Penelope ha ventidue anni ed è una ragazza romantica e coraggiosa con una ciocca di capelli rosa e le unghie decorate con disegni bizzarri. Orfana, vive con la nonna malata nella misera periferia di una città americana e ha rinunciato al college per starle vicina. Di notte prepara cocktail in un locale e di giorno lavora in biblioteca. Aspetta l'amore da sempre, quello con la A maiuscola. Un giorno Marcus, il nuovo vicino, entra nella vita di Penny come un ciclone. E' tutt'altro che l'eroe sognato: ha venticinque anni, è rude, coperto di tatuaggi, ha gli occhi grigio ghiaccio e un piglio minaccioso. E' in libertà vigilata e fa il buttafuori in un club. Tra i due nasce subito ostilità e sospetto ma, conoscendosi meglio, scopriranno di avere entrambi un passato doloroso e violento, ricordi da cancellare e segreti da nascondere. Una storia d'amore e rinascita, dolce e sensuale, tragica e catartica. L'incontro di due anime profondamente diverse darà vita a un amore che guarirà il dolore e l'odio del passato.
“Penny non fece commenti. Era sempre stata convinta che l’amore fosse vivere con qualcuno, e non morire, ma non lo contraddisse. Per lui era così, per lui la vita era una lotta e l’amore un’arma. Stare insieme contro qualcosa, e non insieme e basta.”
Immaginate questo libro come la tela bianca di un pittore. Immaginate il pennello che si avvicina e che disegna un punto colorato al centro della tela. Quel punto è questa frase, e questa frase è il concept di questo libro. I confini della tela sono il titolo, e i colori sono le parole che Amabile Giusti ha sapientemente usato, per dipingere una storia d’amore che toglie il fiato.
Vedo molti colori scuri sulla tela ma, seminati tra le tempeste di blu notte e grigio antracite, vedo dei punti di giallo felicità e di rosso passione. Vedo dei battiti di arancione, come le risate dei due protagonisti, e delle nuvole di argento brillante. I colori di un notte stellata.
“Tentare di non amarti” è il titolo che racchiude in sé tutti questi colori, la storia di Marcus e Penny, così come l’autrice ce l’ha raccontata.
Appendete al muro questo quadro, ora, e allontanatevi da esso. Riuscite a vedere come diventa parte di un opera ancora più bella? La finestra sul soffitto di una stanza piccola piccola.
“Intanto, ha una finestra sul soffitto e mentre provo ad addormentarmi posso sbirciare le stelle. Non per romanticismo […] ma per un semplice bisogno fisico. Dopo aver fissato un tetto di cemento per quarantotto mesi, […] ho bisogno di guardare più cose possibili. Ammetto di avere scelto questo posto per la finestra.”
Ci sono libri, che si fanno dimenticare con facilità. Ci sono altri libri, invece, che una volta finiti, non finiscono affatto. Sono come poesie, che ti rimangono dentro. “Tentare di non amarti” è uno di quest’ultimi. È quel genere di libro che ti porta a dire: “Vorrei che ci fosse un sequel, perché, di questi personaggi, non riesco a fare a meno!”.
Incontriamo la dolce e gentile Penny, sulla strada di casa, durante una notte buia e spaventosa. Mi piace fin da subito, perché, nonostante il suo animo premuroso e caritatevole, è una ragazza tosta, dalla lingua tagliente.
“«Ti stacco le palle a furia di calci, se mi tocchi!»”
Incontriamo Marcus, sulle scale del suo palazzo, durante la stessa notte. Lo vediamo troneggiare su una spaventatissima Penny. Lo vediamo afferrarla, con gentilezza, e poi rimetterla in piedi. Marcus è un gigante, alto e robusto quanto una sequoia, con lo sguardo di ghiaccio e ricoperto di tatuaggi. Ha un aspetto che incute timore, eppure non è lui, l’uomo che Penny teme.
“«Mi hai spaventata» sussurrò Penny, continuando a domandarsi se, in fin dei conti, avesse ragione a sentirsi sollevata o se non si fosse imbattuta in un nuovo pericolo da affrontare […].”
La storia d’amore tra i due protagonisti nasce lentamente, ma colpisce veloce, quasi come un pugno. È cruda, ma al tempo stesso, dolce. È urlata in faccia, in preda alla rabbia, e sussurrata all’orecchio, come una dichiarazione d’amore. È completa, nel suo incastrarsi di pezzi affilati e curvilinei.
Non aspettatevi quell’insta-love tipico dei NA, e neanche repentini cambi di personalità, perché nel libro di Amabile Giusti, non ne troverete. Penny e Marcus matureranno col tempo, ma resteranno fedeli a sé stessi, fino alla fine.
Questa non è una delle tante storie d’amore tra il bad boy e la brava ragazza, che si innamorano l’uno dell’altra, nonostante i mille ostacoli sul loro cammino; questa è LA storia del bad boy e della brava ragazza. Tenetevi forte, ragazze.
“Lui si fermò a fissarla, con due pupille che parevano schegge di vetro infilate nei bulbi oculari. Penny si sentì a disagio, percorsa da quell’occhiata glaciale. Eppure non abbassò le palpebre e, per una manciata di strani attimi, entrambi rimasero così, nella penombra, a osservarsi.”
Amabile Giusti è calabrese. Fa l’avvocato ma non si sente avvocato. La sua vita è scrivere romanzi e, anche quando lavora, pensa a come concludere o iniziare una storia. Per farla felice, regalatele un saggio su Jane Austen, un ninnolo di ceramica blu, un manga giapponese, o una pianta grassa piena di spine. Spera di invecchiare lentamente (sembra sia l’unico modo per vivere a lungo) ma mai invecchiare dentro. Ascolta molto e parla poco, ma quando scrive non si ferma più...
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