solo e non può incontrarsi con gli amici al bar.




Edoardo è suo fratello più grande. Dal momento in cui i medici hanno confermato l'irreversibilità della malattia di Nazario, ha assunto la precisa responsabilità di essere la carezza per la sua famiglia. Di vivere senza fare rumore, senza disturbare. Ed è difficile essere una carezza, perché una carezza non fa mai male.